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Beniamino Strani
Le 121 poesie di Beniamino Strani
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Gioca tu,
con un giornale accartocciato,
che io non ho tempo per usare i piedi.
Usali tu,
perché io sono impegnato a spiegarmi,
a propinare parole con data di scadenza.
Inutile per me il gioco,
che gioco da sempre a indovinare la vita,
a vestire
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Palestre di ominidi in forma,
e palestre di spaccio,
dieci miserie al grammo.
Chiese di ominidi per bene,
e chiese di preghiere oncologiche,
Padre Nostro che sei nelle chemio.
Tribunali di ominidi integerrimi,
e tribunali di famiglie dai
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Insegnami a pungere
i dispetti del vento,
senza aver troppo bisogno
di cure.
Come si arreda la desolazione,
pregando il silenzio
di sabbie mai calpestate.
Come
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Tuonano i Tropici
distanti qualche sogno più in là,
come tuona questa casa
di regolari malumori.
Chissà che suono ha un tuono
sotto un albero di papaya.
Soffiano i deserti del Medio Oriente,
distanti qualche guerra più in là,
come soffia questo
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Affonda un navigante
senza remi,
ed io sono i suoi piedi che toccano il fondo.
Cade un corridore zoppo,
ed io sono il sangue della sua ferita.
Vola un vecchio gabbiano,
che ha planato su cieli migliori,
ed io sono i suoi occhi
ormai rassegnati ai
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Sono nelle rughe di una donna,
che muove gambe e pensieri all’unisono.
Capelli bianchi alla fermata
sotto un ponte scricchiolante.
Sono sul rossetto di una donna,
che si impoltrona a teatro.
Capelli a fiamma che sembrano applaudire
una vita che
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Contadino nel regno dei belli
e bugiardi,
ai quali tendo
perché tanti giorni
mi è toccato mentire.
Ma non avendo viso scarno
o labbra carnose,
poco rimane delle mie velleità.
Risulto più bugiardo quindi,
e cambio rotta.
Con una barca
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Ho promesso a una stella
che una notte d’estate,
mentre soltanto i grilli
schiamazzeranno ancora
la loro fame incosciente,
la mia mente sarà un’amaca,
dove dondoleranno
i miei domani.
Ho promesso al fuoco,
che scioglierò le mie
inquiete
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Un fiume fertile,
a volte secco,
a volte in piena,
sei stata.
Un fiume vitale,
dove tutti scorrevamo.
E senza accorgercene,
siamo
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Forse tra i ruderi
di una città lontana,
o in una catena montuosa
dell’Eurasia,
io troverò il mio sorriso.
Tra le verdastri rocce oceaniche,
forse si sarà impigliata
la mia gioia.
Tra polveri da sparo d’Ucraina,
o gerani di isole
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Safari
io e te,
in questa metropoli ipocrita,
che non ci lascia baciare.
Vedremo giraffe tra leoni da tastiera,
camaleonti tra zingari e mendicanti.
Luna piena io e te,
su un mare che puzza di fogna,
noi poseremo una barchetta fenicia.
Ci
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Come cani al guinzaglio
vivo questi mesi.
Birre bevute a sorsi annoiati,
danze sudate da corpi alienati,
mari inquinati da cuori interdetti.
Come lumache senza acqua,
mi trascino verso la sera.
E il mio sorriso deforme,
a settembre avrà un
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Aprimi le gambe
come faresti con un melograno.
Cerca i miei semi succosi
tra la mia psiche,
ormai secca di aride stagioni.
Aprimi la bocca,
come se dovessi parlare per secoli.
Cerca la lava dentro
un vulcano inattivo,
esplora un mondo,
che
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Ho rincorso un coniglio,
tra le siepi in fiore
e no, non ero io.
Ho inseguito una nuvola,
che è svanita in un cielo sereno,
e no, non ero io.
Ho percorso strade
che portavano a incroci,
e no, non c’ero io.
Ho bussato porte chiuse a
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Navigante di fiumi a secco,
a cercare riparo nei deserti connessi,
anche se il vento bastardo
vuole spezzare i remi,
anche se Dio ha piani diversi,
anche se io mi perdo nei versi,
non cadrò.
