L’osservo di bianche cime, candore a salire
colorano paesaggio in luminosa neve,
il verde fogliame richiama la natura, la terra
nei silenzi a circondare i cuori in respiro.
Immerge il pensiero nel memore ricoperto,
in quell’a rendere bellissimo momento,
allineate case, omertose, a raccontar il vero
cerchiato da operose parole vissute in musica
nello stagno della vita ad occhieggiare
con melodie a specchio in portamento.
Esulate sfumature, d’amore immortalate,
di cercate posture, nei riflessi diamantati,
con brezze di salubre aria in gemma
tra i fiati a costellare striature in sogno
nel tinto panorama dall’animo varcato.
Mani hanno assaporato gioia... bramati
pennelli hanno nelle notti rinvigorito abbracci
in solitaria speme all’ammiro di quei ghiacci
e tra le stelle il risorgere nel dì, di un domani
nella nitidezza in ritaglio di dipinte... sfumature. |
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Scoprire con la luna che scorre
orme impresse tra le sparse foglie,
coi raggi a intravedersi nelle macerie
a rantolare nel buio che coglie.
Osservare quel lontano cielo
stellato e pronto ad illuminare i passi
mentre la solitudine attanaglia i cuori
tra i resti del chiarore lungi a venire.
Trema la terra al grido in pugno,
strozza in gola il dirotto pianto
lassù ove le lacrime si sperdono nei silenzi
e la speranza brama nelle oscurità.
Falcia l’aria l’acre odore della polvere,
visi increduli tra le rovine a incamminarsi,
oscilla, il boato incute ancora timore
ma del domani all’alba ... il voler vivere. |
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Silenziosamente il mare l’accoglie,
carezza onde nel suo legger scivolare,
muta è l’aria intorno ... in luce scorre
lo stridio di gabbiani ad accompagnare.
Orizzonti s’avvedono lontani
un faro, guardiano lì attento, infonde,
si spinge al largo con snodata brama
per raccogliere del mare il suo incanto
e nell’imo l’ancòra calar ... tra le profonde.
Una velata brezza tra le fessure poggia,
su disteso volto delizia di germoglio fiore,
il sole è lì in alto ad irradiare in passaggio
mentre il respiro si libra nei ricordi
di un passato e mai eroso amore.
Rotea di prora al vento
pilotina solitaria,
raminga resta nelle saline acque
a raccontar gaudio momento ... ondeggia
in desiderio di vita immaginaria,
tra i canti a sibilar, a riaffiorar pensiero
nella silente culla a dondolar animo sincero. |
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Ascendono silenziosamente,
accarezzano l’aria con soffi di pensiero,
contorni nella luce della natura
a scegliere con movenze omertose
le sfogliate pagine, da ombre vezzeggiate.
Fiaccole illuminate dallo scorrere del tempo,
istanti assaporati nell’incantato inebrio
il panorama è lì racchiuso in bellezze pronte
nel visionare il mare, il suo splendore
tra i fiati poggiati su passi delicati
nell’audire il canto degli uccelli,
nello svolazzo di libere creature.
Tacite passeggiate, l’oblio a giacere
sguardi a sperdersi, tra il fogliame avvolti
alberi a parlare con rigogliosi rami
mentre rivolo di rio nello scendere risuona
con trillanti vibrazioni su lindi scogli
Gradoni in sogno
a salire, a scendere perle ammirate
punte di fiorita magia, lo sboccio
tra le vie il fluido della speranza
per quell’incanto mai a scomparire il fiocco
nel mielato respiro di albe alla vita sortite |
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Il vuoto, la paura del buio, del nulla
una chiusa porta, un mancato vedere,
apostrofato, cancellando il sapere
nei relitti posti nella mente che frulla.
Vita frammentata, rimestata alla rinfusa,
accerchiata dalla solitudine, dal niente
con l’anima avvolta tra le nebbie vedenti
indicando la via... ancor confusa.
Rive rimestate ... desolazione,
cataste di memorie sulla riva riversate,
riflessi spazzati da venti di paura, terrore
nei silenzi di realtà assopite coi suoi resti.
Propende il pensiero nell’oltre noto,
s’aggroviglia tremolante tra le cerchie del tempo
rovista, s’imbatte incredulo nell’ignoto,
s’inginocchia al destino incombente.
