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Mario Contini
Le 383 poesie di Mario Contini
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| L'unica certezza
sei tu,
che fai sorgere il sole
infinite volte
nel cielo dell'anima mia
uccidendo al loro nascere
tutte le sue ombre
tu che bruci
disperazione e tormenti
su ampi roghi
dai fuochi eterni,
poi banchetti e danzi
intorno al
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Come un naufrago
vago sull'isola dei ricordi,
sibila il vento
di solitudine e mancanza,
cado tra arbusti spinosi
che graffiano come il tormento
annego nel lago dei pensieri,
come fiore appassito nell'ombra
cerco nuova linfa, briciole di
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| S’alza il vento
e s’ode il fruscio delle foglie
tra i rami del cuore,
ed è così timoroso
il cinguettare dei miei pensieri
ora piove
oltre la finestra dell’essere,
mentre vividi lampi
squarciano
il nero della mia anima
il
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Il vento d’ottobre
che soffia e scompiglia chiome
e pensieri,
che scaccia l’estate e scioglie gli amori
ormai forestieri
il vento d’ottobre
ch’è triste, ch’è solo, che urla,
non ha più stagione,
t’insegue, t’avvolge,
è palpito fresco di
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non soffiano più
quei furiosi venti di passione
solo fitta nebbia,
dalle pendici del cuore
fino a valle,
nelle desolate pianure dell'anima
scorrono tristi i ricordi,
fiumi impetuosi
nei profondi solchi delle mie cicatrici
seduto
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| Se bastasse
una poesia per farti innamorare,
allora scriverei la più bella,
userei le parole più dolci
quelle che ti rimangono dentro,
quelle che ci ripensi la notte,
quelle che reciti
a memoria appena sveglia al mattino
se
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tu vivi l'oggi
credendo sia ieri,
parti per altri mari
ma ormeggi negli stessi porti,
nutri le assordanti eco
dei pensieri
nella desolata valle dei miei ricordi
continui a versare aceto e sale
su ferite ancora aperte,
ad evocare
immagini
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| Ti amo
poi ti posseggo
tutta ti bacio poi ti parlo
ti capisco
perché ti leggo,
tu non puoi imprigionarlo
questo amore
vola libero
tu m'offri una gabbia d'oro,
non sono come l'albero
se son statico mi addoloro
eppur sai
che mi
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| Ha rubato i miei silenzi
ma ha creato le mie urla
son rimasto con gli avanzi
di una frase per sedurla
come piuma vago nel vento
o come foglia nel torrente
ché così forte è il tormento
m'incammino verso il
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Come un'edera
ti avvinghi
al mio cuore
cresci
e ti espandi
sei il mio
dolce torpore
ti nutri di baci
e
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Eri ferma
sul precipizio del tempo,
a vivere in te erano i giorni
ma tu, non vivevi nei giorni
l’inquietudine sulle labbra
si colorava un’emozione,
il canto suadente
di un’anima
t’addolciva il respiro,
e tutto, tornava a stupire
nemmeno
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Mi hai colto impreparato
dietro questo muro d’ombre
no,
non hai sbagliato
miei questi occhi senza più preghiere
non far caso a quei pensieri
gettati lì ovunque
sì lo so,
non ti ho aperto subito,
ho temuto fossero del dolore
quei passi
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Credevo
di aver scritto
per te
una poesia semplice
iniziava con
“amore amore amore”...
pensa che
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Se ti rincontrassi
adesso
che già ti amo
fuggirei da tutti i luoghi
in cui
mai ci siamo amati
se ti rincontrassi
adesso
che
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Il vento
sibila tra i pensieri
tra ansia, paura e gioia pura
il cuore
non osa proferir parola
che nel silenzio
d'un sospiro malcelato
ecco il vagito
d'un sentimento rinato
annebbiano la ragione
quei grovigli di
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La mancanza mi graffia
negli attimi
di silenzio leale
in un cuore
incatenato all'amore
i dubbi assalgono le certezze
e in tempi ancor mai vissuti
mi vedo,
senza veder chi fossi
ho smarrito gli occhi
negli occhi
di colei che amo,
nulla di
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Invia un messaggio privato a Mario Contini.
