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Antonio Hermes
Le 43 poesie di Antonio Hermes
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Nei campi a mille i papaveri
sì vivi coi loro fervidi petali
sotto la fronda degli alberi
Da giorni vivo in verdi prati
mi ridesto in taciturni lochi
o nell'orto degli arilli dorati
Attendo che l'sol s'avvampi
e drizzi i papaveri dei
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E' si quasi giorno ed ancor piove
piove senza sosta sui nostri volti
in sull'erbe e sulle primule nuove.
Piove e tu non sai ove s'asconde
Il cielo, orché sobilla la procella
e disgiunge stormi fitti di ronde.
Torna il sereno sul fosco
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L'ali della notte t'hanno condotto
da me, e l'amaranto notturno alita
com'il soave sapore delle tue dita.
I tuoi seni fioriscono e sì gradita
agli orti e ai campi d'erba fiorita
quando porti seca il fascio chìotto.
Fiotto
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Chiome d'oro e direi quasi attorte
su un volto languido e di pura beltà
e sì pallido c'anche l'alba s'inacerba.
Alcun sospiro la tocca, anco la morte
io non potea agognare per la sua pietà
e or solo dispregio il cor suo mi
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Dove conduce l'abisso dei tuoi occhi?
Mi son perso una volta e ne son rimasto intrappolato.
Ho creduto che nei tuoi pensieri ci fosse il mio pensiero
e che nella tua bocca fosse rattenuto l'impulso d'un ardore vero
ma ho sentito solo la tua assenza
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Ed oggi qui è ancor più distante
ogni cosa di te, ogni tuo respiro,
il suono dei tuoi capelli
che si districano sul mio cuscino:
quandunque piovono i tuoi baci
come fiori di melograno dal cielo.
Sei viva nei miei sogni,
sei l'eterna
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T'amo senza potertelo rivelare, ed in silenzio
vado alitando il tuo profumo tra i petali di rosa.
Le mie labbra cercano le tue instancabilmente
mentre la notte discostamente scende misteriosa.
Non sai dell'importanza della tua anima per la mia
e
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Voglio trascorrere tutta la mia vita con lei
tra le sue follie, le sue gioie, le sue frivolezze.
Voglio essere la sua ombra, seguire i suoi passi
congiungermi al suo corpo; sì che ne paia uno solo.
Sento che devo vivere la mia vita tra le sue
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| Il suo corpo, i suoi occhi
mi fanno tremare il cuore.
Le sue gambe sono lisce
come il mare calmo,
come la sabbia che scorre
tra le dita umane.
I suoi capelli sono tenui
come nuvole che nel cielo vagano
sopra le città, i deserti,
le
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| Ogni giorno sento più forte la tua mancanza,
non c'è istante in cui non muoia dentro.
La tua mano è come se carezzasse il mio petto
tremante; la mia pelle riconosce il tuo tocco.
Ricordi quando i tuoi capelli vellicavano
i miei
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I tuoi occhi sono a volta di luna
ove vi son le tempeste dei mari
ed i riflessi ciechi degli altipiani.
La tua foggia qui talor s'aduna
e vereconda alla vista m'appari
sì quan più lievi son le tue mani.
Nel pianòro che
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Qual di due donne il cor mio
d'amor sale? occhi immaghi
al di sopra d'ogni sguardo pio
Nessuna beltà umana e mano
mortale, di gesta e in altri atti
è di così prodigo e sovrumano.
Il concupir loro dalle cretonne
a vagliar
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Bianche di neve o bianche di pioggia
son le lacrime tue di sospiro di luna
che nel cielo come rubino si sfoggia
Lambito non ho mai il tuo grembo
di rosa, nei giorni che sì brevi a noi
da quivi hanno sospinto ogni nembo.
Sento che sei quel
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Scorrea l'orpello tuo alla tua
fronte, le tue dita di fanciulla,
nei tuoi palmi l'agra questua.
Neretta, occhi di paglia arsa
e viso languido d'ardita cura
non mai per me sei riapparsa.
Sei scomparsa nell'aria diletta
ti rivedrò omai
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Ove s'ode la tua arguta voce?
tra quali viali e di quali passi
per gli antichi giri s'allontana?
Ritorni nel mio pensier veloce
quando di ciarle e sospiri lassi
tramutasti il volto in bonalana.
E nulla è or tanto ferino e mi
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A me ritorna l'effluvio marino,
torna per entro le sagaci froge
divezzate dal riflesso cilestrino.
Le narici sono i bulbi dell'epitelio
scrutan quel che nommai s'avvede
e soppesan pur il serto dell'antelio.
Ritorna or di me l'impulso
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L'allegrezza che or nei tuoi occhi
s'impressa, nei miei s'ammutisce
e poi si tace in sua insita favella.
Il tuo ricordo s'è perso negli scocchi
tenaci, meco s'avventa e mi ferisce:
com ti fai a mostrarti a me sì bella?
Pupilla
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Dall'alto la parvenza dei monti
ondeggia sull'orizzonte salmastro,
nelle fauci della rupe e le sue fronti.
Erbe arse dalla bonaccia d'agosto
e vermigli caprifogli senza i lividi steli
fregiano di pentameri il campo ascosto.
Immensità
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Tarda luminescenza d'auree stelle
che fomentan su l'acque e sui palàgi,
lontano dai barlumi di malve mortelle.
La nivea spuma marina empie l'orme
del tuo vetusto passo anco immacolato
eppur par sì rimesti nei calchi delle
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Sulle morene dell'argillosa valle
s'annaqua il pianalto del nevaio
e le saracche or foggiano le falle.
E il fero attrito delle rocce vergini
con l'acque, forgia i gorghi obliqui
e i voltoni ricurvi sulle aspre voragini.
Ancorati sono i
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43 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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