S’appresta silenziosamente a vestirsi
con occhi velati da ali di pianto,
tutto resta così nell’incedere fiacco,
di quel viaggio... il suo sentirsi stanco. |
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Solingo te ne stai
a contemplar del tempo il suo umore,
silenzioso ti poni in retta posizione
alla ricerca d’un frastuono, d’un suono,
e cerchi nei meandri della solitudine
un viso, uno sguardo...
l’attirare della tua attenzione.
Uccelli in volo son lì pronti
da te a planare in allegrezza,
un cinguettio, una carezza...
tutto a te è gioia,
accogli del vento ogni minima brezza
e doni pace tra i campi a fiorire.
Vecchi stracci, rappezzato manichino,
solitario affreschi d’ognun la memoria,
tingi di pensiero ogni flebile passo
e reciti nei silenzi l’umile preghiera
d’essere non più solo ...
tu, uno spaventapasseri
nel vasto mondo della poesia. |
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Incuneato tra le pieghe della vita, tendi
tu... atleta dai mille volti, ti prepari con audacia
in fremente attesa la partenza attendi,
imperniato su scarpe ad indicare la via
sfiorata con euforica tenacia.
Fendono l’aria fuggenti braccia,
colori nell’incipiente attimo colto,
il piede repentino tra le corsie s’invola lesto,
dalle terre lo stacco squarcia lo spazio, il vento
e si propende in solitaria sul mirato traguardo
all’ombra d’ogni bonaccia.
Scie di verità con volere sospinto s’affiancano
quasi a desiderare il dispiego, sussurrare parola
ed egli imperterrito il pensiero sorvola
nell’accarezzo d’ogni enigma, arcano.
Una corsa contro il tempo,
un essere ladro col sapore della vittoria,
il sogno è là in meta e nel frattempo
all’arrivo propende per quel trofeo ambito,
nell’innalzo verso il cielo della dovuta gioia
d’un felice nastro annodato all’esistenza. |
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Palpabili dita scorrono su pagine lette di vita,
finestre chiuse sono su note risuonanti nei silenzi
restanti spartiti a sfogliare nel cantico speranzoso
sul sordo pianoforte scelto tra le rughe del tempo.
Risuonano melodiose musiche... nelle stanze
accesi colori, su volti increduli, si sprigionano...
con macerate parole, desideri di passate primavere,
fremono le mani, mestizia a scivolare è nell’aria
con striature d’anima nel suscito di vissute emozioni
all’adulto vibrare, sfiorante di palmate sensazioni.
Il rintocco delle ore è scandito sul tramonto,
fruscia silenzioso tra le pareti circondati di gloria
volta la debole pagina di giorni scritti in storia
effluvio di vogliosa penna, il dire d’umile scrittore.
Sdrucciolano le note di vecchia canzone,
accarezzano lo sguardo felpando monili antichi
ricalco donato tra i cuori a sfiorare le ombre
con frenetica voce raggomitolata nell’animo,
nei diari compilati con piume di lacrime nascenti
e riposti gelosamente nello scrigno del pensiero. |
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Di bizantina muratura la costruzione
e con la struttura di millenaria storia
il Ponte di Porta Napoli nacque,
della città l’ingresso fu fortificante
e la magnificenza, lo splendore
nei ricordi di canale naturale,
d’ una interscambiata vita,
nell’incontro di azzurrine acque.
Ponte Sant’Egidio
l’affaccio al Mar Piccolo, il sorriso
il lasciarsi accarezzare in protezione
dalle onde del Mar Grande
e il trascorrere nelle ere mai oziando
alle memorie lasciando il suo ricco pregio.
Ponte di Pietra, così chiamato,
dalle arcate così remote, annose
il sussurro donato alle barche nell’attraverso
coi pescatori a mostrar fieri il pescato
e i mitili in vista offerti all’ammirazione.
Cuore di Taranto, antica città,
le notturne luci sfavillano al suo bel mostrare
il Borgo e l’Isola lo salutano, nell’osannare
di quel viaggio il tempo che mai morirà. |
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Nudo selciato accarezza stanchi passi come traguardo,
annodati pensieri su gelida panchina, triste cammino
fievole respiro s’accosta su nodi, giace l’inerme sguardo
con le spalle voltate alla vita... è un amaro destino.