Tutto era già scritto...
nei giorni ignari,
sui muri delle mie stanze vuote,
nel perpetuo flusso
del tuo sangue
non potevo lasciarti lì
a fingere d’esser viva
aspettando una fine ingrata
m’innamorai di te
senza volerlo
non è forse una
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Ci sono volte
in cui l'alba
è più cupa del tramonto
come se proprio nulla
volesse svegliarsi
come se il giorno
tirasse su fino al mento
la sua coperta di nebbia
come se il vento
aspirasse le nuvole
invece di soffiarle
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Ti ritrovai seduta
a ricostruirti la vita pietra su pietra
a maledire il tuo sangue ribelle
e maledire me,
reo d'essere il tuo male estremo
e l'estremo rimedio...
quante volte devo averti amato
assorto nel desiderio unico,
avvolto nel
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Sei sorgente di desiderio,
la mia concupiscenza
vivi nel mio respiro affannato
quando mi vuoi... e indugi
stregata dalle voglie
del mio intimo non hai segreti
voglio tu possieda i miei istinti,
incatenami i sensi,
strappami le vesti, rendimi
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M’inquieta il silenzio,
quando mi nega la voce del vento
e persino l’ululato dei lupi
imprigionato nel tuo addio
il buio e il freddo
m’impediscono la fuga
graticola di ghiaccio
che mi consuma l’anima
violentata e feroce
nel suo ultimo strato
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Quando la parola
distorce il senso
la sofferenza nasce dagli occhi
nel cuore
si cammina sulle punte
e lacera l’anima
espiare colpe mai commesse
malinconiche torture
di voglie tumefatte
d’un pensiero capovolto
d’un sentimento
aguzzo e
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Amore incredulo
amore infuocato
amore fragile e tormentato...
fiumi di rabbia dentro,
urla di follie
intrappolate nell'anima,
e sciami di strazi
che ronzano quando fa buio
brividi sciolti sulla pelle
ammaliati da dubbi,
gocce di parole
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Se tu non mi amassi più
cosa rimarrebbe
se non un triste
cimitero di parole?
poesie stuprate dal destino
e lasciate lì,
sul bordo di una strada buia
è così difficile
indossare un'anima,
e poi,
ritrovarsi
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Voglio non sia per caso
il nostro incontro
voglio che sia adesso
dirigiti verso le nuvole
ti ho costruito una strada
di panna e zucchero
sì lo so, è l'alba ancora
e tu non sei a posto
ma oggi ho tutto il tempo
da
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Quando la notte
rasenta la follia
stupisce l'odore della paura
voglia di un bagno d'amore
per non sentire, per non vedere,
soltanto per possedere...
questo è il mio modo di tenerti
legata al cuore,
c'è troppa gente
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Non ti stupire
del balbettare del mio cuore
non ti stupire della mia attesa
o di una stupida
frase muta
c'è così tanto amore oltre il velo di sospiri
che separa i nostri mondi
forse un filo invisibile
lega i pensieri di
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Incanta i miei sensi
la voce del vento
io sono fragilità e fortezza
nella ragnatela del dubbio
la nebbia offusca
i vetri dell'anima, e il mio,
è un vagare infinito
nel poco azzurro che resta
non so che volto abbia
la
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E' inquietante
il silenzio del silenzio,
quando nega alla notte
il grido del vento
o persino l’ululato dei lupi
nella prigionia d'un incubo
il buio e il freddo
impediscono la fuga,
graticola rovente
che consuma anime
violentate e feroci
il
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C’è chi non crede nella vita
dopo la morte
ma crede nella vita adesso,
crede nei forse
e a farli divenir certezze
c’è chi corre tra boschi incantati
o tra animali infuriati
c’è chi ha sentito il dolore,
quello denso,
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