Premio di Poesia Scrivere 2013
Oltre la porta Riflessioni |
Lei, si sistema le labbra cancellando il rossetto ripetuto forse risale il ricordo, le tracce di un bacio
Ecco, che una luce sghemba attraversa il giorno e colora di sole il freddo, mentre l’inverno è ancora a parlare fuori dal paltò
la sciarpa, trattiene una carezza sul collo ed è tempo di neve nei viali
Ti accendi ogni volta che è sera oltre la porta e forzi un sorriso che torna a svelarti il volto
sul volto rabbuiato della tua solitudine |
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M’aspetterai ed io verrò come ogni sabato mattina, al nostro appuntamento; il bavero rialzato, senza fretta, nell’aria fredda di gennaio, le braccia ingombre e il cuore sazio del tuo pensiero. La grande croce, il viale, i tre gradini e nel silenzio un gorgogliare mesto, il saluto amico della fontana che all’angolo s’annuncia.
L’indovinarti è un tuffo al cuore, il passo incalzo e poi restiamo, occhi negli occhi, disperate e mute; fra noi quel muro, maledetto e nero, più nulla che un sorriso, di porcellana. Lo so vorresti una carezza ancora, lo so vorresti un bacio ancora, ed io, fra le mie, le mani tue vorrei ancora.
E allora così forte ti penserò che quest’amore grande al di là del muro udrai parlarti. Sorriderai, come facevi un tempo ed una carezza senza peso, sulla mia testa bianca, forse, poserai.
Poi andrò, le braccia sgombre, e sola, andrò senza voltarmi indietro, che tu non veda all’angolo dell’occhio quella goccia scendere piano. A ritroso i tre scalini, il viale la grande croce e la mia, quel dolore che m’attanaglia sordo e ricompare.
Ritornerò. E tu m’aspetterai, come ogni sabato mattina, mamma! |
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Di nuovo il tuo pensiero non detto doverci passare dentro mentre si muove lentamente nel mio a senso inverso ed è così che le parole tacciono ...ma lo fanno implorando
Di nuovo davanti a scelte obbligate che mi lasciano frantumata senza respiro per poi ritrovarmi disuguale ma più forte oltre quella porta piacevolmente insensibile |
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La ricerca della felicità "Tra i diritti inalienabili dell’uomo: la tutela della vita, della libertà e la ricerca della felicità" Thomas Jefferson (1743-1826) (Sociale) |
Maestose aquile dall’ampio volo, scrutano vasti orizzonti su grandi praterie dei figli di Manitù, figli, popolo felice, già felici. Rumori lontani nuovi volti pallidi scendono da grandi canoe con i loro lunghi coltelli di fuoco. Nuova gente, uomini che recano in cuore; rabbia, speranza, riscatto. Arrivano trascinando in catene altri uomini dai volti color della notte. Scendono infine Grandi Uomini sapienti di legge. Emanatori di giustizia, che codifica vita e bisogni, ci consegnarono un sogno " Siate Felici"! Ma Egli non scrisse: " Siatelo a costo d'ogni altrui felicità!" |
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E se nell'impercettibile colore volasse il pensiero una rondine, il suo tempo imparando ancora la dignità del volo dentro la terra, nel suo confine
Libertà è patria ricercata
nell'abbraccio di un tramonto nello sbocciar d'un fiore negli occhi di un bambino nelle urla del dolore
dignità delle radici senza più fucili fra le braccia nei singhiozzi che l'allontana, nell'urlo feroce della battaglia
Felicità
che nutri l'immaginaria culla della stalla coprendo i pensieri di semplici coperte sciogliendo i nodi della terra dove l'anima, piega il cuore |
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Rami avvolgeranno sensi in gioioso tripudio albeggiato incantesimo bramato dell’amore lasciando vaganti anime agli spazi di luce col brillare d’intenso nei patii di musica ch’induce di fiumana passione in visibilio.
Parole sfuggiranno, tendaggi lo svolazzare, segreti in esilio, mai svelati, su leggii a leggere d’ansiose bocche il bisbigliare. sussurrare nei pentagramma scritti con la voce del cuore.
Carezze plasmeranno liberi sentimenti cristalli di vita inebrieranno animi nelle menti tra le armonie intonate nella culla dei desideri coi grani di sete d’aureo aspetto a circuire.
Il silenzio tra le note scioglierà ceppo origliato le ciglia con fremito sinfonico saranno a muovere traghetterà il magico pensiero verso oblii versato da respiri che sopraggiungeranno d’amor foriere. |
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Amor insegue amore e mentre va inseguendo, così sperduto poi, si sperde il mio
Con te ritrova il passo che lo muove
Incauto e folle a dismisura se fosse meno incerto mi domando sanguinerebbe meno la mia carne?
E dimmi dove e fino a quando mi giungerà perfetta la sua voce
Conosci il luogo vero degli amanti?
Di quell'ovunque tremante sia l'attesa senza più che s'agiti tempesta né il cuore sconquassi troppo con saette, abbagli tuoni e lampi
Quell'agitar leggero vorrei sentirlo nei capelli appena, solo un alito di brezza E poi nell'impeto quel tocco forte che m'afferra tangibile, ribelle mi possa respirare tutta e sprofondar col dolce valicar dei sensi nello scosceso, doloroso inferno dell'abbandono
Amore che non muori riportami sul punto in cui l'attesa vive Non più aquiloni né porti o vele, ma parlami
tu... ora oltre la porta del suo silenzio amaro ...pregiato olimpo delle non parole
Tu, proprio tu Ladro amore senza più trionfo o volto perduto dentro
ritrovato
e poi cullato... nell'anima. |
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Gira la musica nel carillon dei pensieri portano le lancette ai giorni di bambina.
Ballerina di porcellana il cuore ripete i gesti in un giro di note che chiude le palpebre al tempo dei sogni.
Vorrei un canto a muovere i passi di cavalli bianchi che girano nell'infinito suono chiusi in una scatola che profuma di mia madre.
Gira la musica nel carillon di pensieri riflessi nei piccoli specchi e la mano ripete gesti che nell'anima si sono persi. |
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Bussano alla porta della notte le nitide attese di due vecchi innamorati.
Hanno la pretesa vivace del temporale fugace che li inzuppa di stelle e di note Piovane.
Fredda, sulle spalle nude, l'aria che tira di felicità.
Da alitarci sopra qualche canzone e risatine incerte di commozione. |
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Tutte le poesie partecipanti
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