L’aria s’avviluppa, bianco e nero è l’orizzonte
nessuna parola a proferire, uno specchio a riflettere
coi blindati sogni tramontati in una spenta luce
una fiammella a restare tra i fantasmi intorno.
Occhi non vedono, hanno smarrito le carezze
fragili membra riposano infiacchite, l’ignoto è lì
la mente vacilla, ha cancellato le ultime speranze
mentre in solitaria si concede all’amaro destino.
Tra le ombre d’una persa esistenza, lento si trascina
con lo strascico d’un perduto ricordo, mera sorte,
resta immobile senza un domani tra nuvole morte
una lacrima e l’amaro destino su quella fredda panchina. |
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Adagiata all’ormeggio, solinga sta
accarezzata dalle onde alla banchina attende,
parla alla città con le sue vecchie costruzioni
sospira al mare che ripone i suoi colori
Respira di salina acqua, lo sguardo
iodio tra le narici, aria di nuova vita
la Torre dell’Orologio in Piazza Grande
la Pensilina Liberty, la terrazza in affaccio
il vocio dei marinai... lontano ricordo
Solinga attende di quel pescatore l’andare
col silenzioso remare tra le spume del Mar Piccolo
mentre schierate case salutano col loro sillabare
la storia d’un vetusto popolo... il suo costume
Mollata fune, il dondolio a cavallo di brezza,
la fontana, il suo zampillare che conforta
di quel levigato legno, l’arte scalfita,
mentre il gabbiano coi suoi schiamazzi
osserva la solinga barca che lentamente va
verso quell’orizzonte, tra i silenzi del domani
d’una spartana terra lambita dal tempo |
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Tra le mani... il nulla
sfuggita preghiera, il vento, il suo sussurrare
tra le mani l’amor vacilla
quell’ultimo respiro, la musica, l’accompagnare
Amaro destino
incredulo s’è posto al suo cammino
tra le mani... il nulla
e tutto che sfugge alla mente che frulla.
Un bagliore, una danza
quell’alba ha segnato, rubato
niente a restare, un sogno depredato
nell’inquieto brillio che scappa dall’esistenza.
Tra le mani... una troncata onda
amaro destino crudele e beffardo
ha cancellato in un attimo, da ingordo
nella sorda melodia che s’ascolta e affonda.
Un velo a coprire il desiderio, spezzata
la volontà dell’essere partecipe alla vita
tra le mani oltre la notte resta un addio,
l’infranta amata,
ma nulla cancellerà quell’amaro destino. |
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Nulla più leggeranno
nulla più osserveranno
accatastate recitano ormai scena muta
ammassi di ricordi relegati nelle inezie
tra le grida soffocate dal dolore
Nulla più racconteranno
nulla più ai posteri daranno
solo sbiadite foto a rimembrare
accumuli di storie scritte con gli occhi
tra le lacrime di chi più non ne aveva.
Segni indelebili tramandati
pagine a rivelare gli obbrobri
gli orrori di una infinità viltà
ammucchi di valigie a svelare il viaggio
nello stridio d’un treno alla sua ultima fermata.
Nulla a dimenticare
nulla a cancellare
di quei lapilli il canto della morte
di quelle sommesse urla l’inutile ascolto
tutto così vero quanto irreale
di tante vite la triste sorte. |
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L’odore del mare accompagna flebili pensieri
refolo di ricordi a rimestare la paura del domani
lo sciacquio delle onde mantiene sveglio il cuore
la mente è là con le inevitabili scelte, i suoi percorsi.
Schizzi sorvegliano il delicato, snudato sonno
la primavera della vita si appiana sul nudo ponte
mentre la scia congela reminiscenze d’un tempo
e l’alba custodisce incrociati e smarriti sguardi.
Ondeggia silenziosa la paura celando il dolore
è sulle tracce d’un destino or lontano nei sentieri
mentre tremori s’avvicendano nella sofferenza
d’uno smarrito cammino nel ventre perito e stanco.
