Sei stato osteggiato
con sguardo forbito
dal passo ostentato
di un Diminuito;
arpeggi su None
t'han fatto sentire
sfrontato burlone
del vano apparire.
Dai suoni bandito
con pressapochismo
tessendo l'ordito
con puro snobismo;
soffrendo dolori
di tristi ballate
fra toni Minori
ed autofrustate.
Suonato ai falò
con corde scordate
subisti sfottó
da note schifate;
icona e tabù
d'ironici canti
per Settime più
bossanoveggianti.
Accordo Maggiore
sospinto da gioia
risuona d'amore
carezza la noia
invadi lo spazio
rallegra e separa
dal cuore lo strazio
dal netto la tara.
Non è colpa mia
se sono un musone
se a me l'allegria
mi fa un po' frescone.
Adesso t'imploro
accordo solare
cotanto disdoro
mi puoi perdonare? |
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DaviD |
24/11/2015 08:32 1484 |
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Viaggi confusi
in mondi inconsapevoli.
Adrenalina
inopportuna compagna
risveglia incubi lontani
nello spazio
non nel tempo,
nascosti dietro placidi
sogni di soffice familiarità,
annebbiati dal breve termine
memoria insufficiente.
Il sonno offre il suo tempo
al bisogno dei pensieri
di rincorrere l'ordito
scappare dall'ardito
raggiungere l'ambito. |
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DaviD |
16/06/2016 06:14 1331 |
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| Costretto da esogeni pensieri
bombardato da estrogeni ossessivi
coesisto con chi sono e chi vorrei
in guerra con chi vorrebbero che fossi.
Cammino su tappeti mutaforma
che un passo sono rose
ed uno spine
respirando nuvolosi giorni
e notti limpide
che accendo di stelle
bipolari.
Paradossale animale
mi nutro di malinconia e gioia
ma non di noia,
in un sogno di sostenibile energia
fallito in giacimenti estinti.
Congenita imperfezione
di una macchina perfetta,
il cervello mi ha ingannato,
come un robot
che si finge migliore
del proprio ideatore.
Ma insisto, caparbio,
cercando quel pensiero sommerso
da una valanga di parole,
quel brandello.
Ed ecco che affiora Saggezza
sommersa da un mare di relitti
e rimane accecata
da un limpido raggio di sole.
Ardua è la scelta di chi crede nell'amore. |
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DaviD |
15/12/2015 06:59 2722 |
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DaviD |
20/10/2015 03:25 1745 |
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Con suadenti sogni
di soffice quiete
illude il poeta,
avvolti da
generosa nebbia
d'immaginifica miopia. |
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DaviD |
01/12/2015 07:27 1481 |
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Mi muovo con lentezza
cercando piano piano
di imprimere certezza
al vivere da umano.
Il gesto ponderato
il passo cadenzato
rimando il rimandato
vivendo solfeggiato.
La voce centellino
adagio, in monosillabi
per evitare frasi
di cui potrei pentirmi.
Mi muovo rallentato
guardando alla moviola
la tua infelice fretta
che niente più consola.
La cosa ti da noia
mi prenderesti a calci
ma io con somma gioia
continuo pian pianino.
Anzi, rifletto un poco
e dico fra me e me:
non c’è nessuna fretta,
rallenta un’anticchietta.
Ma tu non puoi capirlo
e corri senza freno
scappando dal dolore
ma anche dalla gioia.
Da bradipo sorrido
perché io, nel mio mondo
seppure sembri infìdo
arrivo sempre in fondo.
E allora corri pure
senza sapere dove
se vuoi mi trovi qua
...su questo non ci piove! | |
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DaviD |
04/03/2016 06:04 2980 |
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| La realtà non è ordinata
o ascisse di piano cartesiano,
si sovrappone a carmiche astrazioni
di riflessioni perpendicolari.
Il punto che si incontra con l’amico
non riconosce il sogno dall’azione,
confonde l’urlo inerte della notte
e il titubante destarsi palpitato.
Storie racconta di incognite equazioni
su scale algebriche che sinapsi sale,
di spazi confinanti col terrore
cullati da un retaggio primordiale.
E qui le dimensioni parallele
incontrano ellissi turbinanti
in irrequieti Mandala intrecciati
da innumerevoli Zenit e Nadir.
