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Gli ultimi 5 iscritti: ac autore - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio - Antonio Ivor Boatti - angelobello11 |
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Carla Colombo
Le 278 poesie di Carla Colombo
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| Ho rubato il silenzio alla notte
disteso ululanti ferite
tra balsamiche ombre
Nel mite inganno del buio
ho aspirato la quiete
catturato l’urlo del vento
che spazzava via le stelle
Nella complice tenebra
ho raccolto fiammelle
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Le acque nere del fiume Yangtze
rapirono un bocciolo di loto
sospingendolo con forza
verso la porta del peccato,
la Casa dell’Eterno Splendore.
Cortigiana bambina
ora il tuo nuovo nome
è Yuliang _ Fiore di Giada _
tradita dalla cetra
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| Reclamo
parole stracciate, dimenticate, inusitate
parolacce scalcianti, paroloni aquiloni
impeti che fluiscano incontrollabili
secchiate d'acqua gelida in faccia
cioccolatini a profusione
Apprezzo
suoni che scalfiscano penetranti
strepitosi
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| Se ti guardo
catturo nell'iride
la mia sfuggevole essenza
Se ti respiro
aspiro il profumo
dell'anima che bacia la mia
Se ti sfioro
vibra il fremito
della carezza che torna su me
Se ti sorseggio
suggo stille di miele
che hanno il nostro
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| Piango sui tuoi occhi
goccia senza sorgente
una sola lacrima
tra mille baci vuoti
- fammi bere di te -
delle tue parole
dei tuoi giorni
che camminano via
le tue notti a volte
sognano di noi
ma poi l'alba ruba
il nostro mattino
e intanto
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Femminili sguardi traversi,
muschiati occhi gelidi
scannerizzano l'altra
in un battito di ciglia,
fessure taglienti
fisse nel confronto
ghignano beffarde
al minimo difetto,
e il viso si contrae
in smorfia paralitica
travestita da
sorriso
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| Effimera la promessa
da principio convincente,
brillava incisa su lucido marmo
incerata con cura
Poi si dissolse
alla prima sferzata di vento
sgretolandosi su celate
fondamenta di sabbia
Resta un suono sussurrato,
soffia un disco rotto nella
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| Parole che graffiano indignate
sfoderando offensivi artigli smaltati
irrefrenabile accozzaglia di onde sonore
prepotente difesa di orgoglio violato.
Labbra carnivore, fagocitanti, dipinte di rabbia
lottano allo stremo vomitando parole,
parole
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Respira il mio profumo
d’incensi lontani, paesaggi antichi e spezie sconosciute
le mie spire voluttuose ti ammalieranno,
novella Circe ti legherò stretto a me.
Respira la mia pelle di fiori delicati ma persistenti
nel tripudio di foresta
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L’alabastro niveo
del delirio della luce
rifletteva i miei passi
quando trovavo solo sassi
ma assorta ammiravo
il disgelo del fronte
pareva bassa marea
di dolori disciolti
nel mare unicum
di altri dolori,
potevo ormai
camminare indenne
su
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Sono pura e stolta come l’acqua
che si ferisce sulle rocce
per veder dove sbatte
morituro il suo corso
Ma se il muschio
mi accarezzerà
anche solo per un attimo
risgorgherò con tutta me stessa
stremata sì ma fiduciosa
quel che basta per
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Ho messo in un sacchetto
dei vocaboli a caso,
ho estratto a sorte
una poeMia
parlava del passato
che ora era estraneo,
io stessa ero estranea
su suolo straniero
e tutto era diverso
il cuore non faceva più rumore,
anche la pioggia
non
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Si riflette il mio sorriso
nella tua mano stretta
con timidezza residua
dal tempo temperata,
parole in fila ordinata
a dirti il meglio di ciò che posso
E più ti parlo e più ti parlerei
nel ritmo che brucia il tempo
di questo breve ritrovo
e
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Non ho mai abitato
la casa che desideravo
dalle vetrate sul mare
il lucernario sulla luna
una mansarda bohemienne
da dove godere la pioggia
e la marea di altri orizzonti,
un camino acceso
per vedere la forma dei pensieri
come nuvole sulla Sky
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Cenere d’ombra,
vedo la tua sagoma sgretolarsi
come segatura sul bagnato
Ha piovuto tanto e
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Falena sposa d’inverno
ero bruma luminosa,
sotto brividi di stelle
ondulavo labbra
in accordi d’amore
Nel tempo ovattato
di neve silente
ero soffio
oppure tempesta,
edera contratta
su roccia maschile,
legata ai fianchi
di letto blu
in
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Cerca la poesia:
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Indirizzo personale di Carla Colombo: carlacolombo.scrivere.info
Arbusto azzurro
su rupe calcarea
guardo nostalgica
l'Elissos in secca
Colonna superstite
tra vestigia doriche
tesso il mio peplo
in meditativo gineceo
Istmo tra due oceani
interrogo l'oracolo
mi è condanna
il chiaroscuro
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Ho dato un calcio alle ore
e cancellato il giorno,
solo notte con te
- di te - voglio vivere
Notturno sole
in avanscoperta di baci
e favole d'occhi
a dir più della voce,
faccia a faccia
nella penombra abissale
Deciframi senza
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Una poesia per te
ha scardinato le alture
d'anima ribelle
in volo misterioso,
sorpresa tardiva
dopo miriadi d'altre,
tante lettere
ad avvicinare gli opposti.
