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Zefiro
Le 7 poesie di Zefiro
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Vidi uscire un uomo dalle lingue rosse,
laceri i vestiti e le mani e il volto;
Sorrise, levò gli occhi,
intorno solo nebbia e dubbio;
Il sasso annega nel nulla,
un abbraccio riavvolge il destino;
Non vivere d'un lugubre
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E torni questa notte,
la folgore dei tuoi occhi
nel buio dell'incubo.
Ma subito, albeggia: troppe cose da dirsi,
fra noi un addio che non consolerà.
Un bacio; l'ultimo petalo, vola via.
L'incanto è rotto,
la vita
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è patetico questo momento
scrivere al nulla su nulla per nulla.
mentre la gente dorme,
innocente, senza trucco,
mentre Selene ride,
ché qui da noi non ce n'è
di grattacieli stupratori
che la pedinano
mentre torna a
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Mille lumache
su questo gambo
attraverso troppe spine
ma Eolo già ha bevuto
di quasi tutto il calice
il rosso di sera
che vorrebbero sfiorare.
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Speranza di vedere
in stazione
due binari paralleli
unirsi
come sul foglio,
pescare la carta imprevisti
nel monopoli della prospettiva.
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Zefiro.
Oggi parto.
Mi desteranno l'albenti rintocchi
del sole alle porte del palazzo di Morfeo.
Prendo la bici.
Anderò per il serpentello sterrato e,
tra 'l pampino e la spiga,
riscoprir vorrò l'acre odore del rustico.
Arrivo in
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Zefiro |
17/11/2010 00:25 | 2570 |
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Il mio amore per te è come quel vespertino
dell'augelli per la Regina Gioconda,
ch'intonan inni di gioia al tramontar
del lento carro solare.
Ma poi eccola, bellissima,
nei loro occhi salir il colle rossastro,
e lassù,sul trono,
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