Le principesse che non han capelli,
li han persi tutti per restar leggere,
perché a combattere, come guerriere,
si è più veloci e forti nei duelli.
Non han bisogno di abitar castelli,
o aver carrozze per chissà che viaggio,
le principesse che
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A Venezia c’è un bassotto
che non teme l’acqua alta...
lui non trema, lui si esalta,
si trasforma in un canotto.
Gira in piazza e nei canali,
si diverte come un matto,
quando incrocia qualche gatto,
gli domanda: "E gli stivali?".
Mille
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Nel parcheggio della scuola,
si parcheggia allegramente...
sulla strada, sull’aiuola,
dove meglio ci si sente.
C’è chi ha fretta, chi va piano,
chi sta in macchina e sbadiglia...
c’è chi arriva contromano
e scaraventa giù la figlia.
C’è chi è
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Oh Venere, quanto sei bella,
sembra ieri quel primo giorno...
tu brillavi più di una stella
e io già t’orbitavo intorno.
Un anello vorrei donarti,
che è poco per
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La formica sulla zebra,
l’attraversa sulle strisce...
sale in alto, fino a sopra,
per veder dove finisce.
Mentre guarda il panorama,
resta lì ma non capisce,
pensa sempre sia il pigiama...
del cavallo e si stupisce.
Poi gli passa sotto al
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| Tal Giuseppe Marittimo,
detto Pino dagli amici,
ha i capelli verdi in testa
e niente scarpe alle radici...
È un bel fusto alto alto,
vive solo accanto al mare,
per mestiere, tutto il giorno,
guarda macchine passare.
Parla poco, dorme in piedi,
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| Questa è la storia di un’ape maldestra,
gira per strada attaccata a una Vespa,
non ha paura ogni volta che sbanda,
pensa di essere lei che comanda.
Mille chilometri e non li dimostra,
curva abbracciata alla freccia di destra,
frena per terra
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| Mio padre scrive storie,
la sera ce le legge,
mia madre, se lo ascolta,
a volte lo corregge.
Dimentica gli accenti,
s’inventa le parole,
ma lui non se la prende
e scrive ciò che vuole.
Fan ridere le storie,
riflettere e pensare,
alcune
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| Va sciando sulla guancia,
certe volte fuoripista,
quando salta sulla pancia,
sembra un bravo discesista.
Fa lo slalom tra i bottoni,
poi raggiunge la cintura
finché arriva ai pantaloni
mezza asciutta addirittura.
Quando tocca il pavimento,
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| È accaduta, di preciso,
non so quando è capitata,
una cosa che più o meno,
mi son già dimenticata.
Ad un tratto o all’improvviso,
era ieri o il mese scorso,
persi tempo, persi il treno
o forse il filo del discorso.
Non so dirvi con chiarezza,
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| Quattro merli ed un piccione,
che sia agosto oppur gennaio,
vanno a fare colazione,
nel cortile del fornaio.
Poco prima delle otto,
quasi sempre puntuale,
li raggiunge un passerotto
come un falco nel piazzale.
Tra pizzette e focaccine,
pane
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| C’è chi si spaventa,
c’è chi non ci bada...
non capita a tutti
di perder la strada?
Un tizio una volta,
voltando qua e là,
si perse tre volte
a Volterra città.
Un tale a sua volta
volando su e giù,
si perse sconvolto
nel cielo lassù.
Chissà se
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| A gruppi di due etti,
correndo come matti,
lasciando vuoti i piatti,
fuggiron gli spaghetti.
Nel tempo che trascorse,
mangiando pane a morsi,
bevendo vino a sorsi,
il cuoco non s’accorse.
Riuscirono a scappare,
eroici e temerari,
tra cozze e
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| Somiglia ad un attore,
ma molto vagamente,
per dirla proprio tutta...
non c’entra proprio niente.
Sarà per un errore,
sarà che è il primo clone,
la faccia è così brutta
da far quasi impressione.
Pulisce il pavimento,
non russa quando è a
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| Raccontano che un Duca e una Duchessa,
in sella ad una moto (una Ducati),
andarono sfrecciando un po’ affamati
a far giù nel paese colazione.
