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Maurizio Melandri
Le 422 poesie di Maurizio Melandri
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| Ti ho scoperta per caso
tra le maglie
di un lontano passato
Riapparisti all’improvviso
in un fascio di rovine fumanti
Le maree si dividono
sulla cresta dell’onda
noi ci siamo incontrati
senza esserci visti
Non era tempo
altri orizzonti
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| Aspettami
non lasciarmi in questo angolo di notte
a risentire l’eco dei miei passi cadenzati
aspettami.
Sto ancora evaporando della tua assenza
e onde di ricordi mi urlano lontano
come latrati di cani randagi.
Difendimi
sotto questa
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| Sommesso ricordare
come onde di lago
fitti pensieri
a ritmo concentrico
lambiscono riva
Mentre l'ombra si distende su questa sera
di dolorose assenze
di inerti desideri
e la pioggia
oggi come allora
accompagna
il lento scorrere delle
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| Tra Silenzio e Caos
annego
mi rifletto
nell'oceanica profondità
appeso all'attimo
smarrito
in assenza d'ogni sponda
o approdo
Ho scoperchiato
nell'ombra
la cripta autentica
nudo marmo
sepolta a fondo
da un divenire
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Poggio la schiena al muro
e mi perdo
in pensieri infiniti
Vent’anni son passati
come schiocco di dita
eppure ho sentito
non so perché
che ancora mi aspettavi
Lavoro sempre su di me
lavoro sempre e sogno,
sprofonda talora nella
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| Prendimi
Non lasciarmi prigioniero
di questo vuoto
Devo appartenerti
in modo crudele
totale
indecente
Una melodia del Cuore
che tu non possa dimenticare
con gli anni
come ci si dimentica
di vivere
più per trascuranza
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| Cerco l'ago nel pagliaio
nel lupo feroce
cerco l'agnello
come in una perenne ubriacatura
fantastico che dentro
un qualche letamaio
un giorno spunteranno
violette profumate.
Ho radicati
fiori nella pelle
e non ho voglia
di
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| Vago ed incerto questo cammino
ma la vita esprime se stessa avanzando
ed io non posso sostare
anche quando avrei voglia di stendermi
sotto un albero
al suono flebile delle foglie d'autunno.
Se il mio corpo resiste
e le mani toccano spinte di
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| Frusciar levante di smarrite fronde
sgomento affondar di pensier ponente
grecal furente di sconquassato mar.
Ombre ninfee nel nullo tempo
dall'ondeggiar percosse
fino all'inginocchiar di alberi
a petalo sfogliati.
Odor salmastro a
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| Stanotte non affiderò all'oblio
i miei squarci di pensiero
densi nell'anima
desiderosi di naufragare
Li trattengo qui con me
a riscaldarmi in mezzo a questo vento di ponente
questo ululare di maree
Non ho voglia di uscire in mare
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| Ho lasciato in un angolo
il brusio scomposto
della frenesia quotidiana
il rumore che assorda la mente
Ho varcato questa porta silenziosa
di notte
oscurando i lampioni della memoria
Abbandonato a me stesso
all'incontaminata sensazione
di
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| Caddero le tue mutandine
insieme agli indugi
e nel breve tragitto
per giungere a terra
l’amore non osò fiatare
Anche la notte impallidì
volse la luna il suo mellifluo sguardo altrove
per non vedere i nostri corpi nudi
ergersi ad impudici
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Non si è poeta per scelta
ma per disperazione, sopravvivenza
per quel tarlo che corrode nelle viscere
fino a far scorrere il sangue dei versi
Non si è poeta per caso
altri hanno sacrificato le loro vite alla malinconia
senza neppure una
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Quanto tempo
resta un bacio
incollato sulla pelle,
quanta distanza corre
tra la curva dei sensi
ed il rettilineo
dell’addio,
quanta voglia insaziabile
racchiudono le mani di due amanti,
quante ore restiamo lì
ad osservare la nostra vita
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A volte mi torni in mente
nella mia vita scellerata e vana
e non trovo scuse per mandarti via
ti accolgo semplicemente
come un soffio di vento
un colpo di tosse
uno spruzzo di mare
che ha superato gli argini
Allungo il passo
mi stringo
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Strane creature i ricordi
a volte ti colpiscono a freddo
come palle di fuoco lanciate
da lontane catapulte mentali
altre ti feriscono alle spalle
come frecce avvelenate
si conficcano nel costato.