Il contenente perde il contenuto
in scariche di nervi avviluppato,
afferra l’Azimut, irradia coordinate
inoculando endocrine endorfine.
La gravità fortifica le mura,
lisergici invasori respingendo
e impone con la forza priorità
tentando un atterraggio d’emergenza. |
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DaviD |
19/11/2015 06:38 3793 |
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DaviD |
21/10/2015 21:55 1734 |
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Pensiero vibra
prigioniero
d'assopiti neuroni.
Di seme cosparge
contorti meandri,
levigate tracce di sé
affastella d'invisibile.
Fuggevole inconsistenza
sconvolge
silenziose grida,
in espressivi ectoplasmi
di taumaturgici dolori,
genera dedali inetti
di rettilinei calmierati,
elude connessioni,
foschie di riflessioni
inaridisce.
Emicranie nascoste
in desertici paesaggi
d'analisi inevase,
veicoli in panne,
inerme l'inquietudine
d'effimeri vocaboli,
eterei macigni
di polistirolo,
inafferrabili facezie
grevi
di astratte percezioni
doloranti.
Poetica catarsi,
obnubilato ricordo
fugace reflusso vano,
pacca su una spalla
senza mano, senza spalla.
Catena arrugginita di sinapsi
che non riesco più
a sbrogliare. |
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DaviD |
08/12/2015 07:09 1634 |
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Mutano stupori,
in gelide pietre
di sensorie
astrazioni.
Bagliori eterei
celano insipienza,
iterazioni inducono
incongrue conduzioni.
È germinata semente
vestita di serica illusione,
inconsapevole lusso
di sostanza inconsistente.
Sinapsi inaudita
vaga
nel suadente oblio
di spazi siderali.
Obnubilante fola,
i defraudati sensi
cosparge
d'ipnotica malia.
Mi è il simile dissimile
ma forse è colpa mia. |
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DaviD |
05/11/2015 07:03 1881 |
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Si lotta per la sopravvivenza, in giorni di terrore.
Qualcuno si prende le sue rivincite,
qualcun'altro libera i suoi demoni.
In giorni di terrore il migliore me stesso
rimpiange il peggiore se'.
Le richieste celano bisogni insoddisfatti
l'inconscio coglie l'insoddisfazione
la tregua attiva conferma l'inconscio e lo avvalora,
la battaglia divampa all'improvviso.
Non sai più scovare il bene nel male, l'errore nel giusto
scegli di difendere il debole, di focalizzare un obiettivo
di sviluppare il ruolo.
In giorni di terrore si lanciano grida di dolore
si cerca amore e protezione.
Si rivolta il cervello preparando la rivolta.
L`aiuto si trova dove ricompensato, altrimenti e`guerra.
L`ipocrita guerra della convivenza,
inutile spreco di energie,
affermazione di potenza, piacere di sè stesso.
La trincea madre, lo slancio verso il nemico,
la disperazione dell`abbandono,
avanzare in un incubo raggiungendo fugaci protezioni,
dovendone dare, volendone dare.
Guardarsi negli occhi degli altri nascondendosi ai propri,
nella socialità il trionfo dell`individualismo.
Nel post un verbo senza principio.
Assenze psicotrope, presenze impalpabili,
fantasmi di uomini illusi dall`anima.
E il cielo inizia a lacrimare, la notte dei desideri.
Riti pagani senza più fascino, ricordi di un passato glorioso
di uomini non ancora stupidi tremanti cerbiatti
ma tremende laboriose formiche. | |
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DaviD |
18/09/2015 06:52 2271 |
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Infine siam partiti,
se Dio vuole,
alla cifra concordata
col sensale,
mi stringevo a papà,
al suo odore,
confettura di rose
dei bar di Aleppo.
Vento caldo
di scirocco
sul leggero cotone
sollevava sapori
di zagare e arance,
rimpianti di Hammam
e giochi di Madrasse.
Zero ammiragli
sul gommone,
ma ragazzi,
con sognanti valigie
di ricordi a bizzeffe
e il Bianco Mare di Mezzo
da attraversare
per scappare
dall'assassino
della meschina nostra terra
presa in scacco.
All'arrivo
nessuna dogana
solo
promesse di libertà
da un destino
aguzzino e voltagabbana.
