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Valerio La Torre Brunelli
Le 13 poesie di Valerio La Torre Brunelli
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Il sonno del peccato
stecchisce i tormentati
cuori di cenere.
Il Sole non trova spazio
nella valle dolorosa:
il buio delle tenebre
ricopre gli spasimi e le pene.
Tremante il Sommo Poeta
intraprende incerti passi,
inciampa, cade:
la guida latina
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Prega che il tempo,
curioso animale amorfo,
sobillatore d'anime,
istigator di folle,
ci conceda un quesito:
"Cosa è nell'oltre?"
Muti resteremmo, spogli,
privati della parola
che trascende, mancanti
della parte più
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Sono un poeta:
mi accontento
della solitudine
parva, metro
degli incerti godimenti
dell'uomo meschino.
Sono scrittore di versi,
non di parole,
di musiche ancestrali,
non di pallide odi.
Mi accontento, sempre,
della solitudine.
A nulla di
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Solo allora
daremo le mortali sentenze,
tenderemo l'arco,
la freccia scagliata
colpirà il vostro cuore,
le vostre membra
vibreranno di pianto.
Il dolore del cuore
affiderete alle prefiche,
loro daranno, gridanti,
la taciturna
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Portami con te
dove tutto significa
niente, tra ricordi
affievoliti o poco importanti.
Portami con te, nel deserto,
mentre la carta
assorbe l'inchiostro,
scappiamo da questa monotona
vita, trascendente sintesi
d'inerzia, sudicia
merce da
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Parole mozze
risuonano alle mie
orecchie,
sbattono, penetrano
i muri di cemento crepato,
poi ritornano, senza forma.
Ascoltando l'ultima canzone,
dal disco consumato,
fumo di sigaretta, sinuoso,
avvolge l'aria, annienta l'ossigeno.
Ultimo
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Le barche in rada dondolano
ad ogni onda: sembrano essere
prede di un terremoto, di una sorte
che solo loro tocca.
Altre sono già cadavere,
schierate, senza nome e senza volto,
vittime di un plotone d'esecuzione,
sfinite di fatica e di
leggi
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Così
ritorno alla fonte
per cibarmi di esperienze
primordiali,
a rivivere età
ormai lungamente separate,
tra preludi inneggianti
alla natura e
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Invia un messaggio privato a Valerio La Torre Brunelli.
Solleva, o mare,
bluacee onde
contorte, arrabbiate, dirompenti.
In mille schiumose gocce fracàssati
sulla spiaggia deserta,
mesto paesaggio invernale.
Infrangiti sulla riva
solcata dalle mie orme,
ingrossati al cantar delle
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Disumani tratti
le si leggevano in volto:
era una smorfia impassibile,
un guizzo inerte e consunto.
Fu un rapido concetto
incrociare i nostri sguardi attoniti.
Fu un attimo, un respiro,
un tocco, un arido suono,
un baleno spento, immobile,
un
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| Sugli alberi le foglie tremolanti
preannunciano stagioni di silenzi
e di martiri.
Ripenso a quanto scrissi
lontano giorno, invano,
a che scopo? Non ricordo,
non ci penso più:
"Siamo foglie tremolanti,
in preda ai raptus di
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| Ti ho sorpresa spesso
a rovistare tra le mille,
iperboliche ascendenze:
l'esser tuo era foglia tremula,
mossa dal vento primaverile.
Era una briciola di veleno,
una crepa nel firmamento
quel sentenzioso tuo parlare
di noi e del nostro
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| Prima che i decreti ingiuriosi
affondino i corpi di cenere,
grida di stregati fanciulli
allietano le stanze del mondo.
Non sappiamo quale sorte ci tocca:
nel
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