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♦ Adriana Bellanca | |
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Dicembre 2024 |
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Maria Francesca Barbaria
Le 122 poesie di Maria Francesca Barbaria
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| Freddi inverni del cuore
attendono il calore del sole
di primavere smarrite.
Il forte e caldo abbraccio
dell'amore dimenticato,
sepolto nella terra arida
di un cuore che non
produce germogli.
Cerco i colori dell'arcobaleno
nel grigio tempo
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| Frugavi fra le foglie le ciliegie mature
che riempivano di ricordi quelle mani
un po' invecchiate, ma sempre belle
non li ho viste mai così belle...
Cercavano il frutto maturo fra le foglie e i rami
come solevi a ogni estate nel nostro
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| Se cercassi a Primavera fra le margherite
e le primule bianche dei prati
o fra i gigli e le bianche rosette
dei rampicanti,
non troverei fiore d'innocente bellezza
che possa rassomigliarti,
perché tu fra questi sei il fiore più
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| Stamattina sono sbocciati i fiori di pesco
quando ieri erano solo minuscole gemme
come piccoli bottoni
attaccati ai rami dell'albero
quanta fretta di venir fuori...
per cercare le carezze del sole
fra le timide foglioline
accarezzate di
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Salgo il pendio della collina
un vento bizzarro di primavera
mi scarmiglia i capelli
i sassi rotolano giù per la china,
l'odore dell'erba mi riempie
il respiro angosciato
L'animo piange ricordi
d'amore che lacerano il cuore
come
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| Ti rivedo negli occhiali spessi,
nel dolce sorriso sdentato,
nelle rughe della fronte
nel calore delle tue mani
che mi davano forza,
nei tuoi saggi consigli che mi
raccontavano la vita
Ti rivedo nella tua cecità,
quando cercavi il mio
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| Non è rimasto nel nido respiro, né tempo
albeggiano i rami e sono già rigogliosi fusti
Il fiume scorre borbottando
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| Atteso risveglio mi spoglia
della mia cinerea ovatta:
armonia di voli campestri,
la fontana che zampilla.
Un dolce
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| Scorre sull’asfalto polveroso
il secco dei campi, una calda luce
irradia morbide forme distese.
Sulla via del ritorno
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| Amo
ancora quella voce
accarezzarmi il cuore
quel sentiero angusto
che mi conduceva a te...
Amo
ancora quel
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Le mani nere, il viso paonazzo,
la maglietta a strisce - il sole in tasca -
il cattivo odore del suo macigno lordo di frasca,
lordo di nafta... e ancora acceso.
Tegole rosse, rosee, assolate, in fila indiana
sosta di passeri allegri – beccano il
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| - Fratello, pensa che domani
dovrai ancora faticare,
finché sarai stanco di lottare!
Anche tu ormai ti senti a pezzi
a reggerti la schiena, curva
di amarezze
E se l'umile uomo
ti esortasse con il pio detto:
- Prendi il tuo fardello
e
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Ancor lucidi di cera
rimangono specchio
delle nostre ombre
specchio di rimembranze,
stagno della nostra algosa essenza.
Il sole cala sugli occhi,
lambisce di luce il cristallino
come germogli schiusi
ne carpisco i frammenti,
la fragile sua
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Sperare
come Masha che la pioggia sia sole,
che il freddo sia calore, che le spine siano fiori,
i bambini gioire, gli animali sorridere
Sperare invano,
di mutare la crudeltà in bene,
la povertà in ricchezza, l'odio in amore
un
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Un atteso risveglio mi giunge sereno a spogliarmi della mia cinerea ovatta,
dei funesti ricordi che raggelano il velo con il dolce tepore del soffio del vento.
Mi giunge fausta con le sue ombre leggere che rincorrono il giorno,
con i suoi voli
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E' intorno un atteso ritorno che ci oblia
dolci promesse di una vita nuova che riaffiora
nella povertà dell'illusione
una nuova energia che si sprigiona e ci
foggia d'oro e di gemme preziose.
