Voglia di divagar dai monti al mare...
spirito libero che mai smette di sognare,
ramingo che non sosta e moderno viaggiatore,
seguace dell’ignoto, della sua mente e il cuore.
Espande quel ch’è d’Icaro la brama di volare
per sorvolare cime e sin sfiorare il sole,
bivacco sotto un ciel che accende boreale
o un punto calcolar nell’emisfero australe.
Miraggio di oasi e terre lontane,
giardini pensili e padiglioni arcani,
e ancor da godere nuove albe e tramonti
sotto un cielo speziato e la luna d’oriente.
Vaga ancor quel desio che ha preso la mano,
onda, mirabil onda d’un mar assai lontano,
deserti, cascate e fiumi impetuosi,
si tuffa quel sogno in un lago turchese.
E’ gentile la brezza che spira su un litorale
carezzando i pensieri scorta sul lungomare,
sprofondare di passi sulla morbida rena
sciaguatta risacca e frizza assai battagliera.
Echi di canti e falò al chiar di luna
con astri preziosi a specchiar in laguna,
melodie strimpellate e con danze sfrenate
fotogrammi ingialliti di vacanze ormai andate. |
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Vivì |
02/06/2018 07:48 1343| |
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Vivì |
24/12/2016 12:16 1537| |
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Vivì |
10/12/2016 11:47 1817| |
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Vivì |
19/12/2015 10:05 2075| |
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Così ebbe inizio, col sussurrar del vento
e con addenso lento, del clima il malcontento...
cumuliformi a frotte a ricamar quel cielo,
lugubre divenne il sibilo mentre spandeva il gelo.
Di titani parve l'alterco, scontro del mar coi monti,
col diramar oscuro, visibile all'orizzonte...
così accendeva disputa, con uno scambio intenso,
rimbrotti, tuoni e lampi d'iracondi gli elementi.
Ma intimidito e pavido quel cuor ch'è sempre attento
tornò tosto all'ovile a fantasticar propenso...
e dal podio celeste, come da immensa tribuna,
tempesta dilagava e nel ciel non v'era lacuna.
Di gocce a catinelle è caracollar nel fiume,
nè il vento mai serviva a dissipar le brume...
così tra pozze e rivoli ancor da rimpinguare
pari a prodigio in seguito a tramutar nel mare.
Ma come nel frattempo parea zittir quel vento
con l'illusoria quiete del lampo susseguente,
parve riprender fiato il cupo ciel financo
in quel uggioso giorno dal passo mesto e stanco.
Quel tanto sin bastava ad assestar l'umore
della pur ligia penna sensibil al novo colore...
così che in quell'istante di pace temporale
bramava farsi avanti quel sol che stava male.
Poi all'improvviso apparve il sorprendente e ameno
in un magico baluginar l'effimero arcobaleno. |
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Vivì |
19/11/2016 09:40 1600| |
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Lemme avanza e distende la sera
d'incantevole manto già priva,
di quegli astri è confino oltre fosca barriera.
Mesto e bigio rimarrà il lungomare
nel precoce, freddo scorcio invernale,
è cauto il passo che solingo si avvicina
con l'uggia che brezza con sé si trascina.
Rimuginar cupo quel che arremba a risacca,
che avanza, ritira, ancor avanza e poi spiaggia
e mentre il tetro a quel cuor diggià poggia,
quanto bussa il rimpianto d'estate.
Eppur tanto amena ti ritrovo mia virgola di mare,
cotanto piccola da non poter nemmeno approdare
ma sotto l'argentea luna brillava persin la rena
e quanto m'era culla dell'onde la cantilena.
Frizzante e puro torna il sentor di sale...
lieto vento di libeccio o gran furia di maestrale,
burrasche e mareggiate da strider persin la pelle
o bonacce in cui far navigar i sogni come distesa di stelle.
Intento lo sguardo si perde in lontananza,
laddove arricciano schiumose creste con baldanza...
veleggiano laggiù sull'onde i miei ricordi
con echi di risa, balli sfrenati e canti,
strascichi di note strimpellate al vento...
vite ancor da bere a piene mani
intorno allegri quei falò improvvisati.
Riverberi improvvisi e ancor molto lontani
allorquando la notte esausta pian piano scemava...
bagliori come guizzi sorgevan dal mare oscuro,
baluginar dell'onde o pagliuzze d'oro puro?
