| Dolce e asprigno
quel sapore rimasto,
che ancor richiama
di te - forte- presenza.
Nonostante gli eventi
tu non scomparivi
seppure mai si rinnovava
nei teneri ricordi
la tua profonda essenza.
Sospesi nel vuoto
il cuore e l’anima
continuano il cammino
di quel percorso
che mi mostrava la vita
un passo davanti all’altro.
E sono sempre qui
a rimembrare senza scoprire
che sarebbe stato di me
se tu fossi ancora qui accanto
a camminare al mio fianco. |
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Dolci come miele le speranze,
amare come fiele le delusioni,
aspre come limoni
le adrenaliniche emozioni. |
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E come mi è mancato
il fresco profumo di quell’estate,
sapeva di onde del mare,
di schizzi rimbalzati sugli scogli,
sapori legati alle spiagge assolate.
Liquidi umori aulenti sparsi nell’aria
ci legavano indissolubili
sospesi tra il cielo e la terra
in un profondo sapere di noi stessi. |
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Scivola piano
la piccola goccia sul bicchiere
s’adagia sul tavolo e vi rimane …...
Scende lenta una lacrima dal viso
goccia candida di dolore intrisa
cade sul tavolo, si spezza in mille.
Cade con rumore assordante
cade come fosse di piombo
carica ancora di cento
tristi ricordi. |
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| Portata da un’onda anomala
si è spiaggiata la mia mente
nel magma rovente
di una mistica passione.
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Sono entrata
nei misteri della vita
attraverso il vortice
di un uragano impazzito.
*
Ho viaggiato
sul bordo di galassie
contemplando
il pensiero Divino.
*
Sono tornata
dall’estasi di un sogno
nato nel cuore
dell’anima. |
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| Tu sorella mia
amica di vecchia data
sin dalla lontana infanzia
ascoltavi le mie confidenze.
Oggi che sono qui a tenerti
teneramente per mano
non comprendi il mio parlare,
il logico dialogare.
Racchiusa nei tuoi ricordi,
solo quelli, chissà come,
impressi son rimasti
nella tua confusa mente.
A volte canti sola,
altre osservi il silenzio
e par che dormi.
Quel morbo che non perdona,
ti ha rapito l’intelletto,
sradicato dalla vita. |
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| Di quei capelli diventati ora
d’un bel colore argento,
s’intonano e assecondano rughe
nel determinato passar degl’anni.
Bianchi quei fili esordienti
contornano il viso caldo
d’occhi rilucenti a far del tempo
nota forte d’esperienza.
Scrittore e poeta descritto è
il tuo cammino dai tuoi versi,
giocano con l’esistenza tua
poi tra un rigo e l’atro, cambiano.
Desiderio, passione, amore
e la famiglia fan da ponte,
la mestizia s’intrufola pian piano
nel tempo del suo andare.
Sulla strada del tramonto
il saggio scrive di sé più nulla,
osserva solo la natura delle cose
e le decanta. Non son più parole. |
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| Avevo fermato il tempo
oscurando la luce
quel preciso istante
che chiusi gli occhi al giorno,
ti allontanavi da questo mondo.
Avevo bendato gli occhi,
rigettato gli eventi
ma non è servito a niente
cadevano le stelle,
si nascondeva la luna alla notte
ed il sole dietro nuvole nere.
I guardiani degli inferi
non conobbero mai
le mie intenzioni
ed oggi sono ancora qui
che mi domando:
ora che vedo una tremula luce,
è forse la tua essenza? |
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Mi accompagnava il tuo sorriso
ed il tuo dolce canto mamma
lungo il mio tempo di gioventù.
Ricordo che tenevo sol per me il tuo fianco
ove mi sentivo da te protetta,
la notte anche ti cercavo per godere
di te un caldo abbraccio, un tenero bacio.
Ripenso all'orgoglio mio sul mio diario,
d’un tuo disegno, che era forse ricalcato,
ma che io però, esibivo felice al mondo intero:
“giovine donna, con i piedini nell'acqua,
seduta sul bordo d’uno stagno
tra ninfee, rane e girini.”
E sei ancora qui, mamma,
ti ho tenuta sempre nel mio cuore,
immagine dolce, immagine cara! |
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E di quel canto
ancor io m’appago
nel rimembrar quell'usignolo
che usava solfeggiar
dolci note
su quel possente ramo
di quercia antica
nata allor e poi cresciuta
nel lontano tempo
accanto al casolare
della casa avita.
Usava il mattino
destar il sonno mio
ai primi albori d’alba
e saltellando
di ramo in ramo,
giocherellava
tra fronde e ghiande.
Oggi lui più non c’è
quel simpatico uccelletto,
tramutato è nel tempo
in altra vita.
eppur ancor io lo sento
tra gioia e sentimento
quando è il mio cuor
che si rammenta e canta
la sua canzone. |
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| Si muove l’ombra
col vagar del sole
che sempre mira
a rifletter d’ognuno
l’indomita forma.
Vola l’ombra d’un gabbiano
sulla terra, sul monte
e sull’onda ondula
nel di lei spumeggiare
tra rena anfratti e rocce.
S’allunga e s’avvicina
l’ombra col passar dell’ore
a mezzogiorno più non c’è,
poi ritorna ad allungarsi
per svanire verso sera. |
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| Seduta sul bordo del lago
tra i riflessi dell’acqua,
nel debole pianto lei,
sognava, la gioia del cuore
un amore sincero,
una vita più vera.
E sbatteva i piedini,
creando quei cerchi perfetti
che poco più in là, morivano
e svanivano piano.
Tra le fronde e le ombre
filtrava un raggio di sole,
illuminava le rive e le sponde,
le ranocchie cantavano
sugli steli e le foglie,
i pesciolini saltavano
muovendo il codino veloce
mentre come argentee perle
le scendevano lacrime dal viso
formando un mare di stelle.
Le ninfe del bosco
chiamarono a raccolta
tutti i sorrisi del mondo
e dentro una soffice nuvola
la soffiarono nel piccolo cuore.
Pian piano, l’amore s’espanse
e sul viso ora gioioso
s’accese un grande sorriso,
venne dimenticato il dolore
in un semplice gesto d’amore. |
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