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Riccardo Vecellio Segate
Le 54 poesie di Riccardo Vecellio Segate
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Mi manchi tra i muri
tra l'erbe e le dita
Mi manchi sul ponte che sfiora le nubi
Mi manchi
nel tempo ora intriso di sole
Mi manchi nel vento
di questa città.
Riflessi di ciglia
rincorro nei sogni,
avaro e bramoso
di troppe
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Intreccio d'illusioni e sfumature
che scorre in una linea immaginaria:
così chiamiamo l'Orizzonte e l'aria
che lo attraversa in golfi e insenature.
Bambino dietro il vetro alla finestra
con te inseguivo il sole all'orizzonte
nascosto
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Lì sul letto freddo e solo
mi rintano per giocare
con le ombre sopra i muri,
come quando ero bambino...
Sento ancora le campane
riecheggiare a tarda sera,
strade senza indicazioni,
come quella del destino
Qui mi sento come nebbia
che
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Quando da me sei assente
vorrei credere
che esistano i fantasmi, che le pareti
di cartongesso con un tonfo rovinino
al suolo, che
la notte
prenda vita e si confidi. Tutto, ma
non questo silenzio!
Quando da me non torni,
la polvere s’accumula
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Sei lo squarcio
tenero di sole
che si scastra dalle nubi
per raggiungermi
Lo sei al risveglio
quando i fringuelli cantano
ma tu non puoi parlare...
Lo sei nell'acqua
che si scosta dal ruscello
correndo lungo il campo
ad irrigare il
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Ticchettio di vento
come di passi e sonno
a ricostruire quasi
il silenzio della Luna...
Non posso
rinunziare a scrivere
poesia, non ora
che la penna mi registra
l'anima, sfibrando il rumore,
annegando nella febbre
d'ambiziosi piaceri.
Ho
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M’hai insegnato a tacermi
nel giudicare gli altri
e così ora io farò con te:
e allor chi son io, per odiarti,
per non capirti stanco e schiavo di paure,
per detestare i graffi i pugni i pianti
inflitti a chi non può
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Erede del fremito,
temerario complice,
depositario d’un sole appaltato all’anima,
fertile
di segni, disegno
di speranza, intriso di linguaggi
reticenti di parole...
S’irradia il tuo respiro
da un capo all’altro della mia mano,
come fossero gli
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Nudità fugaci, peccatrici
e insonni, una nudità
sull'altra, a incastro
nelle maglie della vita,
sul precipizio dell'attesa,
nel filo spinato
sanguinante del tramonto.
S'asciuga all'ombra il sudore
della disfatta, e appesa
al
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Chi sono io?
Materia vagabonda,
spirito irrequieto,
inquilino del tempo?
Un errore della Storia, o l'eroe
d'un caos immobile, senza redenzione?
E chi sei tu?
L'altra immagine
di me, lo specchio
del mondo, la pozzanghera
ove si riflette il
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Tra le labbra ho assaporato
il perimetro della tua follia
mansueta, ambigua come immagini distorte
da più specchi rarefatti, schiava
d'abitudini di sangue raggrumato
e pur leggero.
Leggera pur la manica a quadretti
grigi, profumata di
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Riccardo Vecellio Segate.
Vi chiamavano eroi, schegge
di sangue sparso, lamine
di desideri futuri ambìti e già
traditi, all’ombra del peccato!
Vi falciavano come erbacce incolte
dal terreno dell’infanzia, con giochi
d’egoismo, e trappole dorate
rese dolci
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Tra l’onde il sale
mormora assopito, scrosciando
insieme al vento
sugli scogli, scomposto
in mille flebili bagliori
ch’irradiano di vita
i rami spogli.
È polvere la terra
tra le dita, se traccio
i tuoi contorni sulla sabbia...
sì
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Tue
le labbra che sfioravano
la luce soffusa, i tessuti
d’Oriente, vibrando
nel vento, curvandosi
a formare parole accennate
Sussurri di buio
Sentenze di seta
All'ombra d'un sole ormai
vecchio, raschiavi con l'unghia
quel muschio
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Sono occhi assonnati, i tuoi,
t'accorgi appena d'avermi accolto
stasera...
Tra i granelli di sabbia la notte
è gelida, inesorabile, eppure all'alba
torni a stringermi d'assedio, mi soffochi
il respiro, m'asseti.
Ma saprò
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Brucia lentamente,
il cielo, brucia la mia pelle
in ceneri di gocce strappate
dalla terra che langue.
Sembrano appassire i sogni
del passato, cedono linfa
e brina, rugiada
in polvere, sempre più secchi
si sbriciolano al sole...
Un po'
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Scrigno senza tempo, inutile
negare che mi manchi.
Eri prigione di tormento, con sbarre
di cioccolata, e lì il piacere
non bastava mai.
Parevi immerso in un silenzio
surreale, l’affanno selvaggio
e le grida
scomposti in riflessi
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Ormai morente il sole
brucia ceneri di sabbia dorata
incandescente al tramonto
Gocce di sale rimbalzano disperse
dal vento tra gli scogli:
alleggeriscono forse il ricordo
pesante asfissiante della tua presenza.
Ti scrivo da lontano, ho
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Oceano nero impregnato di stelle rifratte
duplicatore di realtà illusorie
irraggiungibili sovrapposte
di superfici piatte in movimento
di sogni sperduti traditi
annegati tra l’onde,
sei specchio crudele d’anime bambine
che sfuggono una
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Memorie audaci ed echi suggestivi
Presagi appesi a fragili motivi
Fantasmi d'inspiegabile peccato
Speranze appena incise sul selciato
Impronte d'impressione ormai svanita
Tramonto di dogmatiche certezze
D'ombra ed orgoglio
appari tu
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54 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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