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pompeo conte
Le 748 poesie di pompeo conte
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| Il ciclamino soffre al tuo balcone
rigonfio del suo duolo e vuol morire
e l’orchidea che piange e si dispera
vorrebbe almen compagne in sfogo amico.
Basilico che mano più non coglie
rimpiange e inoperoso sta appassendo.
la vita sua è finita se
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| Il tempo passa e più non vedo il figlio,
il mio piccino, pargolo adorato;
il latte mi succhiò sol venti giorni ...
poi il cuore ebbi gettato su di un carro!
Contare il suo denar vidi il pastore
che compensare mai potea tal giglio
e persa anche la
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| Di quella star è cavalier servente,
inchini e baciamani ad ogni incontro.
Lei non dà nulla, e lui non chiede niente,
sol pago di scansar di lei le rogne!
E d'ogni impegno lui si rende immune,
soltanto per seguirla nei bisogni.
Su
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| D'austro emisfero è nota una vespotta,
che le sue uova inietta dentro un verme,
di cui poi larve fan... cibo vivente.
Ma ancora più ingegnoso si dimostra
il maschio dopo l’atto d’accoppiarsi:
quell’attimo ch'altro rival
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| Chi mancò d’altre risorse,
sé di propria man soccorse.
Meglio usar mano e cervello
e non molestar l’agnello!
So per certo che l’abbacchio
del pastore è l’intrallazzo,
ché più d’uno ha confidato
alla pecora essere grato.
Ma quale
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| Vision che diritta penetra nel cuore,
quei fiori che circondan, tanti fiori!...
Di pace un senso gaio, e di piacere
mi danno quelle fronde e fiori intorno,
che senza, tetro e cupo ormai vedrei.
Ormai più spazi liberi non sono:
son pieni
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| Odio il sole accecante!
Di forze mi priva,
che già non son tante.
Voi sempre a esaltare
il cielo, il mare, il sole,
l'italico indomito ardore!
Vorrei certo, ci fosse
e però s'esternasse,
in modesto clamore!
L'odierna
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"Son qui nei pressi, ti vengo a trovare!"
Sull'uscio ancor, l'orecchio al cellulare,
squillando ancora, appena ha terminato ...
Son stato ad aspettare, rassegnato.
Ha detto:"Scusa sai, era importante!"
Per nulla
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Nessun solo ama restare
che sia uomo oppure cane
ma con chi un po' gli somiglia
s'accompagna e si consiglia.
E coi mezzi che oggi abbiamo
è davvero molto raro
che si manchi un buon rapporto
in un modo oppur un altro.
Venne un giorno
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| Ti prego nerchia mia,
resta silente!
Stai calma e buona lì,
cessa i lamenti!
T’ho sempre curata,
lisciata, pasciuta...
con ottimo sangue,
quel mio, t’ho nutrita.
Di carne servita,
allorquando ho potuto,
persin stimolata ...
e video-
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Poeta eccelso tra i più grandi nostri,
poco apprezzato però in vita fosti.
La tua grandezza solo fu sorgiva,
dopo tua solitaria dipartita.
Ah, se sapessi come m’hai rapito!
e, dentro al cuore, quanto ti ho capito,
ché in vita mia, pur se
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Con me non ho corni, né ferri d’equini,
non credo a flussi astrali od indovini
e non seguo esempio di gente famosa
che tiene in gran conto la cosa insensata.
Persin del teatro, qualcun che fu un mito,
affermò: "Non esiste... eppur vi
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Seminascosta sul balconcino sta;
tutto controlla, s'informa e sa.
Quel suo balcon è pien di panni stesi,
per finta sciorinati lì, da mesi.
Pezze vi sono,
pezzette e pezzuole
e qualche volta ...
anche un lenzuolo.
Ed essi
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Il piede segue il corpo ch’è ondeggiante
o invece avanti sposta perno ed anca.
In basso, in alto, o insieme a dritta e a manca:
non riesco a decifrar tal movimento.
Ma è "nave del deserto" e non disturba
solo un vaneggio induce, e cuor
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Donna strana Biancarosa:
"Sulla fine dei quaranta,
così timida e ritrosa.
sempre a far tra casa e chiesa:
che pareva fosse santa.
Però debole alla carne
troppo semplice e sensuale...
E un cilicio per mutande.
E oni sera al suo al balcone
a
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Si, lo dico e ribadisco:
Voglio starci solo un tratto
in questa casa ove vivacchio
che non amo e pago il pizzo.