A modo tuo -m'ami-
nella dialettica del tuono
ed io ricambio,
dietro porte
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Strappati la bocca
lo vedi il sangue
nero demone
come sbava
dai tuoi denti marci?
Una voce
arrugginita
scocca chiodi
sulla Croce,
tu non vuoi Resurrezione
ma ti appropri
di Giudizio Universale,
gonfi i polmoni
solo per spargere
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Schiaffeggiami
vento di primavera,
ho sottobraccio
il giubbotto verde,
una scollatura per caso
e guance d'arancio
d'inverno superato
A passi assolati
sul Ponte Balbis
soppeso pensieri,
sopravvissuta assente
ricompongo nervature
di foglia
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Curami
del tuo stesso male
causatomi,
incolla corolla
a fragile stelo
dal vento strappato
Irrora d'ossigeno
labbra in prigione,
colorami l'amore
e stenditi,
arcobaleno sul cuore
Traccia la rotta
del tuo respiro sul
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Infine lei estirpò
radici velenose
di amore malato,
un non amore
ben mascherato
"Avrò cura di te"
prometteva la notte
ma il vero risveglio
era in vile agguato
Mani mendaci
tradirono carezze,
dalla faretra
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Lasciami andare
senza voltare le spalle
al buio che lasci
il tempo è giunto,
fumo precoce
di foglio bruciato
si è spaccato
il sole sui sassi
raggrumato
in tramonto corvino
Ora è muto
il rosso usignolo
dal canto
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Imperfetta
fortefragile guerriera
vanto preziose ferite
adornate di polvere d'oro,
resina di lacca lucente
su cicatrici del cuore
Ikebana nuziale
dispongo ad oriente,
fior di loto e ciliegio
in cerimoniale solenne,
camelia bianca e acacia
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Nel denso silenzio
di pensieri senza parole
incorporea giungo
al bivio dei tuoi occhi,
boccioli notturni
in lussuriosa fioritura,
vello di kashmir
su salici onirici
I tuoi raggi in penombra
accarezzano ovunque,
innesto di sguardi
sparge aroma
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Tra tanti numeri in fila
tu, deportato ignoto,
matricola laterale
dal nome usurpato,
involucro d'uomo
su telaio ghiacciato
di cielo sporco
in righe cineree
tremante ramoscello
appeso flebile
al vento gelido del Buran
- nella notte
nella
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Sconfinata
la pianura
che ci unisce
estremi
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Algida stella
che brilli di te
conservando calore
per sorrisi migliori,
appendi con cura
a grucce di sogni
fragili istanti,
giorni sospesi
tra l'ieri fecondo
e un domani latente
Algida stella
che attendi il disgelo
avvolgi le punte
in
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Portami
dove l'edera perdura,
i fiori sono eterni
e il solstizio propizio
diventa perenne
la primavera regali solo estati,
il vento dell'autunno
non osi profanare
salde radici
la galaverna dell'inverno
non osi ghiacciare
germogli di
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278 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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