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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 360’489Autori attivi: 7’464
Gli ultimi 5 iscritti: Ray Meyers - Sicilnino - Luciano Vacca - stefcap - MaatGohl |
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Sanzi |
01/07/2024 00:05| 1 |
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Sono già quindici inverni
e ora non ci sono più
stelle nel nostro bosco
che piange le ombre
quasi fossero cieli notturni
dimenticati da tempo
senza che la polvere
abbia cancellato il dolore.
Sono già quindici estati
che la pioggia tradisce
e
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sento il mostro della depressione ferito dal silenzio del mio coraggio
ascolto la reazione della mia stabilità vincere le crisi ottuse di pianto
guardo nel cuore la folla nuda degli incubi cadere nel fondo illuminato dei tramonti
portami via dai
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Sono partito dalle risaie
dove è di casa la nebbia
scroscia la pioggia nelle grondaie
per la riviera con sua sabbia
Oggi del sole c’è vacanza
ma non c’e più la differenza
anche qui tra nubi e nebbia
un’ estate piena di rabbia
Sono vacanze
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Volano
sulle loro gambe
gli angeli terrestri,
vanno là dove
la mano di Dio
arrivare non può,
né può vivsitare
uno ad uno quei
dimenticati da
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Sgoccioli
una parola alla quale non dovremmo mai far trovare spazio
pena il decadere di quanto sino ad oggi è stato fatto
reagire non deve diventare drammatico
in una ricerca che potrebbe sembrare illusoria e che invece
contiene in sé una tale
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Agita il vento i cipressi del silenzio
l’anima chiede
ci sarà pace nel labirinto eterno del signore
non oso
guardo l’alba di un nuovo giorno
nel passo incerto della vita.
Ancora i cipressi ondeggiano
al chiaroscuro dell’alba
l’amore sorge
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Piove sulle parole
nel silenzio del sole
sono nuvole sparse
di un teatro comparse
Dondolano nel vento
le voci tra i rami
come foglie, tormento
tendendo al domani
Avanza il progresso
modifica linguaggio
la vita è adesso
transito o
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Pare impossibile
ma c’è sempre qualcuno che deve abbassare la testa
se vuole vivere tranquillo
suscitando un senso d’impotenza inaccettabile
per chi nella vita si è fatto largo al suono di sacrifici
tutto appare inadempiente al proprio
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Qui sopra il ramo siamo ancora in tante
sorelle di stagione
illuse e poi deluse e a ben ragione
dall’andare a casaccio di un cammino
che gioca con gli intoppi del destino
in questo dai e prendi della vita
sospesa e dal dio vento rifinita.
Qui con
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Tace anche l’ultimo lampione
come un cane randagio
ha le tasche piene di silenzi questa notte
non importa dove tiri il vento
non decide lui la rotta
è la punta di un iceberg
il mare dei ricordi
ha le tasche piene di silenzi questa
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Eppure qualcosa resterà
di queste notti
che abbiamo vissuto
e forse saranno le stelle
che splendevano al mattino
forse le lune
arrivate all’improvviso
a contemplare il buio
e le carezze dimenticate.
Eppure qualcosa ricorderemo
di queste
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Pioggia di emozioni,
soavi dolci carezze,
sentimento fiorito,
le tue mute parole
sbocciano nell’anima,
conquisti i miei pensieri.
Tu che mi scruti,
attraverso i tuoi occhi
trovo una parte di me
con la musica del momento
suonata dal
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spegniamo il silenzio criminale della mafia con lo stupore purissimo della bellezza
meravigliosa e fragile rondine che vola altissima sulle terre corrotte del mondo
ci sono stati uomini che sono morti giovani che hanno portato ideali come piccoli
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Ci sono nuvole nel cielo
tu sei tempo che ritorna respiro.
Ci sono sguardi nei sogni senza confine
l’amore non si nasconde
illumina la felicità nata in silenzio
nel tramonto ancestrale di un giorno senza nome
poi tutto svanisce nella scia
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Ostinato costode di sogni
di cosa vuoi ch’io ancora ti parli
oggi che stanco vento mi spinge
verso distopiche ore senza tempo?
Solo ti lascio stanchi versi,
confuse parole disperse.
Illuso poeta scrivo su fogli d’aria,
serrando le mani,
quasi per
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Sulla pietra di un eremo
sta un monaco e prega
a un passo dal baratro
e attiguo al paradiso.
Prega perché
si dissolvano
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Il tempo fucile
punta la speranza
ne sbianca i rifiuti
sferza l’aria intorno
uccide, ridisegnando illusioni
Ha fame di nuovi misteri
di crocifissioni.
Gli esperti vogliono convincermi
la trave dovrà essere abbattuta
ma solo a metà.
-Inutili
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Vento a soffiar ricordi, umano fu porger la mano,
solidar pensiero, umanamente propositivo,
gocce smeraldate di gran valore.
Nell’aria un velo di beltà d’animo aleggiava
fin passar frontiere d’ognun umano,
nebbia a diradar nell’orizzonte.