Non cadrò nelle miserie
di chi
naviga in acque
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Anche se avrei voluto
salire in cima,
nonostante le mie mani piccole,
sono davanti a un mare
che mi volta le spalle.
Anche se avrei bisogno
di un bacio di consolazione,
nonostante mi cibi di ego in scatola,
sono la radice
di un albero poco
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Beniamino Strani.
Non dimenticarti mai
che sarà primavera,
amore,
neanche quando
ti piangerà il tempo,
e ti sussurrerà da lontano,
che è morto un altro sogno.
Non voglio più incastrarmi
tra le lancette,
non voglio più rispondere
a chi bussa solo per
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Troppi autunni d’uva marcia,
ed estati di stelle sopite,
tra le mie dita si sono scalfite.
Inverni di neve nera,
e primavere di fiori finti
erano i miei giorni succinti.
Era Saturno contro
e tutti i corpi celesti,
quando piangevo giorni
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Poi la Luna ebbe un fallimento,
quando lei si giró.
E la natura non fu più verde,
brodi di ghiacciai,
quando lei se ne andò.
E ora mai più
ci sarà odore dalla pioggia,
ne più Giove nelle notti serene.
Il vento d’Agosto,
foglie rinsecchite
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Ho visto un corpo immobile,
che si muoveva
solo al ritmo del pianto.
Ho visto un uomo
che ha detto no,
in una stanza senza eco.
Ho visto un cantiere
incompiuto
dentro la sua anima,
che morde senza denti.
Ho visto tutto questo,
in una
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Scusa se non esisto
come vorresti,
che se esisto è per te,
che ti imito nei sorrisi
di circostanza.
Scusa se
come un esploratore,
distruggo le tue colonne,
costruite con la fatica
di chi sa rinunciare.
Scusa ancora amore,
per le mie
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Forse mi serve un treno
che mi porti dove ancora
non ho sorriso,
a calpestare ciottoli
di strade dove la gente
torna a casa per fare l’amore.
Forse mi serve un amico
che mi racconti la bellezza
di provincia,
e che distrugga gli aerei
che ho in
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La mia non è un'avventura,
è solo una corsa a ostacoli
senza obiettivo,
accanto a chi ostacoli
non vuole vedere.
La mia non è gioia,
è solo dimenticarmi di ieri,
quando il domani
mi racconterà qualcosa.
I miei
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Sarebbe stato molto più semplice
portare il giallo del Sole,
nelle giornate di persone
con le finestre chiuse.
O il blu del mare infinito
per chi non sa nuotare.
Sarei stato più felice
a dipingere di rosso
i volti amici,
per
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Saremo in montagna
io e te,
a scaldarci con le coperte
di un ostello fradicio,
a fissare il cocuzzolo più alto,
e sognare di farci l'amore.
Saremo a Manhattan,
a bere caffè caldo
tra sparatorie e turisti per caso.
Saremo in
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Planare su campi di grano,
e scappare in mani tortuose,
in un posto lontano.
Mettere in moto la quiete,
per chi ci riesce,
per chi non ha sete.
Sfamare di parole nani e giganti,
con lo stesso piatto,
ma le loro bocche son troppo distanti.
Sparare
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Attimi vissuti
come pillole amare,
gente tradita
da un bicchiere di vino.
Sguardi
che mormorano più di ieri.
Aspettative non ricambiate,
e specchi
a malapena arrampicati.
Destini sfiduciati,
difetti non trattenuti,
molteplici i
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Aquile
che seguono il sole,
affannate,
pur sapendo di non avere bussole,
ma sperano
in un vento
che aiuti il loro moto
senza sosta,
assetato di vita.
Foglie
che cadono morte,
con il colore della resa,
ma splendono comunque
della luce
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Sono giorni senza vita,
una vita
che sembra dileguarsi,
dai tempi d'oro
che lentamente vagheggiano
nelle
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Nessuno mi salva,
neanche quando
come un cane randagio,
ululo alla luna
la mia voglia di scappare.
E andare verso orizzonti
che è vietato annoiarsi.
Ma nessuno mi salva,
perché tutti impegnati
a salvare se stessi,
e io non esisto
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121 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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