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E’ difficile comprendere la sindrome dell’ovvio
tanto meno puoi curarne la complessità irrisolta
ma puoi fingere e ammirarla col candore di un infante
che rincorre le illusioni lungo il viale del tramonto.
Ogni notte è ancor più lunga dell’onirico risveglio
il candore dell’inverno brucia a volte come il fuoco
e una pillola nascosta non può farti stare meglio
se vuoi vivere d’inerzia e morire anche per gioco.
Il delirio degli specchi ha frantumato la mia essenza
in quest’orgia di finestre dalle imposte sempre chiuse
dove il buio manifesta la sua torbida presenza
e il candore è violentato dalle rime più confuse.
C’è una nuvola di fumo tra l’incedere e l’inerzia
in quest’algido cammino che qualcuno chiama vita
e uno spirito beffardo proprio in cima alla salita
sempre pronto a intervenire con indomita solerzia.
Sento il peso del peccato che mi grava sulle leggi
Conosciamo le parole per dipingere il momento
con un battito di ciglia che tramonta sulla neve
e indossiamo sempre i guanti per accarezzare il vento
così fragile e immortale sulle rime più longeve.
Non abbiamo alcun timore di un riflesso bianco e leggi
Non un poeta, non un aulico, pregevole cantore
sono solo un musicante su una pagina avvizzita
che diffonde le sue note verseggiando nell’algore
dell’impavido silenzio lungo il corso della vita.
Ho emozioni da nascondere all’interno di quartine
dove leggi
Ho imparato che anche un bacio può far male
quando il cielo s’incupisce nell’algore di un addio
ed il cuore si nasconde dietro un sogno verticale
prigioniero dell’inerzia con un battito restio.
Vorrei averti tra le braccia per sentire il tuo calore
e vestire con la lingua la tua pelle bianca e spoglia
fino ai gemiti violenti di un amplesso senza amore
e alle lacrime più dolci nella notte che germoglia.
Cerco in alto le vestigia di un incedere stentato
con l’insana convinzione di seguire il tuo destino
ma dei corvi ho solo gli occhi, non il volo disgraziato
che ricorda la tua morte, o la vita di un cerino.
Il mio nome senza volto è andato in pezzi
quando tu con gli occhi chiusi l’hai gridato
e da allora dolcemente ne accarezzi
quei frammenti silenziosi nel palato.
Posso leggerlo, nascosto in ogni verso
dei tuoi lugubri racconti senza rima
dove il leggi
Ho cercato di ascoltare la natura dell’assenza
tra le corde dell’abisso o nello specchio più profondo
ma il silenzio mi ha portato ad una sorda dipendenza
che ha infestato le mie labbra con un bacio nauseabondo.
Non ho pane per i denti, né bicchieri d’annaffiare
ho soltanto pochi semi e qualche lacrima rappresa
ma ho trovato un compromesso tra dormire e sanguinare
come un’algida candela che nel buio resta accesa.
Sulla riva dell’inchiostro c’è una rima agonizzante
che il carnefice ha baciato con stucchevole dolcezza
e dall’alba all’imbrunire cerca il suono del silenzio
tra le sillabe di un fondo così bianco e immacolato.
In quest’eremo silente, dove il cuore non riposa
c’è una vittima del buio nei ricordi più lontani
che rimangono sospesi tra una lacrima e una rosa
mentre il tempo scorre lento sulla soglia del domani.
Cinque dita di coraggio per attraversare il guanto
e sfiorare ogni tuo sguardo nell’immensità del cielo
dove il suono della pioggia si confonde con il pianto
che precipita dagli occhi del silenzio parallelo.
Conosceva i turbamenti del suo cuore ancora acerbo
nella notte delle ombre che ignoravano la fine
ma credeva nell’amore fantomatico e superbo
di due vergini del tempo con un sogno tra le spine.
Era un alito di vento lungo il corso d’intenzioni
una leggi
C’è un’oscura trasparenza nei miei versi più immediati
uno specchio frantumato dai riflessi senza volto
come il gioco delle ombre su quei muri tanto odiati
che circondano la morte nella tomba dell’incolto.
Ho gettato tra le fiamme la semantica del nulla
che nutriva la mia ombra sul sentiero bianco e spoglio
dove l’occhio si disperde, mentre il bardo si trastulla
fino al cuore del tramonto che fa luce sull’imbroglio.
Vorrei uccidere il silenzio che si estende all’infinito
con un verso di speranza trascinato lungo il foglio
e far nascere un ricordo nello specchio ormai sbiadito
per riempire questo vuoto con due gocce di cordoglio.
Ora che il dolore ha fatto scempio del tuo viso
e che l’ombra del destino ha frantumato le tue ossa
ti è rimasto solo un verso da donare al Paradiso
prima che La Morte ti accompagni nella fossa.