Mutano stupori,
in gelide pietre
di sensorie
astrazioni.
Bagliori eterei
celano insipienza,
iterazioni inducono
incongrue conduzioni.
È germinata semente
vestita di serica illusione,
inconsapevole lusso
di sostanza inconsistente.
Sinapsi inaudita
vaga
nel suadente oblio
di spazi siderali.
Obnubilante fola,
i defraudati sensi
cosparge
d'ipnotica malia.
Mi è il simile dissimile
ma forse è colpa mia. |
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DaviD |
05/11/2015 07:03 1881 |
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| Sconvolto da stabilità
irradio
vitale energia letale,
equilibrio precario
di nucleari effusioni
in sospeso collasso.
Resiliente
in immobile moto infinito
nutro entropia.
Esaurito l'alimento,
all'acme del caos
di metamorfica catarsi,
nera - nebulosa - quiete
diventerò. |
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DaviD |
01/11/2015 09:13 3509 |
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| La realtà non è ordinata
o ascisse di piano cartesiano,
si sovrappone a carmiche astrazioni
di riflessioni perpendicolari.
Il punto che si incontra con l’amico
non riconosce il sogno dall’azione,
confonde l’urlo inerte della notte
e il titubante destarsi palpitato.
Storie racconta di incognite equazioni
su scale algebriche che sinapsi sale,
di spazi confinanti col terrore
cullati da un retaggio primordiale.
E qui le dimensioni parallele
incontrano ellissi turbinanti
in irrequieti Mandala intrecciati
da innumerevoli Zenit e Nadir.
Il contenente perde il contenuto
in scariche di nervi avviluppato,
afferra l’Azimut, irradia coordinate
inoculando endocrine endorfine.
La gravità fortifica le mura,
lisergici invasori respingendo
e impone con la forza priorità
tentando un atterraggio d’emergenza. |
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DaviD |
19/11/2015 06:38 3793 |
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Pensiero vibra
prigioniero
d'assopiti neuroni.
Di seme cosparge
contorti meandri,
levigate tracce di sé
affastella d'invisibile.
Fuggevole inconsistenza
sconvolge
silenziose grida,
in espressivi ectoplasmi
di taumaturgici dolori,
genera dedali inetti
di rettilinei calmierati,
elude connessioni,
foschie di riflessioni
inaridisce.
Emicranie nascoste
in desertici paesaggi
d'analisi inevase,
veicoli in panne,
inerme l'inquietudine
d'effimeri vocaboli,
eterei macigni
di polistirolo,
inafferrabili facezie
grevi
di astratte percezioni
doloranti.
Poetica catarsi,
obnubilato ricordo
fugace reflusso vano,
pacca su una spalla
senza mano, senza spalla.
Catena arrugginita di sinapsi
che non riesco più
a sbrogliare. |
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DaviD |
08/12/2015 07:09 1634 |
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DaviD |
10/10/2015 01:55 5581| |
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| Costretto da esogeni pensieri
bombardato da estrogeni ossessivi
coesisto con chi sono e chi vorrei
in guerra con chi vorrebbero che fossi.
Cammino su tappeti mutaforma
che un passo sono rose
ed uno spine
respirando nuvolosi giorni
e notti limpide
che accendo di stelle
bipolari.
Paradossale animale
mi nutro di malinconia e gioia
ma non di noia,
in un sogno di sostenibile energia
fallito in giacimenti estinti.
Congenita imperfezione
di una macchina perfetta,
il cervello mi ha ingannato,
come un robot
che si finge migliore
del proprio ideatore.
Ma insisto, caparbio,
cercando quel pensiero sommerso
da una valanga di parole,
quel brandello.
Ed ecco che affiora Saggezza
sommersa da un mare di relitti
e rimane accecata
da un limpido raggio di sole.
Ardua è la scelta di chi crede nell'amore. |
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DaviD |
15/12/2015 06:59 2722 |
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| Fine da finem limite, confine
chiuso da un muro
invalicabile
ostico
Cattivo captivus prigioniero di se stesso
nessuno cancellerà il tormento degli occhi
nessuno lo ha mai scorto
nessuno
Qualcuno
non chiederà ciò che è ignoto
non conoscerà dolore se
non saprà felicità
come altri
prima
Tradizione tradere consegna trasmissione
progenie di donne affannate
operose indomite
fini a se stesse
Famiglia faama casa riempita
di vuoti simulanti pieni
in un circolo
vizioso
Mortificato mortem facere
ossimoro che agogna
qualcosa
Amore
Ricordo lontano di racconti perduti
simulacro ideale
vago confine
Il fine non giustifica il mezzo né l'attore
il mezzo non porta né la apre
immobile scruta inerte
inerme capitolare
Capitolo chiuso
punto a capo.
Calato |
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DaviD |
29/09/2015 06:53 1728 |
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Vivo di passioni fulminanti. Le brucio con veemente intensità,
la storia, la chitarra, la poesia, insieme al calcio che è la croce mia.
Alcune poi ritornano pressanti. Ormai dovrei saperlo alla mia età.
Perció finchè m'aregge e nun m'annoio, v'ammorberò co' quarche mia poesia
nell'illusione de fa' spunta' un soriso od un pensiero a chi la leggerà. |
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