Mai è troppo tardi,
per fermar
insani pensieri
che come corvi,
volteggiano nella mente
per oscurarti,
amore.
Fumi sfuggenti,
si raccoglieranno
in ideali puri,
daranno un senso
alla tua vita,
una rotta
per un approdo sicuro.
Non rifugiarti
nel baratro della solitudine.
Non donar più lacrime
a ricordi ormai svaniti.
Non perdere l'ultimo treno
del nostro amore.
Fatti abbracciare,
fatti amare
perché, se lo vuoi
mai è troppo tardi... | |
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Ho visto una bambola...
con lunghi capelli neri,
le guance rosse
e le labbra color fragola
ma i suoi bellissimi occhi neri,
erano tristi...
Me ne innamorai perdutamente,
la tenevo sempre stretta a me
amandola come una creatura vera
ma di vero aveva solo gli occhi tristi.
Le insegnai a parlare,
cantare, amare e sognare
e giorno dopo giorno,
le diedi un po’ della mia vita,
fino a farla diventare viva
e a vivere così con me.
Non è cresciuta...
E’ rimasta una bambola,
meravigliosa, unica, inseparabile
ma ora non ha più gli occhi tristi
bensì il cuore.
Ho cercato di conservarla
gelosamente in un cassetto
ma è troppo pieno...
Pieno di lacrime. |
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Trascorsero come il vento
quei lunghi mesi d'estate
e troppo presto giunse
l'ora della partenza.
Il mio cuor
piangeva silenzioso,
mentre tu amor mio,
più bella che mai,
tenevi stretta e gelosa
la mia grande e callosa mano,
dentro le tue, piccine e delicate.
I tuoi occhi,
pieni di calde lacrime,
brillavano come due stelle
nel firmamento
di quella sera rosata
e stranamente calda.
Bisbigliavi qualche parola,
rotta dai singhiozzi
del tuo pianto d'amore
ma io capivo tutto
e tacito ti guardavo,
saziando la mia mente e il cuor
della tua immagine
per me sacra.
Ma ecco:
manca poco,
un berretto rosso
s'avvicina lentamente al treno
tra due ali di folla brulicante,
ed io, baciandoti,
assaggiai una tua lacrima
che era scesa prepotente
come un fiume in piena
fino alla foce delle tue calde labbra.
Non scorderò mai
il sapore di quella lacrima
che mi sembrò
un elisir d'amore.
Un abbraccio, mille promesse,
salgo in fretta, trovo un posto
e subito m'affaccio
per un ultimo saluto.
Un fischio e il treno parte
ma a terra lascio il mio amore
che col suo fazzoletto
già bagnato di lacrime mi saluta,
finché lentamente
mi vede sempre più lontano...
Infine
scompaio dalla sua vista
ma spero,
non dal suo cuore. | |
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Aliti di vento
gelano la mia casa,
troppo vuota
senza il tuo calore.
Non posso più aspettare
dea della mia vita,
unica creatura
che mi può dar respiro.
Donna dei miei sogni,
donna dei miei pensieri,
fonte di linfa,
moglie, mamma, amica,
compagna dei miei passi.
Mi arrenderò
al tuo amore,
ai tuoi occhi,
al tuo sorriso,
saprò farmi perdonare
se mi sarai vicina.
Apri la mia porta,
la porta del mio cuore,
tu sola puoi, perché
sei di ogni casa
l'unica regina. | |
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Luna 'ntricanti
ca mi segui stanotti
'no me viaggiu,
adduma a me strata
p'arrivari nu me amuri.
T'ammucci d'arreri i nuvuli,
spunti d'innatra parti
ma sempri u facciuni russu
mi fai viriri
facennumi scantari.
U me viaggiu sta finennu,
un mi lu vitti passari
cu sta bedda cumpagnia
ca appi cu 'ttia.
Ciccinedda m'aspetta,
fici tardu, ma non pi 'ttia
ma pi lu sonnu trarituri,
ca mi vinni taliannu a 'ttia. | |
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Non voglio più catene,
salirò irte montagne
per respirar
essenze sublimi.
Non voglio freni
per amar mille donne
ma una sola Dea
porterò all'altare.
Voglio ancora ascoltar
i mormorii della natura
e assaporar giorni lieti
nel mar tempestoso della vita.