Tra sussurri e grida in spicco
e tra cose in cui mi pasco voglio andare,
e se boccia trovo ferma, quando posso è da giocare...
Ma al
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a pompeo conte.
Indirizzo personale di pompeo conte: pompeoconte.scrivere.info
Su di un fianco ancora a letto già mi chiedo ad occhi chiusi:
“Mi rigiro, o salto in piedi?
dormo ancora, dannazione, o mi stiracchio?
m’abbandono a bocca floscia sul cuscino,
od in giro a far bordello mi scateno...
chi mi dice allor che
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A lato e sfumato
La fame, le guerre nel mondo, ed io che a sanare impotente...
Mi spiace... e son stufo, ma del mio ora vivo in un campo ristretto.
Del caldo e del freddo in difesa riparo l’offesa se posso:
concentro attenzioni al mio corpo, fin tanto
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| Politica non più vecchio grigiore
ben venga parità di quote alterne,
più donne e ragionar sarà più bello,
ben venga onesta e chiara pure iin quella
più partecipazione.
Più giovani carine e più coscienti
vorrei dopo erezioni agli alti
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| Tu soltanto, se vuoi puoi disperder
quel ribaldo ch’è sempre tra i piedi,
ora basta ti prego, procedi.
Ripugnanza convinta mi desta
quando appare e repente lo schivo,
e se pur mi si presti gentile
io per nulla gli mostro riguardi
Or che a te
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| “Ma vai a quel paese!...
Devi lasciarmi in pace,
si può sapere almen da me che vuoi?"
“Da te voglio di tutto...
ma può bastar per or che non resita
e allo stanzin mi segua a ceder l’osso ...
“Ma sola io non sono, non capisci?
ho un uomo che
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| Tal seme quel granaio or poco interra
ma inermi e in armi ormai di linfa asciutti,
ferito dal fratello ormai rivale:
ma cosa importa poi se l’amico è Russo?
Antico suol vissuto era lo stesso
parenti ora aborriti non diversi,
grande nazione in un
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| Quattro le mosche grasse, ricordate,
quattro, si disse sul velluto grigio,
si scaldano or su un canto del destino.
Intanto taglio un fico nel giardino
e so che poco scalda d’ogni tipo...
Ma in questi tempi sai, parlar di fico
sebbene i troppi
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| Per tradizion son esse fede e acquisti
e fuor son io di tal giostrar perverso
ma avendo in calendario un posto fisso
irriverente pur ne pago il fio.
Anzian poi non so star su un ermo colle
se intorno mi divampano emozioni
sol cerco di evitar
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| E quando tu, fredda salma
sul marmo e nella tomba giacerai,
di quel tuo bel visino che farai?
Di quel tuo ventre piatto e giusto seno,
di quella coscia bianca fino al pelo
che in vita ognun t’invidia, che ne fai?
Già più non ti ricordi che mi
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| Fra tante cose pur studiai l’inglese
non me ne vanto e serve all’occasione
ma come nel mangiar vi cerco il meglio:
mi perdo in natural come un ramarro.
“Best seller” ho sentito a più riprese:
ma il “sellero” che amavo ove son nato,
parola dal
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| Lampedusa cantone italiano,
è paese davvero un un po’ strano
che in più l’aspetto mostra d’africano.
In alto mare terra un po’ sperduta,
con finta austerità nei varchi aperti,
ma con fatica tien tra mille squarci
diritto di annegar negando ai
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| Ho viscere straziate dal dolore
con gas misti vapore a trattenere
lungi agognata stanza a provvedere...
e se esco mi vedrà quel seccatore.
Già scellerate gocce da alambicco
tradendo la fiducia han scelto il vento,
a soluzione alterna è il mio
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| A cervice esortata mi compiaccio
di come m’è venuta in primo acchito.
Ben scrivere non sempre è faticaccia:
io mi ci ci sfianco a volte e viene un fiasco,
ma difilato a volte ben mi cresce.
Questa mi piace e sembra a me sì fatta
che in testa mi
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| No, che non puoi gridar: mi piace evviva:
con chi la reca in dono essa è un tutt’uno,
e tu un maiale stupido e ignorante!.
“Che ti farei!”, sbavando..." e sei linciato!
Ma lei ben oltre ancor se vuol può dire:
“Se non è offesa, a noi si lasci
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748 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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