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Gianfranco Vivera
Le 17 poesie di Gianfranco Vivera
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Camminavo piano nottetempo sulla riva di un lago
quando vidi lei seduta sulla spiaggia.
Capelli rossi, forse dai riflessi
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Un corpo appeso a un filo dondola
sul suo baricentro mobile.
Un faro sulla roccia scruta il giro d’orizzonte
col suo
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E' nel lucido meriggio
che sonni e torpori
s'intingono di morbidi toni
e grevi le palpebre
cedono lente come tremoli lembi.
Allor si posano sui tigliosi appigli
gl'irti gomiti pizzuti
e i comodi palmi si colmano a turno
della pesante testa
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Voce suadente
vibra una danza...
Ascolta
il sutra inebriante;
fletti sul senso
dell'essenza,
strappa gli ultimi
stracci dalle tue braccia
e vesti trame di mantra,
per meraviglia dello spazio,
dell'inizio,
fine del tempo.
Senti?
Sopra
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Perle di brina
sfiorate dal vento solare,
pregio
del nuovo giorno
schiuso
tra le mie palpebre.
S'apre il guscio
e distendo le braccia
in un antico saluto alla vita,
che lo pretende,
per confrontarmi
di nuovo
con Essa.
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Presto silenzio
a chi vuole ascoltare
che muta alla sera
la stanza ridonda
d'ameno fragore
astuta di luce
pensieri
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Scorgo un bagliore tra i rami di pino
un guizzo di gazza vibra le fronde
non è la stella che nasce al mattino
son
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Parole prive di senso si stipano
in fragili abitacoli di nevrosi
ricolmi di sana demenza.
Viaggiano per lucide follie
al volante di vecchi rancori,
in scatole stridule di pericoli,
nel vacuo spazio dei timori...
Ah! Povera paura,
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Sillabe atone colorano
di semplici simboli
favole simili
a fievoli nuvole.
Scorrono languide,
sorvolano i
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Il vento del mare ad una cert'ora
mi spinge a rivolgere uno sguardo
sul tramonto e con carezze di riguardo
placido mi raggiunge e mi ristora.
All'orizzonte la sera si colora
di luci e di bagliori, e in accordo
risuona serena sino al
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Gianfranco Vivera.
T'ho vista spogliare le vesti
d'armoniose movenze.
Distesa su fluidi veli ti presti
a graziose frescure d'aria
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Sui vetri velati da piogge d'autunno
avevo posato le gote,
lo sguardo s'alzava sui lampi di turno
in cerca di gioie
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Quanta strada a piedi s'è percorsa
per andare a conoscer l'arte comune,
senza passare indenni per l'ispida
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La mano reggeva la chioma,
fluida scivolava la setola
fra i lunghi capelli d'avorio.
Con dolci carezze
apriva le
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Su rocce smussate dal vento,
da urti battenti di pioggia,
nei solchi di ogni frammento
giammai si placa la
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Ecco l'eternità che scorre,
mi passa davanti
visibile nel movimento delle nubi;
la tocco lì dove si posa
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