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Carmelo Salvaggio
Le 200 poesie di Carmelo Salvaggio
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Oggi che il silenzio
veste di memoria il tuo nome,
parlano di te radicati ricordi
non cancellati dalla polvere del
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Muti i labirinti
dove il vento cantò nell'inverno,
se l'avessi persa
come avremmo potuto
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Ed ora,
vive abbandoni la notte.
Stridendo sgretola sogni,
brividi rigano ghiacci... la solitudine.
La notte,
sale un
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Il nostro mondo
una piccola stanza
fatta di tempo.
Ricordi di noi scritti sulle pareti,
le nostre speranze luci
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Ansia, la linea sottile
che di plenilunio ferisce
il freddo livore dell'acqua del lago.
Un che di mistero agita la
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Penso agli ulivi
cresciuti tra ruvide pietre
ed a chi sangue sudò
per combattere aridità
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DI SOLE E D'ARIA...
Se poi la grandine
devasterà i tuoi rami
e vinti dalla furia,
feriti a morte cadranno nel
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Bella che stai su siepi verdi assisa
che di tepore vesti i sinuosi fianchi
narra dell'incanto, delle serene risa
allor
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I rubati sguardi
restituiscono
al tuo esistere
eleganze d'amore.
Vertigini
prendono lo stomaco
come farfalle
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Se al posto di regalarti fiori
tolti distrattamente dalla pianta,
io ti facessi omaggio d'attenzioni
non frivolezze d'un
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Libertà sognava,
trovò amore.
Cercare ali e...
con un dito
già toccare il cielo.
Volava la
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Regalo pensieri al mio tempo
per offrirti un verso,
una parola, un gesto che sia
gentilezza, forza e
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Fu una sera
che sopra di noi il cielo
scorreva pianto d'addio.
Ti presi le mani per gridarti di me.
Tarda era l'ora,
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Di quanto sognammo di noi
in tensioni ammirate di sguardi,
resta il forte rimpianto
ed un fiore alla pagina cento.
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Di quei fiori colti
lungo sentieri d'indifferenza,
non ricordo né il colore,
né il profumo, né dove
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C'era sul tuo viso
luminoso e di cera,
pace...
Nascondevi la sofferenza,
ma da sempre
questo faceva parte di
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Riflessi di luce,
cerchi concentrici
sullo stanco acquitrino
che accoglie il cielo.
Quanto tutto questo
rassomiglia
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Nessuna eco
né linea di confine.
In questo mattino lattescente
la cima dei cipressi
non trafigge la volta del
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Avrò sogni
stringerò tra le mani grani d'oro,
vedrò nell'incanto
oasi ed incensi
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Ho maledetto
il sole che ti moriva dentro
schiavo del tuo sorriso.
Rami stagliati
contro pareti spoglie
di un cielo
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Non so
se la strada delle foglie
portasse al bosco
o se il corso dell'acqua al mulino.
Alle stelle ho affidato
la mia
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Mi parve lieve
il giorno delle luci e delle ombre
dopo che la tempesta sfiorò
senza ferire, il passo lento
dei
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Croci nel silenzio,
tumultua il cuore
superati i cancelli del sonno.
Destano ricordi le fredde lapidi
umide di pianto,
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I tuoi occhi rossi,
granati grondanti fredde stelle
in solchi aperti dentro notti di cielo
magia infinita dell'autunno
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Se poi
nelle calanti sere d'autunno
rincorreremo aquiloni di ricordi
su spiagge solitarie,
-come ci successe con
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Il mio tempo
una piccola barca
nell'oceano senza confini,
un guscio di noce tra flutti
in cerca di lidi e di
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Passeremo in quel negozio,
ci soddisferanno...
tanto...
meglio qualche soldo in più
magari paghiamo qualche
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Aveva occhi bui
quell'orizzonte cupo
e le minacce in seno.
Vedesti le Furie
scagliarsi sul tuo capo
con baldanza
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Nell'oltre
di questo immenso mare
vado cercando occhi
in cui la luce risplende.
Ci sono speranze
che non hanno
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Ci sono giorni
vestiti di tristezza
volti ad insperate armonie,
d'un suono soave
sanno colorare sfondi di
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200 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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