Altre ancora sono spine di rosa
che mentre fanno
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Credo in quello che ho dato
Credo nei mattini di primavera
quando l'aria è talmente tersa e pulita
che anche i pensieri lo sono
e nessuna malinconia può ferirti
Credo nei tramonti che non lasciano scampo
quando tutto è
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Regalami
una piuma
ed una goccia
del tuo sangue
Voglio carezzarti la pelle
tutta la notte
ed al mattino
segnare un punto rosso
sul tuo petto
un rubino
all'altezza del cuore
Per ricordarmi
dove inizia il mondo
e dove finisce il
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Si spegne
anche questo giorno
l'ultimo esile fumo d'incenso
evapora
tra i rintocchi della mezzanotte
Un desiderio si fa strada
tra ombre e demoni già in marcia
verso i labirinti dell'anima
prima che il sonno li accolga
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E ci dimenticammo di noi
perché quella bellezza
aveva riempito ogni spazio
travalicato i limiti
nulla da aggiungere
né da sottrarre
Quel tempo ci fu caro
il tempo che mai dubitava
e noi ci passammo attraverso
sentendo sul
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Ho amato
rubando attimi d'eternità
esiliato da tempo e spazio
prigioniero d'un mondo onirico
alternando guizzi d'insana felicità
ad abissi senza fondo e luce.
Strappando alla notte
le sue vesti di provvisoria morte
per
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Siamo isole
Frangiflutti di maree
e solitudini infinite
intrecci di vite
coni d'ombra
collegati da correnti
e vibrazioni sotterranee
Residui di terraferma
vulcani implosi
che non conobbero mai
il centro
del loro fuoco
né
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Noi non ci amiamo più
Mentre anche il mondo va a rotoli
il pianeta sta morendo
nascono meno figli
ogni giorno scoppia una nuova guerra
si sciolgono i ghiacciai perenni
perenni infelicità si sposano
Ma i fiori
nonostante
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Non incontrate i poeti
rimarreste delusi
con la loro andatura incerta
hanno silenzi di spine
schiena ricurva
portano sulle spalle
un fardello pesante
l'invisibile croce dell'anima
costretti in un corpo troppo piccolo
per contenere un mare
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Ho deposto le mie fragilità
su questo tavolo di marmo
per assecondare la mia anima
che mi voleva libero da catene
Le ho osservate con calma
una ad una
prima con fastidio
poi con amore
quindi ho atteso
che si avvicinassero sempre
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Non conoscermi
fino in fondo
rimarresti deluso
Ho malinconie taglienti
come pezzi di vetro
abbandoni cosi lunghi
come sugheri alla deriva
strati spessi
di conflitti irrisolti
E una smania di mettermi
a soqquadro l'anima
che non
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Ti portò
quella canzone di marzo
lasciandoti sulla soglia
della mia anima
cruda come un temporale
irriverente come un arcobaleno
Mi offristi i tuoi frutti
acerbi ma senza spine
e un coacervo di emozioni
disseminate d'aculei
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Si spegne
un altro giorno
di ordinaria follia
come un grammofono
gracchia le sue
ultime ore
Si stemperano
le vicende del cuore
e tutto ritorna
nella notturna quiete
magico alveo
che accoglie
ogni barca alla deriva
Reduce da
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Mistica e solitaria
poggia la sera
la sua morbida guancia
sul cuscino di stelle
in mezzo al cielo
Come te
che supina giaci
dopo aver domato i miei sensi
tra quei fianchi mossi
ebbri della danza delle maree
nelle notti di
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Eri là
sontuosa e immobile
paesaggio vivente nella mia mente
Insieme
disegnammo un cerchio
dove includere le nostre anime
un solo diametro
i nostri pensieri
scorrevano morbidi
sopra quell'asse magico
vicino al cielo
che ci
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422 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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