Immagini d'azzurro spezzano il nostro
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Festa delle Donne 2010 Autori Vari
Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia
Pagine: 107 - Anno: 2010
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Maria Francesca Barbaria.
| Giaci pietoso,
taci.
Taci il declino
Mentre ancora ti attendo
accarezzarmi
con il tuo roseo effluvio
confusa
rapita dai tenui colori
mentre tu spoglio sembri di mia vita.
Presagio?
E il mio stupore
si trasforma in paura,
dopo in
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Dall'erba assopiti
brucano felici sotto l'antico
tepore
nessun rumore le scuote
le impaurisce, le incuriosisce
chine, brucano indisturbate
sotto il sole
Nulla è più puro
di questa immagine remota
come un'insolita
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| Illudermi che le tue mani
Possano darmi il calore agognato
Stringono ancora le mie -
La crisalide non ha le ali -
Il vuoto è patire! – ho patito l’assenza -
Anche i pini hanno pianto -
Le pietre hanno taciuto l’amore.
Veicoli che spezzano
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| Un fuoco acceso,
il cibo fumante che attende...
fuori è bufera:
- com'è cupo il cielo!
Qualcuno ascolta
le mie parole - sono mute -
nessuno di loro
le ode.
I rami s'inclinano al vento,
si scontrano foglie
scorrono da
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| Ansante,
mi trafiggo del passato,
dei pensieri esuli che lo accompagnano;
di quando il sole ridente forgiava
le nostre anime
come tenui germogli.
Ansante,
rammento le nostre mani fanciulle
e i giulivi occhi sciogliersi
nel verde fermento dei
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| Immagini, voci
rasente
linee geometriche
prendono
direzione diversa
nel blu- vermiglio.
Verità mistiche
si celano eterne
dentro lo
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| L'eco di un richiamo
sovente
non è così lontano
guarda una stella
e il suo sguardo è perplesso.
L'osservo,
mi osserva,
non sa di essere
un piccolo amico
che m'incute conforto.
E' pace sui colli.
Una
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| Intorno mi estendo
a spirar sulle lustre foglie
dell'inverno
a ricamar merletti
dove l'eco infuria, a
squarciar il mistico cielo
Come fossi terra accolgo
ogni mio patir
nascosto
ogni pena recondita del cuore
che ancor
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| Mi rannicchiavo curiosa
quasi a farmi un gomitolo
dentro il tuo pensiero
solitario.
Ogni giorno rotolavo
su quella tua inquietudine
mista di dolore
e amarezza
sprofondando dentro
quel bambino triste
che viveva nei tuoi occhi
senza le
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Una piuma si culla nel velo, volteggia su un sasso
e dietro un fior si posa. Dalle ali di una colomba
in volo il mezzodì ritorna funesto, con le sue ali d'oro.
E ancor il suo debole cuor implora il mio affetto,
per rammentarmi il nobil
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| Sereno il mio vivere scorre recondito
come il ruscello, che con mansueta voce
zampilla, fra auree e rigogliose sponde.
Scorre bisbigliando sul mite e passeggero
velo, che del giorno raccoglie il tramonto
senza timore, poiché la notte
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| Un airone nel folgore vermiglio
assottiglia l'aria.
Oblia il suo tempo.
Si spoglia,
del suo mesto velo
scuotendo le sue morbide ali,
dove l'amore si specchia
e il desio spumando risale.
Dove riaffiora l'umida carezza:
sulla pelle, sul
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| Soffia l'ebbrezza
di Pasqua
sugli arbusti
e le zolle silenziose
di viole,
si piegano le margherite,
al vento docile
dei tuoi passi
profumati
come se solcassi
la via del Mistero
- tu, silente,
che segui le sue orme!
Lasciando che ti
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Vecchi cipressi in ginocchio
sembrano patire la sofferenza
raccontano al mio cuore:
del custodito silenzio,
della tristezza della morte,
del pianto di un'anima.
Non li avrei ascoltato
se la paura mi avesse annientato,
se la gioia non mi
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122 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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