C’è sempre quella luna che osserva ogni notte,
c’è sempre quel sole che cocente vive ogni giorno
brucia la pelle nei rimesti occhi tra le ferite in petto
tutto conduce nelle ombrosità della gracile esistenza
sulle tracce d’un destino lontano, privo di orizzonti
nello stregato silenzio che attornia la cagionevole vita. |
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e allora tutto sarà alla luce,
tutto sarà come una volta
col fiorire della vita coi suoi colori,
nel sentiero della fragranza
dove scorre nel delizio la speranza
tra le mani ove l’amor perdura.
Verrà quel mattino in balia del sole,
tutto sarà splendente
col fraseggio ispirato al suo cospetto
col librarsi nelle più belle fantasie
per sorridere felici coll’abbaglio
nel fulgore che accarezza il cuore.
Verrà quel mattino... si verrà
ed allora osserveremo gli orizzonti
dipinti da futuri arcobaleni,
da sorrisi su molecole di cristalli
da sogni nella trovata felicità...
ed allora uniti in un abbraccio
sogneremo su soffici guanciali
donando agli occhi aurore e albe
come gocce d’acqua nei sussurri d’amore. |
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Nella distanza d’una memoria che si perde,
fluttua la corrente del pensiero
nello sguardo smarrito e privo di verità
in quel vacuo ricordo che ancor attende.
Nella siepe or in bilico tra i sospiri
il viaggio della mente che si confonde
tra le dita affusolate e pregne di lacrime
nello svolazzo di rossi capelli, i rimiri.
Dilemma... non ci vedo
Uno sfondo scuro su immensa parete,
a celare la verità del mondo
spogli di parole, invasi da litanie
e da forme di cultura desuete.
Tutto si concede a memori storie
aggrappate al ramo teso della vita
disegnata nei quadri d’una esistenza
alla ricerca di vere traiettorie.
Dilemma... non ci vedo
Le mani dovrei abbassare
lasciandomi trasportare dall’infinito tempo
disegnato nella nostalgia d’un sogno
e percorrere nella luce la voce
che s’accompagna al desiderio d’amare
sin alla sua foce. |
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Il tempo sosta su scritte pagine
con svuotati gradini a rimembrare,
di quel fragile essere l’inerme ascesa
con gli occhi serrati al mancante domani
e resta immobile, ormai solo, senza speranza.
Umili veste che parlano da sole,
stracciate dall’intemperie, spogliate
d’ogni segno di vita, di presenza
senza più il respiro che s’accompagna.
Un giorno dopo l’altro,
un giorno uguale all’altro
sfumature di sole, tracce fantasma
la strada, l’unica nell’inutile vivere,
in un mondo infame, crudele.
Senza respiro lo sguardo nel vuoto
un’anima sola, stanca vagheggia nel nulla
volteggia col pensiero d’un mero destino,
tra le vie colorate da un lungo tramonto.
Le impietose mani son lì a chiedere,
un filo di luce, di speranza,
un anfratto, un giaciglio
il ricordo di un sorriso
ma tutto giace nel fondo d’un oblio
tra le graffiate terre d’un sipario chiuso ad oltranza. |
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e le lacrime lastreranno strade
lasciando cadere passi incerti
con luce inciampante, traccia che invade
su pensieri da lasciare sconcerti.
Pioverà ancora... sperduta speranza,
tutto sarà una continua litania
apatico proseguire ad oltranza
adombrando di grigio l’unica via.
Copiose gocce bagneranno visi
segneranno gli scenari, passaggi
tinteggiando scarseggiati sorrisi
su smunte labbra di scuri paesaggi.
Pioverà ancora, ma il sole tornerà
e ogni cosa a vivere ritornerà. |
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Una foto di qualche anno fa
ormai dal tempo sbiadita,
uno scatto sospeso nel tempo,
uno scatto a siglare un momento.
Fotogramma a disegnare un attimo,
un attimo rubato per dipingere,
e immortalare un felice animo,
un idilliaco fraseggio d’amore.
Sullo scolorito bianco
in retro una data,
una data e una frase
a segnare la bella circostanza
uno splendido sorriso
e la freschezza d’una eterna giovinezza.
Una foto,
un volante bacio e poi...
e poi di quell’apoteosi il rimembro
di quella data l’antico ricordo
d’un amore mai cessato. |
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