Voglio morir d'amore
con te vicino
e ascoltar da lassù
i tuoi dolci sorrisi. | |
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O bella mia Sicilia,
che m’appari all’orizzonte
in un bel chiaror di Luna,
mi sembri ancor più bella
ogni volta che t’ammiro.
Ero di vedetta
su una nave armata dalla Patria
e mentre il comandante
cercava la giusta rotta,
io m’incantai guardando
le tue meravigliosi luci.
Scorsi nel buio,
la madonnin dorata
che ai piè di un grande faro
ci rassicurò il cammino.
Varcammo il tuo confine
e "Tu" dormivi ancora
ma il cuore tuo batteva
di luce e di lavoro.
Non volli mai svegliarti,
perché sentivo già
il cal tepor del Sole
che t’illuminerà.
Scese una calda lacrima
e il cuor mi sobbalzò,
chiesi di scendere
ma mi risposero di no.
Andammo oltre, in Grecia
ma io pensavo a "Te"
e al tuo profumo di rosa,
zagara e panzè.
Promisi a me stesso
e a te mia grande Patria,
di non lasciarti più
e di baciar quel "pane" amaro
che mi darai solo "Tu". | |
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| Ingiallita foto,
mai trovata,
come un tarlo scava silente
nella mia mente,
riaccende i battiti
del mio cuore,
fermo,
da quella triste fuga.
Ritorni prepotente
nei miei ricordi,
offuscati da quel dolore.
Rivivo ogni attimo
di quella dolce vita,
quando tu generosa
innaffiasti, i verdi anni
della mia innocenza.
Stropiccio
l'ultima tua foto,
per cancellarti
dal mio sguardo,
perché di te,
voglio ricordare
i tuoi sospiri,
che tanto
mi hanno amato. |
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La notte è ancor piccina
per regalarmi sogni d'amore...
Di sorrisi nel vento,
di occasioni perdute,
di baci non dati,
di parole non dette,
di promesse sospirate.
I sogni stanotte
son fuggiti via
come il suo amore
dal mio sogno d'amore. |
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A piccoli passi,
sei entrata
nella mia vita
a scatenar
calde tempeste
e arcobaleni
nelle notti insonni.
Io, ch'ero stanco
d'aspettar l'amore,
mi son arreso
al tuo fulgido sorriso
quando silente
ha acceso il mio.
Di sole ti sei vestita
quando m'hai detto t'amo
e un posto nel mio cuore
hai trovato, amore.
Di te sono pazzo,
voglio respirar ancora
il tuo profumo
e insiem volare
in alto
nelle vette dell'amore. |
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Quando il sol ti baciò il viso
tu brontolasti un po',
l'aria era si fresca
ma l'alba volgeva ormai al termine,
tu allora frettolosamente
t'alzasti in piedi
per ammirar la sua fine.
Apristi il cuor
alla giornata lieta,
piena di sol e di allegrie innocenti.
Su quella ripida collina
fiorita a festa,
un volto amico
ti chiamò nel vento
ma tu ascoltavi incantata
soavi melodie.
Da una finestra
t'ammirai il viso,
un viso acqua e sapone,
raccolto a preparar il desinare
per quel dì di festa.
Poi, tra quei verdi campi
accarezzati da una lieve brezza,
spiccò fiera la tua lunga chioma nera,
intenta a raccoglier ginestre e rose,
per ornar la ricca mensa
ai tanti invitati a quel dì speciale.
Tu, mangiasti poco,
muta, un po' in disparte,
lesta a finir per prima,
per correre tra il vento
saturo di odor di fiori e frutti.
Cercasti qualcuno,
lo chiamasti per nome,
egli ti rispose
e accettò lieto
una corsa verso il sole.
Infin la sera scese
tra quei verdi colli
e tu in prima fila
ammirasti il sole
che facendo capolino
ti carezzò lievemente il viso.
Andasti a riposar
stanca ma piena di ricordi
e quella notte
mille sogni nacquero
a rimembrar
quel dì di lieta vita. | |
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Ultime gocce della tua vita,
bagnano prepotenti
i miei sensi assopiti
e nel mare della nostalgia
vengon fuori
ricordi mai dimenticati.
Sospiri, per dirmi t'amo
e all'unisono ci baciamo
muti come allora.
Delle tue promesse
ho la mente piena,
li serberò nel sonno
dove ti rivedrò bambina.
Un ultimo sorriso
t'ho donato,
per farti veleggiar serena...
In Dio t'ho raccomandato
vai angelo nel mio silenzio. | |
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