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antonio govoni 1966
Le 16 poesie di antonio govoni 1966
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Schiaccio tutti i trenta tasti
del telecomando della vita
per fermare la visione
d’una storia già abortita,
alzandone il colore,
il volume, la definizione
ed illudermi d’averne
un’altra a disposizione.
Ma l’aggeggio non funziona
o non ne
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Pagine su pagine
di sigle e sottolineature,
migliaia d’ore d’apnea
cercate per fuggire
la fatica di pensare,
la paura di capire.
Malinconie d’autunno
e grigie ugge d’inverno
per illudermi di vedere
l’arrivo della primavera
nel sole che
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Tutto l’amore che ho cercato
non mi ha saputo evitare
il cono d’ombra della luna
nell’eclissi della fortuna.
Ho sprecato i miei libri,
ho scordato gli amici,
ho sciupato il denaro
e ciò che m’era caro.
A cosa è servita
questa
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Se l’umano Dio dei popoli
fosse un padre veramente
m’udirebbe certo ora
quando scivolo nel niente
e il miracolo più grande
e più insperato insieme
compirebbe proprio adesso
dispensandomi del bene
mentre l’immondizia lercia
cancella
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Alle cinque del mattino
ridesto l'alba all'orizzonte:
sulla strada delle valli
è il mondo che ho di fronte.
Sulla volta delle stelle
si proietta il mio futuro
e m'affranca dal passato,
dal più bello e dal più duro.
Poi mi
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Gente che va, gente che viene,
che piange, che ride, che finge insieme,
tra rumori di fondo e smogs asfissianti,
echi distorti e boati assordanti.
Nudo nel deserto della spiaggia
colmo i polmoni del sapore del mare
spalancando gli occhi sull’immensa
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Il mio amore non finisce mai
nonostante gli anni e tutto il sale
delle lacrime che già versai
per il gusto di stare male.
Squarciami il petto e noterai
una profonda ruga sul cuore:
è il duro scotto ch’io pagai
un giorno al mito
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Ti ritrovo ancora dentro di me
qualche volta la mattina all’alba
quando allento le censure del cuore
sul mio passato di puro squallore.
Ed imperioso rivive il ricordo
di questa vita spietata assassina
di sentimenti e gioie normali
cancellati da
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Poche scarne parole
non dicono più niente
ora che è quasi domani
e ti riscopri impotente.
In un buio budello
s’infila il giorno e svanisce
e fuori d’ogni ragione
un’intera vita appassisce.
Nutri di cinismo
la tua ambiziosa
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a antonio govoni 1966.
Un altro uomo come me
abita la casa a due piani
vicino agli arrugginiti tralicci
che nel verde scompaion lontani.
Ed ha usato la mia forza
e la mia poca intelligenza
per ingannare il suo cuore
e poterne far senza.
M’ha rubato il corpo,
il passato
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Ritrovo confusa nel muschio
l’ombra di mie lacrime lontane
offerte ad un dio sordo ed assente
che lì le lasciò cadere vane.
Ma qualcosa è cambiato nel mondo
in quasi dieci anni d’inutile attesa
spesa un gioco senza
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Una vera decisione
mi costa ancora fatica
e sconvolge la noia
che sola ho per amica.
Minuti senza tempo,
attimi senza storia,
son ingoiati dal limbo
d’una ruga della memoria.
E l’avventura sprona
me, pigro ed indolente,
oltre il consueto
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E già domattina
una ruga vendicherà
un orgoglioso ed inane
rifiuto della realtà.
Una vecchia canzone
e in un battito d’ali
scompaion decenni
e distanze abissali.
Due battute scontate,
cene in compagnia
di chi ebbe ad
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Urla di rabbia stanotte il mare
bestemmiando un perduto Nettuno
in cui costretto da lacci e catene
affogo muto senza nessuno.
Senza un filo di vita oramai
mi lascia la lunga apnea
e mi sbatte il mare d’inverno
sulla spiaggia violata dalla
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Stasera ricerco tra la nebbia
L’ombra tua antica frettolosa
Correre di fretta alla stazione
Incrociando ignara e freddolosa
La più genuina mia emozione.
Ridipingendo tutto attorno
Il tempo ha fatto il suo lavoro:
qualche ruga in più
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Una fitta tela di ragno
copre la mia piatta terra
questa fredda notte quando
è cessata ogni guerra.
E’ scomparsa la strada,
han taciuto le luci,
dal mondo insapore
son sparite le voci.
Scendo dall’auto
e sfido la sorte
correndo nel
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