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Pietro Chiappa
Le 17 poesie di Pietro Chiappa
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Escono come aliti di vento,
di bisbigli notturni.
Ritmi d'intimi battiti
tamburellati sulle labbra,
per impregnare lo spazio
del proprio verbo sonoro,
rimangono sospese nell'aria
aspettando la mietitura,
di quell'intimo legame
come avviene
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Paura di una forza inarrestabile,
muova quel che di pietra
il nostro modello creò.
Paura della sua imprevedibilità,
del suo accrescente vigore,
paura dell’urto che manda
in frantumi le nostre delicate
convinzioni, non accettare
di vedere morire
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Pazza ricercatrice di gioia,
che cerca di riempire un pozzo
con monete che non riflettono
il proprio volto.
Tu vuoi fare traboccare un mare
riempendolo con in mano un vaso,
basterebbe solo che ti voltassi
dal tuo intento, e troveresti
dall’altra
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A volte si sentono
strane sensazioni,
quando si è seduti
sul divano, ad alzar
lo sguardo si notano
disegni nell’aria,
la cui forma
è esattamente conosciuta,
ma nessuna linea
li può contornare,
sono fissi e stabili,
non si lasciano
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Nelle notti delle campagne
veronesi si accendono
sparsi dei lumi,
paiono astri in quel buio
mentre un rombare d’ali
si muove tra i due cieli.
Iniziano a cader le stelle
piovono sui tetti,
rastrellano le strade,
si alzano i fuochi
e si piegano
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Nelle notti boreali
lingue d’energia
leccano il cielo,
In un aggraziato balletto
dove tutto è connesso.
L’energia del sole coperto
arriva come un getto
riflesso.
Sulle palpebre socchiuse
prima di sognare,
rimangono a galleggiare
meduse di
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Vibrazione di un amor nascosto,
non capito e assopito nell’ombra,
risuona alla naturalezza degli stimoli,
ma senza sbocchi in amorevoli gesti.
L’accumulo di quello che doveva essere
una gentile elevata armonia
si trasforma in un rombare
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Accidia con il tuo perpetrare
infinito immobile, fai scordar
all’anima i suoi reali legami,
rilegando in uno stretto antro
la recita di una noiosa litania.
La vista di scialbe pareti
si concentra in un singolo punto,
in una probabile
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Superbia.
Tu dell'esistenza sei l'ombra,
con il grido incessante
sulla professata verità,
ti posi come un neo
su ogni forma di
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Tu sei il mio primo compagno
e per questo ti devo ringraziare.
In te tutto rimane traccia,
dal primo legame di cui io persi memoria
all'odierno solcare delle carni,
dove ancor s'annida l'iniziale scintilla
e la certezza della mortale
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Pietro Chiappa.
Bianco puro
che dimori nel mondo,
tu ispiri candida perfezione.
Dalle mie finestre ti guardo,
racchiuso nelle mie pareti
di bianco sporco.
Sorrido comparandomi a te,
io imperfetto nell'ideale ma
perfetto nella mia unicità.
Tu con la tua
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Alla fine rimarrà,
testimonianza fredda e secca,
di una
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In sterminati spazi mi rifuggo
dove la profondità delle parole
non giunge, allietato
dall'unicità del momento,
dell'inesplorato luogo
vergine donato,
m'appresto a riposar,
nelle segrete stanze
del buio silenzio
della mia
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Uno strappo dell'essenza
subisce giorno dopo giorno
un ispessimento che isola da essa.
Pareti circoscritte intorno,
non di pietra, non di ferro
ma di carne.
Prigione dell'interrogazione,
dove la lima del tempo la solca
e il suo movimento
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Il sasso trafigge il vuoto
e penetra in una gola rosa
e contorta.
Sibila in essa nella sua discesa,
fino a scomparire nel silenzio.
Il suo moto scordato nel
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Fiore, che nella giovinezza
della tua corta vita,
accettasti dal vento
quel che tu crei.
Piegando i petali carnosi,
per portare una dolce rugiada
a un seme distratto,
dalla sua egoistica crescita.
Quando si volge l'ora notturna,
con
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