Viver
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C’è un mare che ribolle di schiuma
le sue onde parlano verso l’ignoto
più nero della notte
quando un gomitolo di luce si diffonde improvviso
è la solitudine dei poeti
commedianti d’anima
ambulanti di parole nel loro vagheggiar di silenzi.
Ci
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Ognuno deve correre per la sua strada
inutile inculcare
quanto dentro di noi pare più consono
ciascuno pensa con il proprio cervello
non possiamo insistere
rischiando di compromettere
coloro che desiderano evolvere
forzare non porta niente di
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Sarà presto tramonto
e il giorno che muore
avrà solo il buio
come presagio del male.
Sarà di nuovo notte
e l’alba non sorgerà
se non per svanire
con l’amore del mondo.
Avremo un cuore diviso
fra la speranza
di rinascere in segreto
e la
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Nelle calli strette, un’eco di passi,
tra le mura il brusio di storie antiche.
L’acqua è lo specchio di cieli d’angoscia,
di cuori trafitti e destini infranti.
Un fantasma dai ricordi sbiaditi,
come un’ondata inquietante sorprende.
Venezia
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Un sogno è fuggito
complice la foschia
l’orizzonte rapito
da caligo con la scia
Il pensiero è nebbia
nella mente confusa
vagando sulla sabbia
Il gatto fa le fusa
È un mare pacato
che accetta silente
disagio arrecato
dal tempo
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Sopravvivere
all’abbandono
che affonda la sua lama
nel mio ventre di burro.
Non ne voglio più
di lacrime
senza un domani
stagliato
tra le luci dell’aurora.
Ecco le mie mani
sembrano fiori recisi
rinunciano
a capire
lungo i fianchi
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Un sorriso freddo scende un tonfo sordo di vetri in frantumi. Vorrei pensieri in corsa sui binari senza il timore di deragliare per i campi. Sognare nel canto di mille capinere in una primavera che sa di acerba estate,
promessa di calura imbavagliata da scuri nembi - carovane spente - all’imbrunire.
E un sorriso freddo resta coagulando sulla soglia il tempo di noia e d’abbandono dove il mondo è solo una sfera da prendere a calci… Vorrei metamorfosi a celebrare il canto d’un cigno che non muore
tra un battere e levare di acuti canti e strane litanie.
Un sorriso freddo splende al chiarore pallido d’un lume dove si estingue il mio buonumore ed io annovero sottili anomalie Il ritmo è nuovo, lento, intorpidito gli amori d’un tempo burrascoso - ancora vergine- sepolti |
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Sull’orizzonte si affaccia nuovamente Trump con le sue armi, muri, dazi e l’equilibrio mondiale si fa ancor più precario. Alla nostra cara Italia, pertanto, altro non resta che armarsi, ed armare l’Europa, di cultura per sconfiggere le armi, por…leggi…
di Francesco Andrea Maiello |
All’ interno del supermercato si è radunata una grande folla. Tutti sono concentrati ad ascoltare un non meglio definito personaggio che promuove un prodotto dalle qualità miracolose.
La voce del rappresentante, attraverso il…leggi…
di Claretta Frau |
1) Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro " La luce della cultura sulle ali della fede", cosa diresti?-----------------------------------------------------------------------------------------
Versavo in severa depressione,…leggi…
di Francesco Andrea Maiello |
Il castrino, figura artigianale tipica del mondo contadino aveva il compito di castrare gli animali, con l’obiettivo di renderli più facilmente "gestibili", nel senso che il contadino aveva un solo riproduttore maschio, che doveva…leggi…
di rob ponzani |
Scrivo in prima persona, ma guardate bene non è di me che sto parlando, ma di un personaggio immaginario, che non so neppure chi sia, e come potrei saperlo visto che è immaginario?, è perchè sento il bisogno di parlarne e…leggi…
di Michele Serri |
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ISCRIZIONE CLUB SCRIVERE
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DIVENTARE SOCIO CLUB SCRIVERE
DIVENTARE SOCI NON E' UN OBBLIGO MA ESSERLO VI DA TUTTE LE AGEVOLAZIONI DEL SITO!!
GRAZIE E BUONA SCRITTURA. |
Il Tempo
Un raggio di luce espande in lontananza,
invade l’emisfero,
diventando evanescente.
Con il pensiero creo il suo percorso
e vago fra orizzonti che svaniscono nel nulla
e fra concetti di reale apparizione,
vado cercando colori e
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Con questo rumore di città distante,
di sera la mente fin da te arriva,
ché son d’altra parte ma ti sento viva,
e tocco con dita la nebbia vibrante.
E ricordo di quanto sei elegante,
di mattina sfiorata dal bianco sole,
il cielo toccato dalla
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Di quella battaglia ricordo il silenzio
che avversa una spada m’avea sussurrato,
in bocca l’amaro d’infuso d’assenzio
e il
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Sono folle, sono pazza, sono strega. Sono me.
Quanto basta per far alzare il vento,
quanto basta alle nubi per coprire la luce della luna.
Celata bellezza o dannata oscuritá?
Io mi faccio nuvola, luna, torrente e prato, cavallo e falco.
Son la
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