Come stilla
d’amaro calice
ti sei annidato
nel cuore.
*
Ogni cellula
della tua essenza
si è conficcata dentro
come freccia avvelenata.
Ha preso possesso
del mio essere
...tutto ...
*
Ti sei
allargato dentro me
come una macchia d’olio.
Hai assorbito anche
il mio respiro.
*
Ti ho aspettato ...
ma è rimasta vuota l’attesa.
Il destino si è compiuto
senza trovarti! |
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| Che strano rumore
fa questo silenzio,
più forte di qualsiasi parola,
mai tace.
Rimbalzano i pensieri
dentro una mente
che cerca soluzioni
e mai si ferma.
Racchiusi i sogni
tra le spire del tempo
non osano più ad uscire
e muoiono.
Ma il silenzio non fa parola,
i pensieri non idonei
si dissolvono,
i sogni si realizzano.
Nel gioco della vita,
la vita torna ad esser vita
il sogno non è più sogno
il nuovo nasce. |
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| Eccoti, tu sei qui,
la tua essenza posa,
m’appare soffusa
come un velo di bruma.
Nel riflesso degli occhi miei
allo specchio impressi
rivedo l’essenza tua,
sento anche il tuo profumo
ma lì, ancor s’infrange
quel piccolo strascico
d’un ricordo antico.
Rinasce quel sole che brucia
fonte di vita non più vaga
ed appaga l’essenza mia
come droga dentro il sangue
che turbolento ribolle
e scuote nel verbo amare. |
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Spesso son venduti i sogni
e deposti lontano,
ne soffre la vera essenza.
Son venduti per compiacere,
lasciati per assecondare,
venduti per gli altrui desideri.
Fantasiosi sogni dimenticati,
relegati nel limbo,
più non torneranno a riempire
il senso della vita,
e lasceranno un vuoto
in quel tempo
ormai oltrepassato. |
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| Albeggiava
e beffardo il giorno
riprendeva a mostrarsi
indifferente di me.
Mi ero persa dentro di te,
nell'azzurro dei tuoi occhi
ove io leggevo una vita
senza confronti.
Ed il giorno si chiudeva al sole
giocando con quel perdersi
mentre tu t’allontanavi forse,
senza alcun rimpianto.
S’alzava la luna in cielo
e si prendeva gioco di me
che t’avevo creduto, amato
e donato le mie emozioni. |
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| Annichilito
si fa lo sguardo,
quel timore giace
e paralizza.
Sale forte
una pressione
al cuore e si tinge
di nero il tempo. |
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S’espande e aleggia
soave
il triste canto,
eco era nella sera.
S’accendeva
nel cuore ... il pianto,
era fievole,
era lamento d’una capinera. |
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Punge l'anima
l’insistente ricordo
che sfrontato s’affaccia,
non voluto ne cercato,
mai dimenticato. |
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