Con suadenti sogni
di soffice quiete
illude il poeta,
avvolti da
generosa nebbia
d'immaginifica miopia. |
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DaviD |
01/12/2015 07:27 1481 |
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Nuvole grigie,
pesanti
di soffice umidità
s'incontrano,
nella malinconia
d'un essenziale ballata rock,
danzando
assediate da un cielo assolato.
Sorridendo sornione
ad un narciso arcobaleno,
giocano a rincorrersi
disegnando forme oniriche,
al poetico
occhio umano note.
Improvvisamente
cambia il vento,
le vedi litigare,
tremende
comprimono i cuori;
e sono
lampi, fulmini e saette
di odio e amore
conturbante,
immanente.
Piovono lacrime
sull'arida terra
e la vita
poderosa
fiorisce.
Fremente fatica
nel susseguirsi
indomito
di inevitabili
eventi | |
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DaviD |
06/12/2015 04:50 1574 |
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Un dì un contadino ha ritrovato,
nel campo devastato dalla guerra
in marchigiana medievale terra,
un Cesare di bronzo laminato
del quale l'importanza tosto afferra.
Era a cavallo col braccio destro alzato,
in simbolo di pace allor diffuso
il fiero nobile, in cera persa fuso
con altri familiari immortalato,
di cui una donna solo il tempo ha eluso.
Il villico lo vide portentoso
e a Roma recossi immantinente,
in cerca di trovare bellamente
gaglioffo volgarmente danaroso,
al quale sbolognare il Console valente.
Ma donna scoperse il rapimento,
dell'arte studiosa sopraffina
e con la Benemerita sventò quella rapina;
il bronzo allor, dal fiero portamento,
fece ritorno eroico all'avita cittadina.
Dipoi migrò ad Ancona, appena restaurato
ma il popolo di Pergola (è il nome del paese)
a perdere il tesoro, giustamente mai si arrese:
financo funzionaria, inviata dello Stato
a spinte, fischi e pugni impunemente prese.
E fu così che la contesa mai sopita
fra il capoluogo e l'indomito villaggio,
cessò, magia, con piccolo miraggio:
e nel paesotto infine, con sentenza ardita,
il cavalier dorato terminò il suo viaggio.
Da allora, con orgoglio e gran decoro
nel piccolo paese battagliero,
in Ottobre si saluta il condottiero
gustandosi un panino tutto d'oro,
con un tartufo bianco ed uno nero. |
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DaviD |
17/10/2015 08:48 1660 |
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Persone, solo persone
braccia, gambe, testa e cuore
incuranti di ogni divisione
di razza, sesso o religione.
Andavamo a lavorare
oppure a riposare
altri dal dottore
qualcuno a far l’amore.
E l’incubo ci ha colto
ma ci ha trovati uniti
e l’abbiamo vinto
con coraggio e cuore.
Perché noi siamo uomini,
a noi piace sognare
e dagli incubi, è naturale,
ci vogliamo svegliare
Perché la nostra vita
ha identico valore
e il male vacilla impotente
di fronte al bene.
Perché puoi dare a Dio
il nome che ti pare
ma solo amore può ispirare,
altrimenti, amico, non lo nominare. | |
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DaviD |
23/12/2015 07:21 1811 |
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| E gli uomini vanno e vengono
in un giro di stagioni.
La primavera li sorprende fieri e risoluti
sbocciare all'ombra di alberi ben radicati,
protetti dal vento sferzante dei giudizi altrui.
Idillio caduco di una nuova vita.
Nella canicola estiva,
grondanti insicurezze,
bramano liquide conoscenze di ignote formule alchemiche
e timidi sognano un alito di vento
a sollevarli dall'incapacità di sostenere il peso.
Abbandonati al fluire delle cose, inariditi
ondeggiano lentamente
inconsapevoli della caduta
cullati dall'apparente immobilità della realtà,
rassegnati ad inane quiete.
Sconfitti da difetti mai sopiti
dal palesarsi della finzione
il freddo li raggiunge, nell'ultima speme d'illusione
indotta da un istinto primordiale,
e ridesta un guizzo di indomita caparbietà
prima della fine.
