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Mura Roberto
Le 14 poesie di Mura Roberto
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il modo migliore per dire, è non dire.
Se nel cielo rifletto la cornea, epitelio
di linee che sono le vite che
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Il pozzo nel cortile aveva una roccia scolpita intorno
incastonata al suo centro
uno specchio rifletteva sull’orlo una figura indefinita.
Le parole che il mio cuore lanciò nel cielo allora
non diedero mai eco,
invecchierà
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Leccio Faggio, Rovere, Frassino,
si trasformano in fuoco e cenere nel camino,
rischiarano la cucina con il furore della loro anima
che brucia via nell’infinito.
Annientato bosco di stracci, il cortile confine
si fa buio, e le nuvole si apprestano
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Ho visto mio fratello morire, senza saperlo
il vino, è un viottolo di soffici pietre aguzze
senti il dolore quando
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Si accendono stelle, lungo il vicolo,
arazzi di coppi i tetti, riflettono la luna,
il vento leggero dondola
i pensieri
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Si scorgono boschi di schiavi
tappeti di nuvole e coscienze, si spengono all’orizzonte.
La persistenza della memoria, il tempo molle su un ulivo
un ulivo che vede morire Falcone.
Contiene l’autunno ora il cuore,
da tempo le falesie ammirate in
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Io vissi lontano, nelle notti che mi svegliano affannato.
Dove Il cuore perde un battito, e una tela di ragno mi
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Nell’aria disciolto,
issai lo sguardo una sera, fino al picco di roccia più alto
per salutare la vita.
La luna furente attraversò le pupille, mise radici rosse nei miei
occhi.
Viaggiai allora un vicolo che tracimava nel cielo, per
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Mura Roberto.
Sorseggio quiete.
Quando gli occhi e la mente
si fermano davanti a ciò che è stato,
allora Tutto
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Il sole scuote, i colori
le pietre materne di case remote,
cumuli di ricordi e sassi sparsi.
Le campagne ocra, e verde esangue
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È adesso, davanti a questa croce,
in questa piccola chiesa
a san’Antonio di fadali
Che improvvisa mi lanci nel cuore,
Che idee posso indossare, Dio
se già, sei nei miei pensieri?
Ti ho intravisto riflesso nell’acquasantiera
dietro
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Rugginosa memoria,
confitta tra i massi, in uno scoglio.
All’impugnatura in osso, è legato un canapo sfibrato
E
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I monti svestono le tempie
ustionate le querce, riarsi i costoni scoprono i sassi, sotto radici morte.
il fumo
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Muovono le nubi, a sfiorare il monte
in quel tempo acerbo,
avanzano verso Simudisi,
Divise in sei vetri, scorrono
salpando da un tetto in coccio antico.
Arresojas schiaffeggiate in un’incudine, tagliano il tempo a fasce, lunghe
secondi, minuti ed
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