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Alessandro Nicastro
Le 17 poesie di Alessandro Nicastro
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Mordere
l'edace frastuono della volia
che s'attarda
nella vacuità d'un fremito.
Cedere
all'ineluttabile meriggio del tuo sospiro
che affretta i tuoi fianchi.
Squarciare, ghermire,
dannare,
ed infine amare.
Su questa
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Pietra testarda
e monti troppo vicini,
tra lontane musiche di vacche
ed alti falchi,
poco intonati,
fermai
il volo
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Vecchia darsena
di legni
mangiati
e fianchi riarsi di navi,
venne
il tempo del mandorlo
a dipingerti
gli occhi
per
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Le dita
vomitarono note
su una distesa bicolore,
dove una volta
di sbornia di pensieri,
accecò,
l'odio delle
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Fragole,
bordi carnali,
viscido sapore,
caldo sentore.
Pigra dilatazione
di scorrevole pienezza,
trasgressiva distrazione
di sordida stanchezza.
False
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Plausibile vergogna
nel risultato
di
liberi istinti.
Tepore di
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Di rami tace
il solitario colle,
mentre avvolta la vita
veste di bianco.
Sul capo
maestose danze
di pettinate aurore
rispondono
al silenzio
della sacra terra.
Così udimmo
l'immobilità del tempo,
e nel ritiro dei
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| In finale
la conquista del peccato,
non sa scrivere
il suo nome,
ma schiavizza
il principio
stringendogli la gola
con un dito in bocca.
Cavalcare la perversione
non è stato mai così semplice,
la libertà si inginocchia
ai
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Obbedienza di linee
in giorni intransigenti,
spacciano numeri
a calcolate speranze.
Fieri trabucchi
gittano pensieri d'ebano
oltre il precipizio
del domani.
Ci salverà il Rodomonte,
da fachiri metropolitani,
eufonie di led,
da
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Sciancate illusioni
chiedono carità di morte
nella rimembranza di gioe passate.
Giganti farfalle rosse
spolpano il mio stomaco,
avvelenandolo di furore.
Maledico i loro bozzi.
E anche se i miei arti di pietra
non oltrepasseranno il
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Invia un messaggio privato a Alessandro Nicastro.
| Copri il cappio
delle cento spiaggie,
alza la forca
della vecchia ruota.
Domina la filippica del dubbio,
come il genuflettersi dell'atlante
serra i ranghi.
Scroscia il pensiero
su gagliardi muri,
e di gargantuesche convinzioni
ne
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Ti uccideremo mille volte
fino ai limiti dell'eternità. >>
Sintetici dei,
arcobaleni di gomma,
crocifissione d'insegne;
petti marchiati,
processione mascherata,
camminano pupazzi
tra proprie teste mozzate.
La mano non tocca
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Canti di sirene
disarmano questa mente.
Sogni desti di lungimiranza
e tardi stillicidi
vivono in questa stanza
di aria rarefatta.
Troverò,
tra questi cerei
di cravattari religiosi,
lame affilate,
che immortalano i miei occhi
in
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Avaro d'anima
ed occhi ingordi
divello l'ultimo
brandello della tua veste,
meravigliosamente confessi
il tuo corpo
come la crisalide
diviene farfalla.
L'intreccio di dita,
l'attergarsi del tuo bramante corpo
al mio petto,
avvampa vecchi
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Perse la sua effemeride
raggrumando vecchi ricordi.
Francesco divora altopiani di parole,
sognando di non inciampare
in maschere di cera.
Chimerico nei suoi sogni,
per il Jack,
clangore per i suoi pensieri,
perché giusti.
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Ove il tracciar nella sabbia
rincorre la bellezza,
l'acre verità
deforma le curve,
illudendo il mare
di non essere più solo.
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Si rompe lo sguardo
nei cocci di luce dell'onda,
di rete il respiro
raccoglie il superfluo,
l'animo tace
e riprende il da capo.
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