Dovevamo ricamare
elisir di speranze
intarsiando giare
di respiri profondi
con laccato garbo,
trasportando
come facchini
le nostre esistenze
ad un altro piano,
per adagiarle
dolcemente
su ruvidi zerbini
al di là del mare.
Un materasso d'acqua
ci cullava per portarci
dove il sole va a dormire,
con onde sempre più alte
in algebriche moltiplicazioni
esponenziali.
Non arrivammo mai.
Nessun rimpianto,
dovevamo tentare.
La pace sia con voi. |
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DaviD |
10/12/2015 07:23 1767 |
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| Un grido solo ha unito i nostri cuori
ogni qualvolta lui faceva un passo
in questa storia più gioie che dolori
e mille strilla da sfiorar collasso.
Palpitazioni correvan di rigore
sorrisi increduli ad ogni sua giocata
colpi di tacco e gol in rovesciata
passaggi al volo e classe da signore.
Duecento volte e passa quasi tre
c'ha fatto urlare d'una gioia immane
talmente grande da far dimenticare
ogni tristezza, e diventare re.
Non ci sarà mai nessuno al suo livello
vent'anni insieme a farci innamorare,
ogni domenica frementi ad aspettare
il nome suo come quello d'un fratello.
Fra poco questo finirà o è già finito
e tutti noi saremo un po' più soli
cresciuti insieme a vivere i suoi voli
che ci portavan fino all'infinito.
Ma non importa, i ricordi sono tanti
e niente al mondo potrà mai cancellare
le sensazioni che facevano vibrare
ottantamila ad innalzare i canti.
E a nostro figlio tenendolo per mano
in una lacrima accesa da un sorriso
potremo dire guardandolo nel viso:
"Adesso ti racconto chi era il capitano". |
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DaviD |
03/12/2015 05:53 1988 |
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C'era quella volta il re dei gatti
che sancì, da sopra un cornicione
"Deve finire questa repulsione
per topi, pantegane e ratti".
"Ma come, o re" rispondevan gli altri
"noi siamo simpatici e puliti
loro son sporchi e incattiviti
e poi, o re, lo sai siamo più scaltri!"
"Lo so micetti cari, è vero
ma anche loro devono campare,
magari lasciandoli un po' stare
potrebbero esternar il lor pensiero,
chissà che non abbiano da dire
qualcosa di nuovo e interessante
per questo mondo oramai stagnante
e destinato a un triste regredire?
Credetemi, la nostra civiltà
sui croccantini, me tapin, basata,
darsi dovrà presto una svegliata
e dimostrar le proprie abilità,
con l'uomo viviamo su un divano
ci castra, ci bacia, ci smanaccia
ci toglie l'istinto della caccia,
per chi c'ha preso, per un pincher nano?"
"E' vero o nostro re, tu hai ragione
con le comodità e coi giochini
ci siam dimenticati, che sciocchini
di essere parenti del leone!"
Così i gatti e i topi or alleati
si presero il loro spazio al mondo
al fin riproponendo a tutto tondo
gli scopi per cui furon creati |
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DaviD |
29/11/2015 14:26 1968| |
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DaviD |
28/10/2015 18:19 4109 |
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| Immagini di ricordare
discordie concordi
negli accordi distorti
di selezionate note.
Cancelli momenti
di tormenti sgomenti
nei sorrisi battenti
su cancelli di altre età.
Ti impressioni il cuore
con voci dipinte
nei riflessi filmati
di uno specchio da circo.
Rileggi parole
scolpite da labbra
di fugaci sinapsi
ricordi d’amore.
Coltivi speranze
in un orto arido
di sabbie mobili
da accarezzare. |
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DaviD |
04/04/2016 22:25 2763 |
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I pensieri sfuggono,
sfumano in nuvole
di profumi sbiaditi,
macchiano, le immagini,
tele impregnate
di timido smog.
In tiepide grotte
si preparano al letargo
raggelate sensazioni,
labirinti senza uscita
opprimono emozioni
invisibili alle dita.
Le parole hanno smesso
di giocare, in fila indiana
si allineano alla vita. | |
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DaviD |
29/12/2015 00:56 1706 |
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Su coltri soffici
di una grigia nuvola
riposa la mia malinconia
soddisfatta di sé
del tempo andato
nel vento di una lacrima.
