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Marco Morandi
Le 47 poesie di Marco Morandi
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Restiam nel nostro verbo più concisi
che a rimediar sennò dello strafatto
sarem costretti a ribadir concetto.
Io vi consiglio, le labbra di serrar,
intorno ad un bicchier di vino rosso
che fatto sì vada a chetare il
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Iddio, unico e solo,
che insieme ad altri stai,
non esser permaloso
dei concorrenti tuoi.
Ognun di voi è
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Muri bianchi
gonfi d’altrui giudizi
spargono orrore
di supponenza fatta.
Cancelli insormontabili
separano le vite
diverse e contrapposte
funeste di ragione.
Ovunque parte sia
quell’onta è disumana
perché taglia le gemme
della
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Riflessi d’ombre al buio
di cateratte e anfratti
irradiano il timor
d’essere ormai finito.
Pensieri scoloriti
ci annebbiano e ci spengono
alimentando il tremito
della disperazione.
Or macchie di dolore
oscurano l’ordito
di vita buona
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Silenzi rappresi da storia antica,
fuliggine celata, lontana dai ricordi.
Occhi nascosti a realtà funesta
or che nessun gesto libertà manifesti.
Allora lava la carne tua non pura
nell’acqua torba di altrui peccati.
Disperdi in essa
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Verrà la luce
a illuminarti il viso
e poi la musica
a tesser le sue tele
Verrà l’artista
per il senso alla vita
e poi la notte
a riscaldar giaciglio.
Verrà il poeta
a far piangere il cuore,
l’immenso azzurro
per
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Capir la gente chiusa,
angoscia il nostro senno
e ingiuria l’onestà
di chi vuol contrastare.
Allor distingui bene
ciò che nel corpo brucia
e spegnilo col verbo
che illumina il Pastore.
Poi sazia la tua sete
di aria a respirare
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Il dono della vita
che tempo fa mi hai dato
è pregio inestimabile
eppur l’hai regalato.
Di luce hai poi riempito
le strade della notte
per poi mandarmi fiero
di scelte da me fatte.
Credevo d’esser io
a perlustrare il mondo
e, invece,
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Se nella fattispecie
tu fossi più devoto,
modellerei il tuo mondo
in cambio del tuo voto...
Addolcirei le
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Orme finite dal vento,
l’unghie recidon la terra,
ricerca del miraggio
prima che venga il niente.
Polvere,
speranza
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Tele di crepe cupe
celan tenace brezza,
che fonde solo il vero
con ciò ch’è l’immortal.
Luce di chiaro
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Invia un messaggio privato a Marco Morandi.
Con gli occhi d’un bel fiore
vorrei vedessi il mondo
per prender quell’essenza
che a noi non c’è concessa.
Poi con un fil di voce
vorrei parlare al vento,
per farti trasportare
sul nostro arcobaleno.
Col miele tingerei
del mondo i
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Quel che di goccia bagna
il mare a me dinanzi
è uomo che ama fiero
quel bel odor pungente.
Raccoglie tra le
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Infrangi il dondolar d'amore
sul corpo mia scogliera.
Lascia che la risacca
trasformi la passione
nel trovar fonte pura
a dissetar tua sete.
Rinnega la tua meta
che spetta a ognun di noi.
Confondi la realtà
con il nutrir
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Coglier con la mia mano
del mare il sal di ghiaccio.
...Assaporar suo gusto
rinchiuso nella neve...
Sabbia di vesti lacere
fronteggia il vento ardito
che co’ arroganza e forza
insidia la ragion.
Non v’è, però, paura
o
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Veder che i’ rimestio
non è mai acconcio,
confonde nell'anima
l’ardor dell’amar.
Sì, come una lama
recide la vita,
eguaglia il diniego
del cuore fermar.
Allor che fremente
ti chiedo l'indulto,
conforta richiesta
che umano io
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Nel ricordar gocce di vita
un morbido calor m’avvampa
e brividi frementi
donan meco l’impeto vital.
L’occhi chiudono l’oggi
a ornar disegni antichi,
di quel color “crema fuggente”
che rende dolci anche i dolor.
Poi, la ragion sorride,
trova
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Cinte mani
da altrui stretti lacci.
Serran, no ritmo,
ma di nutrir cultura
e abbeverar ragione.
In folla, tal’è il contesto
che i’ core mio
si stringe ad oltraggiar
ciò che di me è l’essenza.
Sol te,
che fori dalla
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Esiston feriti
che non perdono sangue
e gocce di rugiada
accarezzar le stelle.
Esistono li mari
senza di fondo aver
e vuoti occhi d’altrui
che piangono d'amor.
Esiston fiori apocrifi
che tengono il suo odor
e soli falsi e ingrati
che
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Ecco,
quel vento che,
non tanto addietro
nell’abbracciar noi due
fluiva in floreale brezza,
sovverte oggi
ogni pensier cortese
in irritante emorragia
che di tal estro non
d’arrestar s’impone.
Allor rotto cosè
ch’entrambi non mirar
e
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47 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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