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luigi88
Le 300 poesie di luigi88
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E’ quel senso di sconfitta
albina. La sua testa poggiata
sulla notte, poi il suo affetto placebo
sulle vertigini
che mi si affacciano dagli occhi.
A venti anni leggevo Keats.
E ne avevo di frasi sfatte che
mi avrebbero parlato
bussandomi alle
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La pazza ride.
È un giro per le strade d’Europa
che fa rumore in differita. Troppo.
Dov’è lo sciabordìo della pubblicità?
Passa ancora qualcuno di qui
e parla da solo, si tarla da solo sotto il sole
per onestà
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Mi arano le ore sonnolente
mentre leggo i classici dell’inutilità.
Hai ancora sulle palpebre
gli anni della bellezza per partito preso?
Per qualche ragione
avrò forse ragione,
sei tu la ragione
che in questa ennesima notte mi
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Lei che solca
sola
l’ultima acqua di marzo,
si perde oltre il porto
in un silenzio che da estranei
ci accomuna.
Di là non ti capirà nessuno.
Ho vari mondi di tutto
e niente da posare a riva,
prima che il giorno si ricordi di
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Scordo il finale
delle frasi fatte al secondo piano.
Si guada più o meno sempre
di notte.
Sarà che l'illuminazione artificiale mi fa dilungare
sul semaforo inutile al di qua
dello stridìo delle quattro meno venti.
E
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Quello specchio ti riflette e
pronuncia le inutili sciocchezze
che direi, standomene fermo
al mondo.
Le curve dei fiori eloquenti
ce lo dicono. Gli anni appassiscono
più di quanto tu li aspetti,
meno di quanto tu ti aspetti.
Scostiamo
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Passiamo le rive.
Scrivere cose da sempre
e quante altre ancora perse.
La calda ignoranza empirica
dei giorni alla
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Appesi i discorsi come veli da spora
dispersi fra i tuoni, fra gesti e
poi suoni di chi estraneo passeggia.
E’ una cadenza di un verde strano
che sa di muschio e di anni
così, improvvisati, forse teatrali.
L’abitudine che a volte
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Ma non naufraga vinta
la trama nel cielo
delle sei e qualcosa.
Come piume in piena,
giù per alvei
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Passanti.
Quei due occhi di pietra lavica,
livida come questo verso
a capo, poi a caso e via morendo.
Suggestioni
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Chissà dove.
Forse ancora in Russia,
quella morte di profilo solo per me.
Un'altra parodia della sera
stesa e crocifissa ancora su di me.
Un atrio balenò spento
a dirmi "il freddo attraversa
i portici
i cieli d'altri
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E quando poi si rintana
un qualunque senso del rumore,
il silenzio di certo
non cambia nome; al che
mi costruisco castelli di rabbia
da spazzare dal mento.
Ci tento.
A salvare la faccia dai venti
che, dopo si scopre,
autunno non sono, non
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Ora sì che semina a vuoto
quel tempo avvenente.
Affondo rapido:
è un futurismo che corre
e non sa di te,
è un cubismo che frange
e non sa di te;
cosa so che non sia nulla?
E' un dialogo inerme
il silenzio verso
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Scomposto a guardare
gli steli artificiali
di degni motivi in serie.
Affondo
in un sorso di muro.
Le
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Delle notti a mani giunte,
sui miei occhi in ginocchio.
Il caso ti porta
e una qualche ragione,
che a fiordi passeggia,
ti orienta tremula
sui pochi miei
capoversi distratti.
Di quel Buddha di rame
di fianco ai fiori,
delle sorde
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Un soffione sui campi.
La vita che rotola
inerme e immaginata.
Quartieri e qualche borgo,
traverse ed orizzonti
in cui la
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Se tu mi dimentichi Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 208 - € 11 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214
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Tu che mi ascolti Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2010, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 240 - € 12 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686108
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Invia un messaggio privato a luigi88.
L'educazione degli specchi
che mi rende, sottende
un qualcosa che in là
poi vitreo mi saluta, estraneo.
Qui fuori ancora i folti odori
e i finti fiori
della sera maniacale.
Accumuliamo i tempi morti,
le navi da asfalto
senz'acqua
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Blaterano invano
vetrine e impalcature.
Vive e respira
la pietra irregolare
sui muri da letargo.
Volti vanno e vengono uguali.
La massa
nei miei sogni ha quegli occhi
suoi struccati,
rinchiusi in questa piazza
d'ignoranza sveglia e
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Fuori.
E' dentro che dorme,
su talami in paglia,
l'ultima spora
di questa mia malinconia.
In un fervido pensiero
d'aria t'ho persa,
sorretta da mani
che non conoscono parola.
Remote le remore mie, come urla
di madri
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Contorni di rami
e ferro di panche sfinite.
Scia di un aereo
di linea;
stazione alle spalle:
inchiodato
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S'inerpica uno sguardo.
Falla da bowling,
giù per quel cielo
di notte inetta.
La imiteremo,
lei come si chiama?
Sezione aurea
che scalcia oltre il cancello
delle natiche di Venere.
Dal muro che s'accende
di riflesso,
rivedo il
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Grave pende
sul mio capo e dalle tende
la mia resa - ti dissi famelico -
m'attende la strada.
Un selciato d'insulti,
sai sono Caino e guardale ora, donna,
queste mani di bile.
La gente mi culla,
nell'opaca peristalsi
m'ingoia dagli occhi
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Un buio che mi soffia paura.
Lo stesso mi teme. Sì.
Grinze di suono
fra i
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Recite perfette
a chiusura di stagione,
luoghi desolati
come vasi di menta a perire
in tiepidi anfratti.
Vocali parricide,
lì un groppo in gola non basta,
e il pugno che stretto
non passa
dalle remore all'attimo
appena caduto via,
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Propedeutica puttana
a lamenti e distici
per glorie delle belledonne.
L'oscura pochette
delle splendide fosse
di stelle e leoni.
Barcolliamo sfiancati
al richiamo dei clacson
nell'immenso tacere.
Ancora un pò,
restiamo rose e
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I brani,
i brani della sera
che sola ti appartiene;
c'erano riflessi
sui balconi di fronte,
slanci di notte
ché sei solo questo.
Scorre umida
la voglia degli alberi
nel nido di suoni di questa città:
nel mare di no,
di stop,
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Quanto silenzio
sei tra i bisbigli di legno
e scaffali, un attimo
di lumi spenti al pomeriggio.
Intreccio i passi
e il tuo dilemma
in quegli occhi di
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Mnemonico cinismo
d'interni e lampioni.
Ceste d'ombre di tremuli gambi
giù per la facciata,
fredda lava snaturata
la luce impertinente
su croci e crateri delle strade da niente.
Una generazione
di sogni adottivi, ché qui i
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300 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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