Col suo pescato il gozzo bramava ormai tornare
all'ammiccar sull'onde di fievoli lampare. |
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Vivì |
12/11/2016 07:14 1622| |
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Lingue di fuoco avvolgono l'oriente,
tiepide l'ombre notturne ancor dilungono,
il campo non abbandona la luna impertinente
eterna vorrebbe primeggiar nel ciel regina.
Disorientata stenta quest'alba acerba,
timida esorta quel sol alla collina,
sorge così la speranza della vita
sublime spettacolo sul proscenio più acclamato...
Presto s'illuminano maestose cime,
vette da valicare, imbiancate e pure
dal lungo riflesso e tremula prospettiva
in gelide acque dalla tinta smeraldina.
Silente vibra l'aria quando è sera,
sottile pari accorato sospiro
sotto l'azzurro ciel che pulsa sincero
e che di reali voli è l'esclusivo impero.
Ghiacciati orridi spalancano all'improvviso
come algide, mostruose bocche all'infinito
e del disgelo il frutto a rovinar nel vuoto...
dolci l'acque che donano la vita
corrono e trovano laggiù in attesa
feconda pianura, verde e distesa.
Melodie d'intenti si pone la natura
quando lieve lieve sfiora la radura,
rive fruscianti di un'argentina polla
lieta dimora per libellule e farfalle.
Così risalta ognor lo stagno
col sonoro impegno di verdi raganelle
mentre placido s'adagia il mio pensiero
nel chioccolar dell'acqua che segue il suo sentiero...
soave è il crepuscolo nel pindarico volo
scandito dal canto del mitico usignolo. |
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Vivì |
09/04/2016 14:43 1596| |
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Una lacrima di tempo ci divide,
una virgola che s’accorcia ormai costante,
ma sta goccia che alma erode
offre un tremulo riflesso
...solo questo è ormai concesso!
Così è in te e in quella tristezza,
che traspare da rimando,
io ritrovo pari a carezza,
una briciola di me stessa.
Ed è così che ancor ti vedo come lacrima smarrita
nei meandri del passato,
forse solo come l’argilla a quest’anima plasmata,
ma nella gelida palude giro a vuoto e ancor mi perdo...
ma di nuovo ti ritrovo in eterno prigioniera
d’un pur vivido ricordo,
assai ilare... assai mesta... e tanto vera.
E’ così che ancor ti cerco in una frase sussurrata,
un sorriso solo accennato,
un singulto ben compresso nella tua malinconia
quando sul tremulo ciglio anche stilla tentennava
per timore d’esser vista.
Così avverto d’essere nata
parte alfin d’eterea essenza,
integrante di quel ch’è stato
e ch’è divenuto nulla...
ombra tu nell’ombre agghiaccianti
eppur ancor così presente,
solo questo è di conforto e come ovatta fa da culla
perché tu, anche se assente e pur cenere nel vento,
ancor nucleo... ancor fulcro di sta fervida esistenza! |
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Vivì |
24/10/2015 14:05 2873| |
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Vivì |
03/10/2015 07:56 4530| |
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Vivì |
17/10/2015 11:32 1691| |
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Bolle di sapone
svaniscono tra le mani
manco se fosse gaia
la questione
...nordica la notte espande
su questo cuore
bieca e foriera d'assillo
poiché son cupi i presagi
posti sul domani...
Ebbro di sentimento e orgoglio
gongolò quel lieve istante
ma miserando infranse
nel contrasto rarefatto
d'assurdo silenzio
e amaro pianse in quel pagar salato il dazio.
Ormai deride il giorno sul finire
e ancor torna spietata e aliena
la lunga veglia oscura
orfana di stelle e di maliarda luna
e spoglia della sincera quiete opportuna.
E mentre poso sul cuscino
irto di spine
le pie illusioni
orde di disperati appigli
prendono il volo
piomba nelle coltri il gelo
e come fossero acidi grani
sgranano le ore
così conto del bronzo vicino
ogni rintocco
scandito con scoraggiato palpito
che trabocca... |
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Vivì |
26/10/2013 12:28 3114| |
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Vivì |
29/06/2013 08:24 3358| |
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Vivì |
15/06/2013 08:05 2998| |
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