Si dice che in quel bar c’era un Barone,
seduto insieme a un Conte che contava
caffè, brioches ed altro,
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| Molto calma si riposa,
la pazienza, mentre aspetta,
non si stanca, non è ansiosa,
resta lì senza aver fretta.
Se ha bisogno alza la mano,
dopo attende di parlare,
certe volte m’allontano,
lei continua ad aspettare.
Mai uno strillo, mai un
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Alessandro Sbarra.
| Al buio col lucchetto,
non riesco a realizzarmi,
m’han chiuso nel cassetto,
non posso allontanarmi.
M’annoio mentre aspetto,
non vengono a cercarmi,
son qui solo soletto,
comincio a preoccuparmi.
E’ un po’ che lo sospetto,
però potrei
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| Per qualcuno è solo un ladro,
un furfante d’altri tempi...
niente soldi, nessun quadro,
ruba cuori e sentimenti.
A chi è ricco ed ha già tutto
prende gioia e felicità,
per donarle, soprattutto,
a chi è senza e non le ha.
Molta gente cambia
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| Lo specchio riflette,
domande si pone,
osserva magliette,
piastrelle e persone.
«Cos’han da guardare?!»
talvolta si chiede
e inizia a pensare
a quel che lui vede.
Si ferma parecchio,
non fateci caso,
se avete un orecchio
al posto del naso...
è
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| Cos’altro hai da scrivere,
che non sia già stato scritto,
dalla penna di un poeta
che passò per questa vita?
Cos’altro da descrivere,
di nuovo e mai descritto,
del cielo, del pianeta,
di una storia mai sentita?
Non sono io a decidere,
è il mio
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| Ci son pesci strani,
che nuotan nel mare...
nemmeno i gabbiani
li voglion mangiare.
C’è il pesce bottiglia,
di forma allungata,
che quando sbadiglia
esce acqua gasata...
Il pesce sacchetto,
che in mare galleggia,
il pesce vasetto
che un po’ lo
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| Dall’esame della svista,
risultò che ero distratto,
ne parlai con l’oculista...
«Se ne accorge?» «Niente affatto!»
«Le do io gli occhiali adatti,
sono l’ultimo modello,
fatti apposta per distratti,
se li metta sul cervello.»
«Non si perda più un
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| Ora smettila, Nervino,
finiscila di uccidere,
impara da tuo cugino,
che i bimbi fa sorridere...
Sarà forse per destino,
per sua nobile famiglia,
ma lui è buono e tu cretino
e per nulla ti assomiglia.
Sparisci! E non tornare!
Stai alla larga dai
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| All’asilo ogni bambino
vuol contare a nascondino...
non ci sono soluzioni,
parton le consultazioni.
Vanno lì una alla volta
(la maestra tutti ascolta):
"Se un accordo troverete,
molto presto giocherete."
"Conto io che son più bello!"
"Tocca a me
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| C’è il quaderno dei giorni più tristi,
parla di volti, mai più rivisti,
descrive cose (che non hai fatto)
e tutte le volte ch’eri distratto.
C’è il quaderno dei giorni felici,
parla di posti e parla di amici,
ci son pagine tutte di festa,
parla dei
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| Un uomo che viveva
tra futuro e passato,
s’accorse all’improvviso
di quel tempo sprecato...
Con sogni, desideri,
rimorsi troppo spesso,
tra i ieri e i domani
non c’era mai un adesso.
«E’ tempo di cambiare!
Di liberar la mente!
Di essere me
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| Ho sempre invidiato l’accento,
non se la passa mica male...
sta sdraiato su una vocale,
sogna e russa, spesso lo sento.
Ci vorrebbe un colpo di vento...
e io, con quattro capriole,
andrei su, a cambiar parole
e a dormir, almeno un momento.
«Dai,
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| Si aprono giacche
boccioli e finestre,
si riempion cortili
di bimbi e maestre,
i fiori e i grembiuli
colorano i prati,
i giorni ad un tratto
si sono allungati.
Riposano i guanti
le sciarpe e i cappelli,
si tagliano corti
di nuovo i
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| Con due ali perfette
e la punta appuntita,
un aereo di carta
decollò tra le dita.
Salì dritto nel cielo,
ci fu un grande boato,
molta gente si chiese:
"Cosa mai sarà stato?"
Disse un bimbo ridendo:
"Quella specie di tuono?
E’ il mio aereo che è
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