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Donzel Alessandro
Le 19 poesie di Donzel Alessandro
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Siamo eterei intenti. Lune mai raggiunte.
Seri intenti, lune esplose, frammenti d'arcaico splendore.
Immensamente simili al vaso che ci diede la vita.
Vita per le Brocche dalle terrecotte troppo ingenue, ora pregne di demoni.
Scorrono gli anni
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Fatemi soffiare via quel velo dal mio tempo,
come solo suole soffiare l’immenso tra i rami del mio acero,
come solo sa tremare il mio sguardo quando varca la soglia del mio mondo.
Fatemi comprendere come intendono comunicarmi il nostro
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| Tutto corre. E tu corri.
Restiamo appesi ad un probabile temporale.
Allora diventa certa la nostra carezza.
Il buio non spaventa più, ma la luce è sempre più rara.
Quando i salici ricominceranno a danzare?
Il peso che ci porta
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| Il sole è già da molto tempo tramontato.
La vista annebbiata del mio mondo vibra
ed esalazioni inconsistenti
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| Faceva freddo e le rose gridavano;
se il vostro sguardo solitario si perse,
non me ne accorsi e vi dimenticai.
Con il
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| Ho dimenticato la Luna,
Ed ora alle stelle lascio
Testamenti incorporei.
Le mie lettere incompiute
Ti coronano, severa
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| Immersi nelle nebbiose note di lacrime pluviali,
i nostri cuori s'incontrano nell'intricato abbraccio dei pini.
Vedo
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| Rapsodie d'accarezzati venti consolatori,
Riecheggiano tra i rami bruciati di vitree foreste.
Sotto ombre di nuvole mai esistite e mai sognate,
Piange sangue la dolente terra.
L'essenza dell'essere sfiora
Il riflesso di rugiada,
Mentre stormi
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| Senza ali e senza mete,
Salirò ai cieli notturni,
Guardando dall'alto
Dei miei sogni infranti,
L'offuscarsi delle stagioni.
Senza paura e senza vergogna,
Abbandonerò il passato,
Con il pretesto di vivere
Il dolore già
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| Non spegnetevi stelle di rugiada dimenticata,
portate il vostro cuore al cospetto del nostro.
Non spegnetevi stelle di rugiada dimenticata.
Salgono ai cieli; urla disorientate
Di violini sepolti da riflessi in lacrime.
Respira, la grande Dea del
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| Vorrei una scatola piena di lacrime,
Lacrime di gabbiani in tempesta,
Contro le correnti australi.
Il grigiore dell'anima lascia
Il posto a rosse emorragie mentali.
Io sono la mia prigione.
Candidi petali di gelsomino
Incorniciano le mie
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Invia un messaggio privato a Donzel Alessandro.
| Noi tutti.
serpi addomesticate,
tracce di zolfo,
perifrasi affrettate del mondo.
Congetture e burocrazia lancinante.
Periscopi in bilico
su tavoli di porcellana.
Grida soffuse
in piazze immense.
Incompletezza morale sempre più evidente,
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| Remissiva e della sua timidezza principessa,
soleva e nel suo incanto amava,
con gli occhi suoi vasti, nei vasti suoi sogni,
viaggiare.
Rapiva e nella sua intimità contava,
della stanca luna, i sospiri più vari.
E nel suo ambire a
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| Lasciate la timidezza alle stelle,
riposatevi nella culla delle foreste.
L'agrodolce sospiro dei violini è qui!
è tornato dall'orizzonte per rapire le nostre lacrime.
Sbattete le ali, cigni d'argento,
non siete più schiavi
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| Si percepisce dietro alle palpebre,
nel notturno silenzio dell'angoscia.
Sempre figlio del troppo amare,
troppo superbo per il sospiro del perdono.
Nel suo teatro di attori deformi,
si eleva, profanando il senno,
marcendo nei ricordi
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| Ricordi quando ci specchiavamo,
nel perpetuo scorrere dei fuggiaschi fiumi notturni?
Il lento corteggiamento di stelle
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| Dormi tra le mie braccia, tempo perduto.
Tra luce ed ombra, sognerai
Al ritmo delle nascite lunari.
Ti cullerai con il ricordo,
Ti disseterai con la nostalgia,
Ti sfamerai con la prospettiva.
Nell'immensità del cielo
Imparerai a
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| Quando le foglie del mio ramo cadevano,
il vento, dove aveva intenzione di condurle?
Quando morirò, il sole, dove
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| Vorrei solfeggiare armoniose armonie
Accarezzando i tuoi capelli di vento...
Qui, in questo giardino perduto nel
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