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♦ Rita Angelini | |
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valerio cecca
Le 20 poesie di valerio cecca
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Col mutare della luce
sembra mutare il modo di guardarsi
nella penombra dei pensieri
il cuore si trafigge sullo spigolo
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Incastrato tra le sbarre del dubbio
ho alzato il volume della radio
e invece di venire da te
ho preferito tagliarmi i
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Mia figlia è nata sul mare
ne porta impresso l’orgoglio e l’odore
i suoi capelli sono l’onda lunga
che culla gli scafi col fasciame scheggiato
i suoi occhi sono praterie di posidonie
dove guizzano le schiene argentate della libertà dei pesci
del
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Sulle sabbie notturne
le nostre impronte si sono confuse
nell'incontro di un bacio marino
Uno strappo di lenza mi ha gettato in un solitario mattino
dove la tua essenza
è il miracolo della mia pazienza
Il motore fremente della mia
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Quasi scontroso è questo silenzio
che segue le anse della memoria
in un passato che si è fatto storia
dove respiro da un sigaro toscano
l'arpeggio caldo che aveva la tua mano
nell'insegnarmi il verso dell'indiano
nel nostro
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Nel cupo muro scavato nella lava
distinguo il viaggio che ha fatto la lumaca
lo scintillio che lascia la sua bava
è sottile speranza in questa ora schiava
resto incantato dal suo girovagare
le crepe del mutare
le pause senza fiato
ferma a
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L’amore starnutisce in biblioteca e
Nel silenzio della preghiera
Riecheggia la sua voce di bambino
Ha un biglietto senza
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Via dal tempo scandito da ore e minuti
rimarrà solo il gocciolio continuo
di un rubinetto lontano
a scandire
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I vostri occhi non sanno niente del mondo
io non so niente di voi.
La mia pelle ha una nuova indelebile cicatrice
la mia anima una nuova inquietudine
le mie mani si scoprono grandi e timorose.
Cambia la mia voce
impara una nuova lingua
cerchiamo e
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Nei tuoi occhi stanchi fa naufragio il mio animo
Non trovo adeguate parole per il tuo ultimo sorriso
La fronte corruccio
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Salta sul primo vento
Quello con cui gioca il gabbiano
Portami la consapevolezza della tua mano
Cavalca l’onda
Quella più lunga
Quella che non si spegne
Quella che lascia il morso sulla sponda
Metti al riparo i tuoi occhi
Cosi che rimangano
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a valerio cecca.
Sono ovunque i tuoi capelli lunghi
Sono ai quattro angoli di ogni sforzo
Groviglio solitario di vene pulsanti
Arrotolati come tela di ragno mi catturano
Li trovo nei safari notturni
In agguato negli oscuri della strada
Quando la citta indolente e
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Quattro mani si intrecciano nella fretta del mattino
Non hanno pretese,
attese mortificate dalla logica,
solo impazienza
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Visi davanti ai miei occhi dannati
Ritornano tra nebbia e caffè
Tanti non li conosco più
Molti fanno male solo per pochi sbuffi di tabacco
Per alcuni mi scopro a sognare
Reinventare il passato
A tutti devo qualcosa
A tutti ho lasciato
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Nell'incerto notturno
Quando infantile paura mi attanaglia
Quando età misuro a palmi aperti
E vedo chiodi ritorti
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Mi desidero mare
Quel suo vezzo continuo
L'andare e il tornare
Persistente la traccia di sale
Su dune remote potersi adagiare
Nascosti gli anfratti
Tra i quali gridare
Spiagge morbide in continuo cambiare
Un piccolo istmo da cesellare
Uno
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Pressante,
mi coglie improvviso e inatteso,
mi spilla sudore
Anarchia di cellule grigie e tamburo nel petto
Volo infinito
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Il natale si fa avanti
Siamo tutti più smaglianti
Generoso è il padrone
Ti regala il panettone
Una stecca di torrone
Mezzo chilo di zampone
Mentre tutti i bimbi buoni
Fanno a gara a chi ha piú doni
Edoardo è estasiato
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Che belli i pini quando viene scuro
Chiome bitorzolute mosse da lieve brezza
leggera arriva come una sua carezza.
Nell imminenza della sera
austeri pellegrini in preghiera,
ma pronti al gioco,
alla risposta,
all’ abbraccio confortante,
scudo e
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Pendolo senza ore e minuti
non so la mia appartenenza
forse i mille passi stanchi del ritorno
forse il solitario volteggiare del nibbio
oppure il canto forte dell'amore
l'abbraccio forte delle mura antiche
forse il sorriso astuto della volpe
la
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