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Vito Emanuele Martella
Le 17 poesie di Vito Emanuele Martella
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Nel groviglio di intrecci
umani, sociali, vitali
non sempre mi districo
come molti ben fanno.
Come rimettere in ordine
quei fili per farne
un gomitolo contiguo...
per ritrovarmi...
Chiedere allora aiuto,
consiglio a qualcuno
che veda il mio
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Poteva iniziare anche per caso,
da una distratta stretta di mano,
perché fiutata nell'aria col naso
o per non far il tuo lavoro invano.
Forse per lei non avresti mosso dito,
una persona conosciuta tra tante,
il cui cammino a quello tuo
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Sta per consumare il sole
il suo viaggio ad ovest
e si colora la mia stanza
di quel rosso che non con me,
per tutto questo tempo,
hai ammirato e condiviso.
La notte cupa poi cala,
sul vetro riflessi di luna,
fuori e più su i bagliori
di
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Il non opinato mi hai appena propinato
nelle odiose frasi di cui detesto il testo.
Avevo creduto, da un lato, d'aver volato,
avevo previsto, dall'altro, il tuo visto
che subito hai messo sul mio permesso
a rimaner sul posto dopo aver
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Da quella prima delicata carezza,
di calore materno al suo pargolo,
subitanea forza di vita m'apprese
pensando fosse per me il mondo.
Tempi chiusi in papiri e manoscritti
srotolati e giunti alla mia conoscenza
credetti cornici pregiate al mio
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Mi lasciasti pendente
dalle tue labbra schiuse
a proferir estranee,
non aspettate parole.
Suonarono stonate
stimolando stupore
nell'ambulante riecheggio
della tua voce in me.
Vidi in te le gambe corte
di un monello bambino
che sfugge a sua
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Alzate ancora la testa al cielo,
voi che qualcosa desiderate,
togliete dalla speranza il velo
nel cercar miracoli di fate.
Mi dicevate sempre di provarci
e nell'oscurità cosmica delle sere,
indagando del buio gli squarci,
la mia prima
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Guardo quel blu
un po' più scuro del cielo
creare, inesorabile, quei cerchi,
quasi mi possa ipnotizzare.
Crede forse di farmi dimenticare
quel che è stato pensato e detto,
quel che metto da parte e poi riappare,
tutto quello che
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M'affretto nel vialetto,
son le sette, a spalle strette,
a basso mento, sul pavimento
dai bei massi, ampi passi.
Mi giro, la miro e la rimiro,
in mano lesto, la chiave presto
nella serratura, via la sicura,
metto in moto, il volante
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Lungo la linea
vedo me nella vita,
scambio di momenti
bui e lucenti.
Ora a piccoli tratti
che svelti ritornano,
ora grandi e distanti
lenti i miei passi.
Ecco, si dividono.
Cosa seguire?
Una scompare,
l'ho persa.
Tu guidi,
per me hai
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Invia un messaggio privato a Vito Emanuele Martella.
Tu vivi e incontri gente,
non l'avevi vista prima,
ragionata dalla tua mente
nei tuoi pensieri è in cima.
Ma più le passerai di fianco
e meno continuerai a capire,
il sesto senso ormai è stanco
perché mai potrà
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Mesi e mesi di frenesia,
agitato muoversi di occhi.
Posarsi su volti possibili,
abbandonati poco dopo.
Su di te
infine si soffermano.
Fermi, fissi
ma non più stanchi.
Il muoversi è fuggito
dagli occhi al cuore
che non
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Lampo accecante
dalla mia tempesta
di neuroni in subbuglio,
in lotta per prevalere.
Il rosso con rabbia
urta la pace del bianco,
il nero con forza
scalcia il celeste sereno.
Colori si mischiano
in tonalità vive e nefaste,
il misto
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Son succhiato, svuotato
da fameliche bocche d'api,
qui, in due son piegato,
chino, come gli altrui capi.
Non importa quale bandiera
sugli uni o sugli altri sia,
i pochi fan brutta cera
e l'uno ci fa d'arpía.
Lacrime nascondo nel
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Vuol dire che non posso!
In quel tuo disteso turbinio.
colpito, ferito, ti sei esteso
fino a me, colto sospeso.
T'osservo nel fosso
fluttuante in gas rarefatti,
una spanna dal mondo
e un metro dal fondo.
Non parlarmi più
da aree di
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Persino il sedersi
misura l'arrendevolezza.
Atto voluto
diviene obbligato.
La sedia regge
e non cado.
Qualcosa sempre
mi mantiene.
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La cascata si infrange
sul masso freddo
del nostro rapporto
Sanguina con gocce
che non toccheranno più
il mare della pace
ove affluisce solo
ciò che era
perdendosi per sempre
Il sole penserà
a separare l'acqua
per
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