Sfiorando l'instabilità e il ridicolo
escono di scena udendo fischi inesistenti
protagonisti alieni di un film già concluso.
E il ricordo, negli occhi di chi resta,
al riparo dalle implicazioni,
sancirà inesorabile
la profondità del segno che avranno lasciato. |
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DaviD |
30/09/2015 06:02 1449 |
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Sarò accogliente
come un materassino in mezzo al mare
nel pomeriggio quando il sole non fa male.
Sarò comodo
come un caldo pigiama
in una sera d'inverno
al ritorno dal lavoro.
Sarò sereno
come un orsetto di peluche da abbracciare
quando la notte è lunga e pensierosa.
Sarò saldo
come catene cui aggrapparsi
nel periglioso e allegro
dondolio di un'altalena.
Sarò sicuro
come le parole ripetute
sera dopo sera
di una storia della buonanotte.
Sarò amore...
La mia ricompensa. |
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DaviD |
17/12/2015 14:48 3246 |
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Non dovrei essere qui
in complici caverne
avvolte scientemente
da fragorose nebbie
di soffice calore.
Non dovrei esser qui
nei fiotti di parole
sporcati d'agonismo
senza inchiostro
di neuroni solitari.
Non dovrei essere qui
in retorico esercizio
a celare la modestia
dietro edonico sollazzo
e intrinseco arrovello.
Non dovrei essere qui
nel gioco dei miei spazi
di reinventate stanze
a corredare i vuoti
con elucubrazioni.
Non dovrei essere qui
a confondere illazioni
con rebus enigmatici
abbarbicato a cieli
di nere ragnatele.
Non dovrei essere qui
a vivere me stesso
(di felicità). | |
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DaviD |
26/11/2015 06:26 1481 |
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Ultimo passo
inciampa quasi,
impercettibile
sfiora, vacilla
insicuro nel buio.
Notte impietosa
divora la luce,
illusione creata
da istintuale
sopravvivenza.
Calore di un letto di pietra,
coperto da stelle
innumerabili.
Fratello solingo
ostacolo d'ombra,
risorgo dal buio
e scorgo il tuo animo,
esanime il mio.
Rassegno dimissioni
dagli affanni,
dall'uomo.
Progredisco,
regredendo a bestia.
Pace! Mi arrendo!
Nascondo la brace,
tace il mondo. |
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DaviD |
08/11/2015 07:21 1757 |
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Cerco la direzione.
Nella rotonda dei miei giorni
non ci sono precedenze.
Nessuna voce artificiale
a conteggiare uscite,
nessuna scorciatoia da percorrere.
Cambia la velocità in pochi istanti.
Il sole mi rallegra
la pioggia mi dà gioia nella malinconia,
la musica mi accompagna,
a mio parere sempre buona.
Continuo a girare
in questo circolo vizioso
di cui non sono socio,
l'età non dà saggezza
ma scolora.
Errare
nei due sensi
mi fa umano,
mediocre umano medio.
E non mi basta. |
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DaviD |
02/02/2016 12:23 1342 |
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| Fine da finem limite, confine
chiuso da un muro
invalicabile
ostico
Cattivo captivus prigioniero di se stesso
nessuno cancellerà il tormento degli occhi
nessuno lo ha mai scorto
nessuno
Qualcuno
non chiederà ciò che è ignoto
non conoscerà dolore se
non saprà felicità
come altri
prima
Tradizione tradere consegna trasmissione
progenie di donne affannate
operose indomite
fini a se stesse
Famiglia faama casa riempita
di vuoti simulanti pieni
in un circolo
vizioso
Mortificato mortem facere
ossimoro che agogna
qualcosa
Amore
Ricordo lontano di racconti perduti
simulacro ideale
vago confine
Il fine non giustifica il mezzo né l'attore
il mezzo non porta né la apre
immobile scruta inerte
inerme capitolare
Capitolo chiuso
punto a capo.
Calato |
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DaviD |
29/09/2015 06:53 1728 |
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