Attimi, gli occhi perdono sono a chiedere
tutto sta per svanire, paura... laggiù tenue luce
fugge su argentate nuvole... remissione
tra le catene avvolte, tremore... una croce l’issare.
Tra le nebbie rivoli di sangue a scorrere,
di flebile lamento l’affaticato respiro udire,
la corona di spine è posta sul cuore, l’abbagliare
nei recinti langue una vita... di quel filo il defluire.
Avvolge il tormento, stanco corpo è a mutare,
capelli unti legati da rigagnoli di pianto
nei pensieri fuggenti d’esistenza... il pregare
l’anima, il fiato... sola a mirare lontano
l’inchino ad osservare quell’ombra nascente
a ridare la speranza, la gioia... l’incanto.
Lentamente va a spegnersi... sofferenza,
lo sguardo scritto, dello spirito la salvezza
ai piedi del crocifisso l’inginocchio... il dolore
per la Pasqua del Signore... la Resurrezione. |
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Corona di spine, sofferenza
occhi a chiedere perdono... il vuoto
litanie sparse nei cieli di chiusa esistenza
a reclamare il dire, fare... restante antidoto.
Una croce, il ricordo, un canto lontano
a scendere lacrime sono tra i legacci d’una vita
il pensare, il voler offrire sia pur debole mano
col recitare quel voto nel capire poi... è finita.
Martirio, sacrificio
abbarbicato alle minuzie del tempo,
coi cieli tersi ad offuscare sguardi
nell’essere soli a contemplare la morte
nel declamo d’umile preghiera
in quel calvario, naufragio in sorte.
Ultimo respiro, passaggio,
tutto si racchiude in un flebile sospiro,
poche sillabe impastate in gola... presagio
nel mesto viaggio svanito con un soffio di vento
in luce riflessa l’andare silenzioso resta,
nell’attesa del suo ritorno... d’amore l’avvento. |
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Una corona di spine
rivoli di sangue ad impregnare il volto
smorfia di dolore
sofferenza per noi
La Croce
martirio ad insegnare noi
la via del perdono
il cammino della pace
Il cielo terso annuncia la sua morte
fulmine a scatenare tempesta
ma la Mamma resta
a subir del figlio la sua sorte
Attendiamo la Pasqua del Signore
la croce lì a simbolo in preghiera
il sole a proteggere coi raggi l’amore
ad illuminare i cuori in adorazione. |
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Madre, Tu che tutto osservi
dona il respiro, la gioia,
tra le braccia il Messia,
dona una carezza, letizia.
Tu che col silenzio tutto contempli,
spargi la saggezza in ogni fiore,
elargisci la tua dolcezza nelle menti,
concedi l’amore al mondo intero.
Madre, Tu che infondi la pace
dona a noi tutti la forza del bene,
sul tuo grembo culli il Signore
dona a noi tutti quel calore.
Tu con lo sguardo che ammalia,
emani tra le genti la sapienza,
posa su ognuno la tua mano
e deponi sul capo la clemenza. |
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L’abito dell’amore, la vita accarezzata dal Creato,
felice riconduce verso momenti di pace, di fratellanza
tutto cucito nelle pagine della dolcezza, votate alla speranza
per regalare quel suono armonico e ricco d’un mondo beato.
Strade impolverate, cammini scalzi nei loro passaggi,
sentieri guidati da preghiere invocanti il Signore
mentre negli intrecci una Divina presentazione
recita quel desiderio interiore... l’evocare miraggi.
Il vento trascina le parole, le colloca nelle giuste caselle
e ripone nella cesta d’ognuno la propria esistenza,
quel bandolo atteso e bramato della vera essenza
rappresentato da quell’orlo pieno di certezze... le più belle.
L’abito dell’amore, la forza del voler amare,
sentimenti puri che nobilitano i cuori... adorando
e rendono gli animi lindi nello sguardo volgendo
per quel vestito senza polvere evocato nei pensieri. |
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Giunte mani orano,
pieghe di sogni tra le affusolate dita,
la tristezza lacera il tempo, il mendicare
con litanie nel cielo a veleggiare.
Arrossati occhi,
da socchiuse palpebre lacrime a scendere
su labbra spente, dischiuse alla parola
negli intrecci di vita d’albe nascenti
tra le nubi vaganti con filigrane a specchio,
con nebbie a circondare il costato.
Pietà,
l’umile chiedere nell’infausto cerchio,
preghiere ascoltare nei deserti del cuore,
un velo, delicati momenti a coprire
su linee marcanti spento viso... pioggia
scivolata nelle fredde notti a venire.
Tremula la voce, l’annodare,
soffusa si divincola con sguardi calpestati
tra le mancanti armonie dell’esistenza
nei soffi di perduto amore... pietà,
si pietà
per l’essere legato al petto dei sospiri
nell’incredulo mondo che resta a guardare...
l’ultima speranza. |
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Socchiusi occhi,
volto segnato da schegge di pensiero,
un silenzioso prostrarsi s’avvede
mentre un coprente velo alita
a voler celare grande malinconia.
Dal cielo una osanna,
carezza il vento l’umile parola: Mamma!
mentre lacrime discendono sull’anima
a mostrar supplizio d’un viso stanco.
Piange alla ricerca del figlio perduto,
piange per la brutalità dell’essere,
per voler trovare la verità
or vestita di nostalgia
e con la preghiera porge le mani,
invocando l’apparizione del Signore.
