E mai mi stanco di guardare il cielo,
niente è di lui più stabile eppure più mutevole,
è un susseguirsi di cambi di colore
e varia repentino anche il suo umore.
Libero gioca il vento con le nubi,
non ha un inizio e non ha mai una fine,
nessuno lo potrà mai imprigionare
nel moto perpetuo del suo vagabondare.
Se voglio, in ogni istante della vita,
il cielo è dentro me, è la mia fantasia,
sconfinata e solamente mia, leggera come l’aria,
quel pizzico di follia che mi fa più temeraria
E non ci sono sbarre alla finestra
e non ci sono chiavi nella toppa
in grado di arrestare il mio pensiero
che libero e infinito si spande come il cielo.
E mai mi stanco di guardare il cielo,
di catturarlo nell’istante di uno scatto,
impercettibilmente muta ad ogni posa,
etereo sfuma, come il profumo di una rosa. |
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Sei qui,
amica fedele
di solitari tramonti,
punto di fuga
in un fazzoletto di cielo
che sfuma il tenue azzurro
nel rosa dorato all'imbrunire.
Eccoti,
compagna silenziosa
di celesti nostalgie,
vivida rifulgi
al faticoso declinar del giorno,
per giungere puntuale
al rendez vous coi miei pensieri. |
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Qual è il confine tra finito ed infinito
mi sto chiedendo mentre guardo il mare,
quest’acqua trasparente, cristallina,
che mi scivola furtiva tra le dita.
L’ondoso moto perpetuo non si arresta,
non ha un inizio e non vedo la sua meta,
evapora al calore e muta le sue gocce
in cristalli purissimi di cielo.
Fisso lo sguardo lungo l’orizzonte
per catturare la sua linea netta,
come a cercare il limite tra l’anima ed i sensi;
ma alla fulgida luce del mattino estivo
si fonde il margine tra mare e cielo
nell’unico enigmatico infinito.
Inafferrabile,
come il fruscio del vento.
Imponderabile,
come il mistero della vita.
Imprevedibile,
come la fiamma dell’amore. |
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Stanotte il sonno tarda ad arrivare,
mi giro e mi rigiro nella mia inquietudine.
Poi muovo passi silenziosi verso il mare
in cerca di beata solitudine.
Alzo lo sguardo, mi apro all’Universo
E là tu sei, placida e lucente.
Sorella Luna che riempi il cielo terso,
ti fai ammirare algida e ridente.
La tua bellezza si offre senza velo
e a contemplarti mi sorride il cuore.
La mia lode cosmica si leva verso il Cielo
...ora so che non ho sprecato le mie ore. |
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Timido si annuncia il nuovo giorno,
dal sonnolento torpore della notte si ridesta
al pallido spuntar del nuovo sole.
Come bimbo ancora informe
nel grembo di sua madre
incerto tra il maschile e il femminile,
in divenire cosmico la tenue luce rosata
si stempera col ceruleo manto
che fresco avvolge questa stanca terra.
E il dì nascente si apre all’illusione
di nuovi sogni, di nuove avventure
e vergine rinasce la speranza.
Per l’aere tersa, viaggiatori indomiti
lasciano scie d’argento, evanescenti,
come lacrime su gote di innocenti. |
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| Mattinata settembrina limpida e soave,
è il giorno che fa memoria del mio Signore risorto.
Qui sul terrazzo proteso verso il cielo,
il capo sul seno materno del Vesuvio,
osservo il mare calmo e placido del golfo
che guarda all’isola delle sirene.
È ancora quiete intorno e placido il risveglio;
già nell’aria sale un profumo di vivande ad allietar la festa
come nei giorni semplici e lontani
dei miei ricordi di bambina.
Davanti a me macchie di verde rigoglioso e la città:
l’antico e il nuovo intrecciano improbabili armonie.
Comete tecnologiche si stagliano nel cielo,
le scie luminescenti feriscono l’azzurro
in un fulgore breve,
protagonismo effimero
che non lascia alcuna traccia dietro sé.
...Siamo viaggiatori del nulla
che passano la vita in movimento...
Cerchiamo un senso per le nostre vite.
Poveri ricchi, stolti sapienti, sazi affamati,
cerchiamo un solo cibo, lo stesso nutrimento: Amore.
