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Ferdinando Giordano
Le 120 poesie di Ferdinando Giordano
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Se riconosci la rosa, la rosa insolita, la sua
immacolata concessione di spine e raso,
la puoi vedere fiorita prima che
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Una secchezza immutabile si raccoglie nella strada,
un rito semplice di setticemie svolazzanti, di coleotteri
gaudiosi, di
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Quando si manifestò il cordoglio del deserto
la pozza era ormai allo stato di fango secco
e gli Angeli, poco meno
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come fosse aspirina.
La volontà di piaghe non è nelle cose
così tutto è disteso solo per
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Che vengano le statue. Sì, le
nostre anchilosate di marmo. Vorrei
contaminarmi di vene fredde e
partirei dal gelo.
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Sempre il tempo si è occupato
di inventare vita senza farne parola
E' rimasto muto nelle orbite
meridiana
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La pupilla della notte ruota nell'orbita della pianura
gli astri strabiliano il ventre dei tronchi
che accoglie l'umido.
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Fai per andare e ti sposto il tempo.
L'ora si prolunga ad elemosine di minuti.
Poi, trascorsa la tua uscita
sembrano
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né si dica che ai fianchi del suono
è possibile l'ossuta garanzia delle braccia
che mistifica il
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ci sono risvegli con rampe inusitate
per ogni gamba un salto di gradoni
da precipizio la vertigine del letto
sul ciglio
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Viene che si vede il tendine rosso del giorno
in fuga
mi dice la profondità
della sua ferita
la mantiene aperta
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toglimi il peso, marzo
fammi uscire dall'incavo della pietra
il piccolo seme seccato dall'ombra
se gli dessi una
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come nemmeno a dirti verrò
sono da distante qui
lo stretto tempo necessario
per un incauto risveglio
se apri gli
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stai col perché sulle guance
innevate da un timore a gennaio
la mia bocca ti apre
una breve sera in tutte le
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Quando il porto si alzerà dal golfo
e mostrerà la costa nuda
il fondo dei tuoi occhi
non avrà più la giostra dei gabbiani
tu potrai, figlio, osservare il mio cranio
svaporare e fuggirai.
Ma non maledirmi
se dai
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I semi si godono
la loro ambra sotterranea. Salvati
dalla chiocciola della zolla
misurano la luna dalle barbe
Gelato
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Ferdinando Giordano.
Fa freddo sulla donna sognante
fa freddo che si vede ad una costa
qualche brillio. Un bianco di creste
aspetta barche: è la neve sul mare un d'onde
di spuma leggera
La neve sembra calare da un lino
sul tuo corpo azzurro
La neve è
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Chissà quali uragani s'erano quietati
lì dentro
ne avvertiva la scoria sulla pelle
le rughe molli
i ciuffi
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non sarà toglierti quel grido dalla mente
che increspa l'acqua mobile della fronte
a stendere le pieghe insistenti
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Vedi che non mi muovo dall'uscita
dei raggi? tracima trasparenza nella voce.
paiono vuoti quando li attraverso;
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Si balla dai seni. coi fianchi alle mani.
si divincola l'aria dal sole.
si fa notte per ombre stentate.
si storpia
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Si sta così pieni in questo vuoto dov'è la terra!
Perché con fondersi? Oggi è il giorno
da
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una mela cadde e il ramo non fiatò.
tutti sulle spine pensando a dove
esista in un'alternanza complessiva
la
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Il laccio torrido del gran caldo asfissiò
dal collo il pozzo:
asciugò prima la fonte nella
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Seduti a tentoni gli occhi riposano
sulle gobbe dei muri a secco
che fu acqua di vento ai timori.
Sgravidano nei
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Quando ti mostri
albarosa e ocra sulla cordigliera del seno
la terra intera si pone nel capezzolo
e retto
al tuo minimo
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Tu dirai alzati
Io cadrò invece nei tuoi occhi.
Tu dirai stai ritto
io starò invece curvo nella tua
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Il mare articolato
verbalizza le strane circostanze della zattera.
Senza deriva, a dismisura il senso.
Al centro, il
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La città - mi dice - è vuota.
L'ha detto con gli occhi ad un cielo terso.
L'ha detto sul merletto
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Le vie, d'altra parte,
hanno percorsi più alti delle gambe:
rapiscono i fermi e se ne vanno.
Vanno giocando a
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120 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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