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Rizzo Marco
Le 14 poesie di Rizzo Marco
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Non sei forse tu la poesia più bella?
Miele d'api, fiore sul precipizio.
Persa tra i versi, metafora delle metafore.
Tra tutte, non sei tu la più elegante?
Oh rosa scarlatta, oscuro segreto,
di tutti i diamanti incastonati
non sei
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Nell'eternità nascosta tra i rubini
sorge un'alba fiammeggiante, costeggiando mari tempestosi
I tuoi occhi squarciano come spade e lance
le torri imponenti sugli scogli del tempo.
E se potessi rinascere mille volte
per mille volte ancora,
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Volli un giorno partire
solcare mille mari,
scalare ogni montagna,
seguire
ogni dubbio sentiero
di boschi infiniti.
Perdermi tra le leggende
di cantastorie solitari,
Bettole sperdute,
sotto il bagliore di cieli costellati.
Lasciarmi indietro
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So che sei forte amore,
ti ho visto spostate montagne,
ballare su terre bruciate
come se fossero verdi prati fioriti
So che sei saggia,
ti ho visto decifrare antichi codici
oscuri ai grandi filosofi,
Leggermi dentro
come nessuno dei miei
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Molto spesso perdo il senso
di ciò che devo scrivere
guardo fuori e penso.
Un' altra sigaretta già accesa
un'altra rima da rivedere.
Non lo sai cosa sono gli origami?
Tutte le strofe
piegate su se stesse
in una contorta
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Svegliati, oh dea
dal freddo abbraccio
della putrida mano.
Rinnega le spine
e il nero frutto.
Il melograno è fresco
e la madre in festa.
Sorridi, oh regina
figlia del grano
l'usignolo è tornato
a cantar di paesi lontani.
Matura
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Arriverà il momento in cui saremo persi,
due rime in una poesia senza versi.
Saremo poi solo suoni e rumori,
un vecchio stanco e i suoi tremori.
Ci sveglieremo un mattino e saremo lontani,
ma attraverso un pensiero ci sfioreremo le
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Volevo dipingere il cielo,
ma mi hai rubato il blu
e lo hai usato per i tuoi occhi.
Volevo dipingere il grano,
ma mi hai rubato il giallo
e lo hai usato per i tuoi capelli.
Volevo dipingere una rosa,
ma mi hai rubato il rosso
e lo hai usato
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Dove sono le armate e le trincee
tutto si è perso, travolto dalle maree
Dove sono gli ideali e gli sguardi fieri
si è ormai spenta la luce dei loro cuori battaglieri
Rimane solo un grido soffocato e poi un ombra
lì dove tutto
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Che colore ha la nostra pelle
mentre ci stringiamo nella notte scura
Quando le sole luci sono la luna e le stelle
i nostri confini si fondono in un unica figura.
Sdraiati sull'asfalto i sensi si perdono
rimane solo l'essenza di due respiri
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Seduto all'ombra di un pensiero
mentre osservo il cielo che tramuta.
Le stagioni fuggono in sella a un destriero
una vita ancora non vissuta.
Rimpiango l'oggi, inseguo il domani
verso un'altra terra, un altro mare
verso popoli ancora da
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Mia regina, sovrana del mio cuore
che ti circondi di vesti e pietre preziose.
Quale strega inganna il tuo sguardo
che
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Bruciano i tizzoni del falò,
ardono le spoglie di un mondo vuoto.
Il popolo ebro danza avvolto dalla cenere
il fumo
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Lava il dolore tra le onde del mare,
dove il mio cuore naviga
dove infelicità e tristezza sono porti lontani.
Soffia la paura tra i venti del cielo,
dove la mia anima vola
dove solitudine e rimpianto sono stormi migranti.
Calpesta l'odio
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