E poi un raggio di sole
irrompe accecando
gli occhi stanchi
rendendoli
ebbri di vita.
Nel ricordo
di una fotografia,
in una carezza
inaspettata,
nell'abbraccio
di una favola serena,
nella risata
di tua figlia.
E rinasce insperata
una speranza disperata. | |
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DaviD |
02/01/2016 16:56 1772| |
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Io non sono un uomo
se questi sono uomini.
Lo sdegno si è saziato
di libertà, democrazia,
rispetto e li ha vomitati,
trasfigurati in sgomento,
rabbia, ira funesta.
Io non sono un uomo
se questi sono uomini.
Grido furore
piango tempesta
soffro vendetta
per i figli di Parigi,
i nostri figli.
Io non sono un uomo
se questi sono uomini.
Trasmuto in mostro,
cerbero idrofobo
fagocitato dal dolore.
Occhi rossi, freddo sudore,
bava alla bocca.
Ma i mostri sono loro.
Io l'uomo.
E credo nella giustizia,
nella libertà, nell'amore.
Nel perdono non più. | |
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DaviD |
15/11/2015 07:01 2715 |
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C'hai ragione core mio, l'equilibrio è quello giusto,
ma nun te ne approfitta', nun ce prende troppo gusto.
Che seppure l'arberello col tuo aiuto e dedizione,
sta piantando le radici e se volge in arberone,
ogni tanto glie ce vole l'acqua fresca e n' po' de sole,
pe' fa sì che cresca forte, nun se spezzi due o tre vorte.
E poi l'aria, quella bona, quel leggero venticello,
che je fa sentì che è bello, che le foje je arisona.
No quer vento burascoso che nun smette de soffiare,
che je sembra di': "A coso, vedi un po' che devi fare!
Pure si nun c'ho guadagno, io si vojo me te magno!!". |
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DaviD |
19/09/2015 06:28 2120 |
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DaviD |
03/10/2015 16:17 1893| |
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DaviD |
13/10/2015 11:12 3294 |
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DaviD |
10/10/2015 01:55 5581| |
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| S'allunga la notte
il freddo avanza,
il corpo arde zuccheri
le fibre esplodono:
è il momento
del lungo viaggio.
Parto all'alba
osservando il sole
cullato da correnti,
sono libero,
l'istinto mi guida
la mente è leggera.
Di notte non riposo,
la stella polare
illumina il percorso,
libro oltre le nuvole
acquisto velocità
mi sento forte.
Supero deserti
di sabbia e acqua,
dov'è inutile sostare,
sorvolo montagne
sfiorato dal gelo
niente mi può fermare.
Spari eludo e
gli uccelli tuonanti,
sovrasto temporali
raggiungo le stelle
sfido la sorte,
pazzo di vita.
Sempre più solo
ebbro di fame
inerzia mi spinge;
emaciato, sfinito
selezione naturale
raggiungo la meta
finalmente
riposo le ali
per il prossimo
viaggio. |
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DaviD |
27/10/2015 06:52 1611 |
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Di colpo mi ritrovo dentro il bosco
e subito il respiro cambia forma
il pensiero rallenta, il piede pure.
La mano allunga decisa verso il mare
spronata dall'incanto di dune arrampicate,
dall’invadente sabbia sulla strada
che scivola impotente verso il monte;
richiamo maliardo di maga prepotente
profilo eternamente incastonato,
che del Re viaggiatore i compagni,
suadente trasformò in cani ed in maiali.
Ma lo sguardo ammaliato si distrae nell’orizzonte,
scorgendo sagome di ottiche illusioni
isole dissonanti di estiva vanità e natura primitiva,
poggiate su un tramonto da desiderio espresso.
E con i sensi inebriati, centrifugo i ricordi:
i fuochi accesi nella notte ad invocare l’alba,
i primi amori timidi di eterea seta estiva,
gli ultimi, frutto di un tango un po' scordato,
il Maggio torrido di quando tu sei nata.
Ed il passato lieto si fonde col presente
di un cittadino che cerca aliena dimensione
in passeggiate d’inverni solitari, in tempi quieti
scanditi da campane, nella risacca che accompagna il sonno.