Amore che brucia e non consuma,
Amore che attira e non possiede,
Amore che dona eppur non viene meno.
Amore che vince ogni timore,
che apre il cuore all’Altro e accoglie il suo calore
per trasformarlo in desiderio irrefrenabile di Amare. |
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Infuocati tramonti,
squarci di brace
tra nuvole fluttuanti
come criniere al vento
di cavalli selvaggi,
liberi,
lanciati in galoppo
tra la spuma del mare
e schizzi di umida rena.
Indomito Sole,
incandescente,
apri spiragli di sereno
tra le cupe tempeste della vita
e sprigioni energia pura.
Incontenibile mi assale
ardente desiderio
di librarmi in volo
al di là
di nembi e cirri
grigi di smog e di veleni,
al di là
delle tristezze quotidiane,
là, verso l'azzurro
che si apre terso
nel riflesso
del giorno senza fine. |
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Autunno ritorna
e suscita immagini di boschi
ammantati dalle prime brume,
fiabe di elfi e fate e cavalieri erranti,
e cime di monti affiorano da lattiginose nebbie
al timido spuntar del nuovo giorno.
Riappare Autunno
con echi di bambina
al calpestio dei passi crepitanti
su foglie accartocciate sul selciato,
tappeto steso dalle rosse chiome
di alberi estenuati dalla calura estiva.
Autunno rinasce
con l’oro dei colori e con l’arancio,
il cromo ed il marrone in mille sfumature,
col gusto dolce e appiccicoso di loti e melograni
di grappoli maturi e inebrianti mosti
e l’umida fragranza di muschi e funghi saporosi.
Riaccende Autunno
la memoria dei profumati legni
di banchi di scuola, di libri e di quaderni,
di sentori di cuoio di cartelle e inchiostri colorati,
dolci malinconie cullate nelle sue atmosfere
a nutrire le mie storie e le mie fantasie. |
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Se dici che d’inverno il mare è triste,
non hai sentito mai la voce del silenzio
rotta solo dal mugolio del vento
che bizzoso si tuffa in mezzo ai flutti
e li rincorre fino a riva e poi li infrange
con capriole e con movenze rare.
Ebbra si consuma la corsa spumeggiante,
gioiosa come un brindisi augurale
fra terra e cielo e mare.
Muovi i tuoi passi lenti sulla rena
che umida e paziente
scricchiola al tuo passaggio,
mentre ti sfiora il fruscio dell’ala
di un gabbiano che plana in solitaria
cullato da correnti ascensionali.
È la natura nella sua sacralità
che si ritempra dal marasma
di barbariche invasioni che al sole
hanno ostentato la propria vanità.
Aspira la salsedine briosa,
pungente come il profumo dei ricordi
che timidi lambiscono i pensieri.
È il fascino discreto
di una fotografia in bianco e nero
che emana nostalgia del tuo passato
fatto di visi e sguardi e tanta storia,
riposto quale preziosa gemma
nello scrigno inaccessibile
della tua memoria.
Più in là dormono in secca alla battigia
i legni spossati dai marosi
l’uno adagiato all’altro nel letargo,
le faticose reti abbandonate ai fianchi,
aspettano mansueti il tempo del risveglio.
Siedi un momento, ristora la stanchezza
e verso l’orizzonte leva il viso...
Quel raggio di sole argenteo tra le nubi
già rompe il grigio ed accarezza il mare,
come del cielo un tenero sorriso. |
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Tra luce e tenebre ancora si dimena
questa fredda notte di gennaio
che ormai sta per sfumare
verso l'alba di un mattino nuovo.
Rapita dalla mistica atmosfera
in questa piazza che ha il nome di San Pietro,
aspetto che arrivi il mio momento
di celebrare i riti della fede
sulla venerata tomba fatta altare
dell’uomo santo che venne da Cracovia.
Istante inafferrabile!
Ed ecco il sole già fa capolino
tra i platani che vestono il Gianicolo;
l’aurora allunga le dita delicate
per tingere di rosa il Colonnato
che il piazzale cinge in un materno abbraccio
e fa dell’Obelisco meridiana.
In questa vivida Luce,
che le luci notturne fa sbiadire,
di indaco si ammanta il Cupolone,
orgoglio dell’artista più sanguigno
che papa Giulio volle alla sua corte
perché lo celebrasse col genio indiscutibile
della sua eccelsa arte.
