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Maria Antonietta Sansalone
Le 46 poesie di Maria Antonietta Sansalone
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Tacite voci gridano nell’oblio all’opprimente silenzio
di realtà sepolte in un mare di menzogne,
dentro trame concrete eppur sfuggenti.
Il vero, luce di vita, brucia nella notte della ragione
e tu, visionaria inascoltata,
tenti con foga di sollevare
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Nun è facili ‘nvicchiari cu sintimentu,
lassari iri ‘i pinzera dâ gioventù,
fari paci cu lu ciatu ca nun m’accumpagna
nt’acchianati dî vaneddi dû me paisi.
‘Un haiu chiù tanti ariddi pâ testa
e fici puru paci cu lu tempu ca prima mi nsulintiava:
mi
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Dimentica del moltiplicarsi
delle rughe, tracce dei tempi,
ancora, ancora anelo al suo sguardo,
come usignolo attende
il silente incontro tra notte e alba
per donare soave canto d’amore.
Lì nel lago dei suoi occhi
mi specchio e ritrovo
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Deliri di onnipotenza
nel tragicomico teatro virtuale,
finzioni, illusori volti
di paladino degli onesti
di una povera terra
in attesa di eroi.
Forse un demone ha fatto la tua pentola,
ma il coperchio non ha retto.
Dalle sue crepe fumi di
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Chi è intrinsecamente servo
è attecchito
in un torbido limbo,
in un fetido brodo di coltura,
nel quale la banalità del male
scolora le vie del bene
e le nasconde
al suo cieco sguardo.
Chi è servo dentro
si specchia nell’altro
per guadagnare
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Dimentica del moltiplicarsi
delle rughe, tracce dei tempi,
ancora, ancora anelo al suo sguardo,
come usignolo attende
il silente incontro tra notte e alba
per donare il soave canto d’amore.
Lì nel lago dei suoi occhi
mi specchio e ritrovo
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Quanti siri d’austu
passati a taliari ‘i stiddi,
a cuntarici di tia e di mia!
Dû me cori ca si sbattuliava tuttu
sulu ô pinseri di putiriti ‘ncuntrari,
mentri ariddi e cicali
pruvavanu ‘a megghiu musica
pi ‘ddu jornu sunarinnilla.
Quantu notti a
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Ho incontrato gli occhi tuoi nel vuoto persi.
Bucavi con incalzante ritmo un bianco foglio,
scaricando la tua celata rabbia verso l’esistente.
Ho tacitamente cercato il tuo sguardo, ne ho colto il sussurro.
Tu, alienandoti, alzavi con foga invisibili
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Ecco, riconosco in me
l’odisseo richiamo.
Prende vigore dallo spirare di venti gagliardi,
dalla spinta verso quel mare da navigare,
dalla voglia di issare la mia bianca vela
e lasciarmi andare verso ignote acque,
come straniera in viaggio
in un
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Cinque, sei, sette, otto... segui il tempo, piccola Saharawi,
un passo dopo l’altro, ad ogni tempo un passo.
Cinque, sei, sette, otto...
Torna alla prima posizione e ricomincia.
L’appiccicosa rossa sabbia del deserto
vola sulle scarpette a punta
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All’improvviso canti
riempiono
la mite aria di armonie.
Ecco, piccole palpitanti
chiazze di tenero verde,
vestire le mie robinie,
cariche di recente linfa
e destatesi dai rigori
del duro inverno.
Abbarbicate
lungo i fianchi scoscesi del
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Indirizzo personale di Maria Antonietta Sansalone: mariaantoniettasansalone.scrivere.info
Ho intrecciato i miei crespi capelli,
catturando là tutto il mio dolore.
Lo lascerò andare
al primo soffio del maestrale.
Io, nera come la notte che avanza,
ho salutato la mia pallida stella
e i resti del mio villaggio
sottratti alla vista da
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Facisti na nuttata sana sana a chianciri ‘nsilenziu:
no pû vrazzu ca ti turciu cu forza,
no pi ‘dda manu ca ti tirau pî capiddi
e ti sbattuliau la testa ntâ spaddera dû lettu,
ma p’astutari ‘a so’ vuci
ca ancora ti rintrona nt’aricchi;
pî mali
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Destinazione Palermo:
bionda cascata
di indocili ricci,
giubbotto antiproiettile,
guardia ad obiettivi sensibili,
turni di notte
nelle strade insanguinate.
Destinazione Palermo:
una Palermo come Bagdad,
immersa in un clima di terrore
in uno
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L’ultimo tango riempie la notte.
Un lungo sguardo invita la tanghera.
Suaves pasos.
Adelante.
Penetranti occhi incontrano pensieri in volo,
suggestioni infiammano sinuose movenze.
Es un tango nuevo.
El tango es el deseo.
Corpo di donna,
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Nel piccolo borgo,
attanagliato dal gelo,
la quiete avanza.
Tutto assume toni pacati.
Nell’aria si odono
brusii, fremiti, crepitii:
ultime risonanze,
dell’andare fugace del tempo
al di là delle consuete
opre del vespro,
mentre la fuggitiva
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E venne il giorno agognato e paventato.
Tu, sola col tuo sogno stretto tra le mani,
indugiavi per raccattare con lo sguardo
le piccole cose cornice dei tuoi giorni.
Lasciavi la vetusta radice
colma d’amor prodigo quale tenera madre.
Stringevi le sue
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Ampio mantello nero,
cappuccio calato
sull'etereo volto,
solchi notti senza luna
e ritorni tra le pietre dorate
della tua dormiente terra,
quale pallida falena
attratta dal riverbero dei lampioni.
Condotta dall'ancor lucida
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L’urlo della tua anima si è perso nell'etere.
Ti ha devastato la stanchezza
di inerpicarti,
giorno dopo giorno,
su per le strettoie di un imbuto
che ti risucchiava giù.
Quante dolorose risalite,
mentre il mal di vivere
ti scavava
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Tace la sibilla,
questa notte non scioglierà i suoi responsi.
Tacciono i canti delle sirene ammaliatrici,
tace la pallida luna,
mentre avanza nei sentieri di un cielo
fattosi impenetrabile.
Tacciono le perdute stelle.
Non ci sono più
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46 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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