Seconda patria confusa con la prima,
un paradiso per uomini e zanzare,
vecchia palude nera
casa mia. |
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DaviD |
10/11/2015 07:12 1497 |
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Un'altra volta venticinque,
accelera il tempo
la sua percezione,
il punto di vista
connota la realtà
dilata i secondi
confonde gli spazi,
le esperienze prime
diradano in ricordi.
Nelle albe ed i tramonti
susseguono momenti
ripetuti, indifferenti.
Le sensazioni affievoliscono
si spengono pulsioni
non salta il cuore i battiti
impolverato e stanco,
ologramma proiettato
a dare corsa al sangue
in vene di altri corpi,
insano portatore
di egoismi ormai connaturati.
Con calma cellule
rallentano mitosi,
già appagate
da tenere meiosi.
Scultura, erosa
da vandalica atmosfera,
abbraccia monca
i pensieri nuovi, le scoperte,
delle tue poche estati
e del suo primo inverno,
in estasi riflessa.
Progresso: paradosso
che manda fuori tempo. | |
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DaviD |
20/12/2015 19:59 1940 |
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DaviD |
17/11/2015 05:27 1755 |
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Era nata con la primavera
in un anno vestito di piombo,
nel silenzio d’una notte intera
di cui ancora si ode rimbombo.
Bionde foto con baffi suadenti
impressioni di traumi rimossi,
di sorrisi rimasti sui denti
osservati da sguardi commossi,
non suoi. Lei con vecchi sapori
ha riempito di gioia quei vuoti,
liberato la vita ai colori
eludendo pericoli noti.
Con il mare vicino a cantare
avventure di terre lontane,
le bastava saperlo ascoltare
per sognare di notti africane.
E tempesta è stata sua vita
mormorio d’energie universali,
a nasconder qualunque ferita
con capriole e con salti mortali;
ricoperto da troppi colori
il ritratto di lei da bambina,
panacea ai presenti dolori
relegato coi topi in cantina.
Cara amica di tutta la vita,
non lanciare per aria la sabbia
ricadrà sempre non definita,
un inutile spreco di rabbia. | |
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DaviD |
22/11/2015 09:25 3752 |
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Ancora che ce credi Roma mia?
Li tempi de Anco Marzio e Cicerone
da mo' che se li so' portati via.
Più de dumila anni so passati, Caput Mundi
e nun te se pó vedé, pari er Burundi!
(Co' tutto er mio rispetto all'africani)
E' inutile che dici l'acquedotti
ancora sono quelli, nun so' rotti.
Ar popolo nun gliene po' frega de meno
se fando capoccella a buon matino
se trova n'antra vorta ner casino.
E arifacce co' sta storia che hai inventato
le strade, la Repubblica, er Senato.
Se piji er mezzo pubblico o privato
te sembra d'esse in mezzo ai tafanari,
sti bori con la faccia da intronato
che fanno i paraventi su 'e strade consolari.
Per non parla' dell'omini ar potere!
Nell'Urbe un senatore de mestiere,
se je girava bene, co' du' sarti,
faceva 'n fischio e annava a fa' la guera ai Parti.
Oggi 'no gnocco de assessore malandrino,
ar massimo, si je va, te po' aggiusta' 'n tombino.
Roma bella, ce lo sai, de te so' innamorato
e sempre te lo giuro, co' Scipione sono stato,
ma si dovevi da lassa' st'imago,
nun era mejo allora, finì come Carthago? | |
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DaviD |
06/10/2015 06:52 1586 |
|
| Sconvolto da stabilità
irradio
vitale energia letale,
equilibrio precario
di nucleari effusioni
in sospeso collasso.
Resiliente
in immobile moto infinito
nutro entropia.
Esaurito l'alimento,
all'acme del caos
di metamorfica catarsi,
nera - nebulosa - quiete
diventerò. |
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DaviD |
01/11/2015 09:13 3508 |
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Poche parole, eleganti
scevre di banalità e
luoghi comuni,
riconosciute, captate
a un livello subcorticale.
In armonia dei sensi.
E germina il sogno
un'emozione viaggia,
dal cervello raggiunge
solleticando, ogni ramificazione
superando le immagini
risvegliando il torpore
inturgidendo fantasia.