Garriti striduli si appropriano dell’aria,
liberi i gabbiani s'involano oltre i capitelli e i santi.
Sulle loro ali l’anima mia si libra
già pregustando l’estasi futura.
Così assorta varco la soglia del Tempio maestoso
e mi pervade un senso del divino
che mi sovrasta da altezze irraggiungibili.
Sic transit gloria mundi!
Solo polvere e cenere è il ricordo
dell'effimera grandezza umana.
Ogni innato desiderio di immortalità
trattiene il fiato nell’attesa
della beata Eternità. |
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Contempli lo splendore degli astri con lo sguardo perso,
cerchi algoritmi al sincrono che fa girare l’universo.
Non sei pago di stare ad osservare
l’imperscrutabile immensità del mare.
Della terra rabbiosa ammiri la forza
che sprigiona fuoco di sotto la sua scorza.
E pensi al Caso o a un Dio possente e misterioso
che fa girare il mondo con animo grandioso.
Abbassa gli occhi e guarda con stupore,
quanta vita pullula intorno a un anonimo fiore
sbocciato per caso in un cespuglio incolto
sul ciglio della strada o sui bordi di un orto.
La coglie solo un cuore semplice
che di un occhio puro si fa complice.
La grandezza di Dio è nelle piccole cose,
scoprile nell’umiltà, ché sono le più gustose. |
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Febbraio corto, fiacco e riottoso
spende i suoi ultimi spiccioli di inverno:
si azzuffa il sole tiepido con minacciose nuvole,
sbuffa tormente gelide, vomita pioggia e grandine
e tarde nevicate imbiancano il tappeto erboso.
Ma ho già sentore di dolce rinascenza,
di prima primavera che si annuncia
in tenere piantine che vincono le dure zolle
e bucano il terreno intorpidito
per reclamare anch’esse il diritto all’esistenza.
Rami nudi puntano il cielo già di gemme gravidi,
prossimi a un’esplosione di effluvi colorati
tra cui si inebrieranno gli svolazzanti insetti.
È dolce musica il tubare appassionato degli uccelli
intenti a costruirsi i nuovi nidi.
Già si avverte di primavera il dolce fiato
nel rimestio armonico ed ormonico dei sensi,
nello scatenato vigore degli istinti
e si rispolvera l’arte del corteggiamento
proteso a perpetuare l’infinita storia del creato.
È la spinta d’amore della natura mai sopita;
in ogni creatura è necessità di rivivere l’antico
con il bisogno di aprirsi verso il nuovo.
È voglia di nuova luce e di calore,
è il desiderio irrefrenabile di Vita. |
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Sul ciglio della strada
ti ergi altera e dissonante,
nobile decaduta
tra una plebe floreale senza storia
che vive il tempo di un istante
nel rigoglio di una sola estate.
Rosea corolla sgualcita
spicchi tra papaveri sanguigni,
ranuncoli solari
e timide campanule,
contendi l’aria con il tuo profumo
all’olezzante selvatico finocchio.
Vera signora,
stai radicata sotto un fico
lungo il versante oscuro,
occulti al sole l’intima vergogna
d’essere frutto di un amore impuro,
di un seme trasportato in leggerezza
dal vento capriccioso alla montagna
per la passione consumata
nel soffio fugace di una brezza. |
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Soffio, vento di ponente
che spezzi la foschia della calura estiva
e lasci trasparire pennellate
di un indicibile tramonto settembrino.
Soffio, brezza amabile
che sfiori la mia pelle
e sul viso e sulle spalle dai sollievo
all’afa che soffoca il respiro.
Soffio, spirito di vita,
spazza dal mio profondo
le nubi tempestose che l’anima avviluppano
in una notte buia senza fine.
Spirito, soffio dell’Amore,
vivificami il cuore
alla fiamma rovente della Fede,
fai rinverdire il fiore di Speranza,
fammi brillare di ardente Carità. |
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"... Eppure non so scrivere poesie. Non conosco regole di metrica, di rima e di sintassi; però se la poesia nasce dall’anima col desiderio di trasformare in parole i sentimenti, le emozioni, i moti prorompenti del cuore, i miei semplici versi, con molta indulgenza potrete anche definirli poesie" ... Ecco, mi definirei un poeta naif...