Le guance segnate sono dalla sofferenza,
una accigliata fronte alla memore passione
tutto nel circospetto silenzio, mestizia,
tutto nel dover osare nella celestiale venuta
al cuore l’inebriata spiritualità
per donare al prossimo la pace, giustizia
amore... la felicità. |
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Gronda la fronte,
sulla sfumata croce l’ultimo respiro
quell’ultima parola alla ricerca del Padre
l’oscurità scende sull’animo piangente,
trafigge la speranza d’un mondo migliore.
Lo sguardo è verso il cielo,
verso quel barlume di luce, ultimo soffio di vita
scende il buio, piange il cuore
la corona di spine segna lo stanco volto.
Pietà Padre,
pietà per gli stolti,
per la loro malvagità,
per il loro mancato amore
per celare tra le nebbie la realtà,
per tutti la redenzione... l’implorare.
Stille di verità nei silenzi s’accompagnano,
imbrattano quei desideri ora offuscati e stinti,
celebrano gemme appassite dal tempo,
appesantiscono l’aria per quella ingiusta mano.
Pietà Padre
pietà è il chiedere per tutti coloro
che abbandonano la vita, il tesoro,
Tu dall’alto tutti li proteggerai
mentre quaggiù inchiodato e vinto
tuo figlio esala l’ultimo sospiro. |
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L’apostolico messaggio cala sul mondo
una voce a riempire il cuore e l’animo
nello sfioro di quella carezza adorata
coll’illumino del pensiero, l’ansimo
nella luce a giungere che felice investe.
Divino viaggio
tra le genti, nelle mani la celeste essenza,
chiamato a condurre per la pace, la fratellanza
con la parola a infondere tepore tra i profumi
nei passaggi di vita terrena... il mirabile poggio.
Basilica eccelsa
tu... Pastore chiamato dal Signore
col Sacramento del Battesimo,
Apostolo di Dio, la misericordia
l’annullamento del peccato, l’amore per il prossimo
nel celebro dello Spirito Santo, la concordia
Nella donata grazia, il profondo cammino,
il Pellegrino venuto dalla lontana terra
col Papale sussurro tra i popoli, il respiro,
portatore di fede, di unione, d’amore
la tenerezza del perdono, non si erra
infusa in ogni dove col calore della voce. |
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Tenebroso cielo accompagna litania
giace esanime il corpo del Signore,
piange l’amata Mamma, spezzato è il cuore,
unto di sangue è quel lenzuolo sul Calvario
il crocifisso, albero della perduta vita.
I giorni del silenzio, Madre dolente,
gli angeli a pregare il flagellato,
la croce, il reietto, l’umiliato,
di Gesù i suoi lamenti, le ultime parole di misericordia:
“ Dio perdona loro perché non sanno quello che fanno”
Pietà, la pietà per il mondo intero... l’osanna,
spirato è il Cristo nel nome dell’amore
il Golgota, le sue spoglie, d’una mamma il dolore,
esamine giace tra le braccia della Madonna
La via del perdono s’abbraccia,
una strada erta verso la Resurrezione
tutto ancor si prostra e ognun in peccato taccia,
Gesù è morto ma presto tra noi ritornerà
Lui l’acclamato, il Salvatore, la Redenzione- |
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Tante braccia, tante mani... l’abbraccio d’una preghiera
la testa chinata sul petto... in silenzio volò tra gli angeli
la perpetua pace, inginocchiati a pregare, bagnati veli
il sereno volto, la bianca barba, silenziosa sera.
Un coro di voci, bisbigli... dell’animo la fragilità
superati confini alla ricerca delle impronte, delle verità
pianto dirotto, occhi speranzosi sulla nuda strada
di quel rigagnolo rinchiuso in ogni contrada.
L’aurora a dipingere è il mattino... il risveglio,
l’attendere il giorno col vuoto nei pensieri,
manca il richiamo, s’è fermato ma non spento,
vivrà tra gli infermi, ammalati... mai estinto
il profumo, la melodia, la fragranza a scaldare il sole
nei respiri di quel tempo su di un candido giaciglio.
La parola divina si sparge in ogni luogo, infinita,
una eterna voce resta a rincuorare, a perdonare
attraversa ogni lembo, il cammino, l’illuminare:
San Pio da Pietrelcina l’amore per la vita. |
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Col silenzio negli occhi... pregare
ampiezza di momenti vissuti in prostrata attesa
su panche l’indugio del pensiero, l’osare
tra i brividi a scendere con delizia presa
Ampiezza del tempo a circondare le parole
aloni di serenità tra i muti respiri
esili fiammelle tra le candele a sciogliere
nell’ascolto di una interiore pace... l’aspiri
Una intima voce si pone
silenziosamente s’insinua tra le giunte mani
mentre un’orazione nell’aria si diffonde
in un celestiale invito nella luce che al cuor s’impone
Col silenzio negli occhi... il parlare
nell’osanna discesa dal cielo
a rincuorare, rafforzare la preghiera
per lasciarsi trasportare nell’oblio, posare
tra le braccia del Signore
Dondolii del cuore nascondono la malinconia
le onde della invocazione risuonano
in scia il profumo della vita
col cammino tra le stelle nella gioia infinita
segnata per sempre in quella Celeste via. |
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