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♦ Michelangelo Cervellera | |
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Francesco Grossi
Le 13 poesie di Francesco Grossi
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Flumen Vitae
Nunzio,
con tetro aere,
placida orma
calpestasti i campi
sacrali,
delle puerili Erinni,
tonando
con attonita
perigliosa
Etra,
il tintinnio acre
delle tue stimmate
Saffiche,
le quali il tuo
letizioso
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| Enumero e tango
le tue orme infinitesime,
serva,
depauperata nostra
Italia, Agnello di
immolazioni,
sacrifici di stirpi
equanimi, per l'adamantina,
sodale devozione d'animo .
A cavallo dei secoli,
fosti la matrona
allevasti popoli dei
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| Nel sempiterno penare della mia
negletta vita,
Smagai d'in su
al pelago delle tue aulenti
sponde.
Vezzose, le tue sembianze
ch'io con lubrica scorsa
rammirai, d'aprico
luminescenti, aspersi
il mio soave e lieto ammanto
coll'empio mio
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| D'in su ad un poggiolo rammirai, nelle meste ore,
d'un vespro occluso nel tedio commiserar della vita,
delle rubre procellose proferir dei zaffiri folgoranti,
dinanzi l'inebetimento delle creature Massime.
Or si dilata, or si ritrae il tuo fulgido
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| M'assisi nei miei dì irti rimirando la mia
perigliosa vita.
Il mio cor lugubre dalle ardue fatiche,
celò i patemi ch'io vissi nella
fanciullezza.
Rugge il mio cor, dinanzi all'impotenza
che nel globo rifulge.
Pervenne ad una
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| Il tuo animato corpo langue,
per la complessa vita,
si imperversa nelle malevoli
genti odierne, codeste
le espelle nell'anonimato,
le labilità leverà
ove alcun uomo
tangere potrà.
La tua umanità,
medesima
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| Oh, quando costei incontrai,
dir non so il piacer ch'io vi provai
pensai di viver in un tempo altrui
ove ogni cosa era voluta, cercata, dovuta.
Di fronte a cotanto splendor,
il mio corpo pianse,
rosse lacrime d'amor.
Oh, fanciulla mia,
non andar
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| Tesoro tu sei come l'oro,
luccicante e trasparente che
non interloquisce e non mente.
Ma quando deambula
coi suoi leggiadri passi
attecchisce con plurime
devizie, congettur
non di danar,
ma d'amor l'animo
perisce, resiste ma
non riesce a
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Invia un messaggio privato a Francesco Grossi.
| I tuoi occhi nudi,
il tuo corpo bianco
conspergevan
il tuo dolce pianto,
intingevano di dolor
riampianto il tuo
icastico viso da fanciulla
d'incanto, quando si innalzò
il tuo pianto tutto divenne
come un canto.
Le tue
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| Narrami,
Oh, dolcissima
mia fanciulla,
di un uomo che errò
per rinvenirti in amore.
Le sue lodi
il suo
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| Il cielo si sostenta di te,
dei tuoi intensi sospiri che vagando
luminosi nelle celesti membra dei cieli
divengono sempre
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| Sovventi, me nei più remoti e cari attimi,
con te, dai quali pare sia reso succube,
di ciò che fui, che ora
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| Tu sei come le acque pacifiche del mar resuscitato
dalla tempesta invadente dei giorni bui.
Sarai una regina in fondo ai
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