Nata a Napoli il 17 novembre 1955, sono impiegata nella Pubblica Amministrazione. Figlia unica, cresciuta in una famiglia meridionale tradizionalista degli anni ’60, non ho potuto compiere studi regolari. Tuttavia ho conseguito il Diploma Magistrale e quindi la specializzazione nell’insegnamento agli handicappati psico- fisici con una tesi in Anatomofisiopatologia del Sistema Nervoso su “Evoluzione grafica del bambino in età prescolare”.
Grazie alla sete di conoscenza, ad una grande passione per la lingua italiana e per la letteratura in genere, coltivati con la lettura assidua di centinaia di autori, diversi per genere e provenienza, sono riuscita a formarmi un piccolo bagaglio culturale da autodidatta. Le preferenze sono state per il romanzo storico, da cui prendevo spunto per approfondire la conoscenza di personaggi e periodi storici su testi più specifici.
Per circa venti anni ho trascorso le vacanze in viaggio in Italia, in Europa e nel bacino del Mediterraneo alla ricerca delle radici della nostra cultura e per conoscere da vicino i luoghi delle mie letture preferite. Appassionata di musica, viaggi e disegno e fotografia, mi sono cimenta in prime imprese letterarie nate proprio come diari di viaggio.
Dal 1998 ho iniziato a sentire il richiamo della fede vissuta fino ad allora in modo passivo. La passione per le Sacre Scritture mi fa sostituisce interamente la biblioteca di centinaia di volumi con libri di argomento religioso. Autodidatta anche in questo campo, mi sono dedicata a corsi di conoscenza biblica e alla lettura di autorevoli maestri di teologia, esegesi e spiritualità.
Dal 2005 ho risposto alla vocazione religiosa iniziando il cammino di preparazione per la Consacrazione secondo il Rito dell’Ordo Virginum. Da allora ho tenuto un diario spirituale da cui ho tratto una prima raccolta di versi, “Il Deserto e l’isola”, fatta stampare in proprio ed offerta in dono ad amici e conoscenti più sensibili al tema dell’introspezione.
Nel 2012 ho fondato l’Associazione “Il Buon Pastore”, di cui sono anche Presidente, che si occupa delle adozioni a distanza, per contribuire al mantenimento scolastico di circa 200 bambini nel territorio di San Miguel Arcangel nell’Ecuador settentrionale.
CURRICULUM LETTERARIO
• Segnalazione di Merito al Premio Nazionale di Poesia “Madre Claudia Russo” (Napoli il 9 giugno 2012) con l’inedito “Il Poeta”
• Ad agosto 2012 pubblicazione del volume “ATTESE”, edito dal Gruppo Albatros il Filo di Roma,, versione riveduta e corretta della precedente raccolta, ampliata da 13 nuovi componimenti. Autobiografico, racconta l’attesa lunga e sofferta della realizzazione della propria vocazione.
• In occasione della Consacrazione nell’Ordo Virginum della Diocesi di Napoli, il 6 ottobre 2012, ho composto “DŎ DĬ – all’Amato del mio cuore” una mini raccolta di poesie, naturale completamento di ATTESE, per cantare la mia gioia.
• Premio Speciale della Giuria alla V Edizione del Premio Letterario Nazionale “Parole e Poesia” (15 giugno 2013) di Formigine (MO) per la Poesia Religiosa con l’inedito “Canto di Festa”
• Secondo Premio al Concorso Straordinario per il Decennale dell’Associazione L@ Nuov@ Mus@ ad Anzio (13 luglio 2013) sempre con l’inedito “Il Poeta”.
Ho già in preparazione una nuova raccolta di Poesie sia a carattere “spirituale” che “laico”, ispirate ai diversi sentimenti della vita e che hanno come filo conduttore l’Amore e la Speranza. Mi piacerebbe pubblicarle accompagnate da fotografie scattate da me e curarne personalmente la redazione.
Assaggi delle mie Poesie, con qualche foto, potete trovarli nella pagina Facebook che curo: "Attese di Anna Piccirillo ed altri Pensieri Sparsi".
Il 15 settembre 2013 ho avuto la gioia di vincere la Prima Edizione del Concorso Letterario Nazionale "AVE, VERGINE MARIA" con il racconto inedito "Una ragazza di nome Maria". |
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