Il cuore aumenta il passo,
il pensiero è unico, assordante,
il respiro si affanna,
la mano annaspa lievemente.
Amplesso della mente
incontro di vibrazioni
sintonia in un fremito
estasi senza implicazioni
che supera il presente, la realtà.
La avvolge soavemente.
Si tuffa in un'idea,
un'illusione
attesa mai delusa,
saldamente confinata
nell'alveo dell'immaginazione
di un corpo, di un odore, di un respiro.
Sfiorandola in silenzio, con gli occhi chiusi. | |
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DaviD |
14/10/2015 01:31 4492 |
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Il cielo prepotente e saggio aveva cessato appena
di gettare sassi sul nostro delirio,
in un giorno di neonata primavera.
Aveva espresso inascoltato il suo dissenso
al nostro convulso sentire.
Ma la mente incurante continuava a fluire
e a rimbalzare incontrollabili dissonanze.
Era persa, risoluta e smarrita, consapevole ed ignara,
ottimista e disperata, oramai in preda a fulminante distimia.
Ogni pensiero opposto e incontrollabile,
ogni attimo il primo ma anche l'ultimo.
Cercavamo appiglio ad ogni sporgenza
lasciandoci andare subito dopo,
commiserando l'altro nell'odio e liberandocene nell'amore,
ridotti vicendevolmente ad essere
come incrinati specchi di esemplari negazioni,
oscurati da polvere e terra,
da sabbia e cenere.
Era un cielo di grandine
in un giorno di neonata primavera
e ossimoro era diventato il nostro amore. | |
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DaviD |
07/10/2015 12:08 3784 |
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DaviD |
03/11/2015 22:28 1426 |
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“Guardati dalle idi di marzo!”
me disse, così de straforo,
Spurinna. E io feci ‘n barzo
quer giorno passando dar Foro
Sapete, ero 'n po' assorto,
pensavo a Vercingetoríge
nemico leale ormai morto
annato a nuotà nello Stige.
De tutta la Gallia er campione
m’avea quasi turlupinato,
si nún fosse stato fregnone
e io er mejo homo creato
Ma tanto a cosa è servito
de giungere fino a Londinium
se a Roma m’avean tradito
osandome toje l’Imperium?
Er Bruto, er Cassio, st‘ infami
adesso me leccano er culo,
perché so’ oramai du’ rottami
seduti a cavallo de’n mulo;
ma quanno volevo apparare
je davano retta a Catone,
capoccione a nun ascoltare
la proposta der buon Cicerone.
Eppure nun era insensata,
ma so’ er più ‘nvidiato der foro
e alla guera l’hanno portata,
li stramejo mortacci loro!
Alla fine c’hanno scajato
co’ Pompeo e Tito Labieno,
e Dictator so’ diventato
Divus Iulius né più e né meno.
Me ricordo er timore pe' Silla
co’ zio Mario che me proteggeva
ora c'ho la mia stella che brilla
ma un presagio dar cor nun se leva.
Visto mai sti quattro straccioni
cui magnanimo diedi perdono
se tramutano in fieri leoni
e la morte me porgono in dono?
Ma no dai, che vado a pensare
l’indovino m’ha suggestionato,
ora vado ar senato a votare
so’ invincibile, predestinato! |
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DaviD |
13/12/2015 10:04 1950 |
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Due occhi nel bosco intenti ad ascoltare
di storie di gnomi, folletti e di fate:
“Quell’albero, vedi? Han fatto un disegno!”
“Così non si perdono, nel loro regno.”
“E guarda papà, in quel tronco c’è un buco!”
“Avranno una casa, mia cara, deduco.”
“Andiamo a vedere che stanno facendo?”
“Aspetta, fai piano, che stanno dormendo.”
“Ma io son curiosa, ci voglio parlare!”
“Non puoi cuore mio, le faresti scappare;
parlando di giorno con noi forestieri,
potrebbero perdere i loro poteri!
Però se di notte torneremo a guardare,
vedrai delle piccole luci volare
e se con dolcezza le saluterai,
ti proteggeranno per sempre dai guai.”
“Va bene papà, allora torniamo
ma adesso mi annoio, a cosa giochiamo?”
Che bello volare con la tua fantasia,
e senza volere, ritrovare la mia. |
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DaviD |
26/09/2015 05:21 2135| |
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