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M Aprile
Le 29 poesie di M Aprile
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Un ragno rinsecchito chiede aiuto
ma non insiste
le ho dato al plenilunio della bocca il mio saluto ed in risposta
il garbo misurato e sottaciuto
di un “li mortacci vostra”
d’ idee socialiste
la Piccola Parigi è piena concia di ubriachi
che
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lei non è sudata per nessuno
ha votato, chiesto scusa
i suoi documenti ora
vagano
su un tavolo
dove i corpi si scommettono
e la fine è il mero centro
di una raffineria:
lei è petrolio sfumante incenso
il cognome di colonia
ha un accento
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Il blues non c'entra niente col Giappone
ci siamo detti sopra un marciapiede
coi nostri mal di testa abbiamo scritto una canzone
suonata male male
“bravissime”,ci dissero così
A Tokyo non ho mai fatto l'amore
i socialdemocratici li
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Come gli scapoli a quarant'anni
nelle commedie del boom,
fuori dai denti bianchissimi
di rimorchio e circostanza
e fuori dalle inquadrature di quelli che in vecchiaia
chiameranno maestri:
piango e se il Tevere esonda
è un po' colpa
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un estremista biondo
proprio come me
“comunque un idiota”
reciproco pensiero
fra i meandri dell'affetto
di una stretta di mano
di vigore tra il medio, il metodico e l'astratto
e nessun libro e nessun pugno
da scambiarsi per il resto del
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tu
che cosa scriveresti
degli spigoli convessi sui quali poggia un mondo
o un armadio
dove sei chiuso dentro
e se le ante
non fossero i tuoi occhi
ma quelli di un ostaggio
del fuoco dei giovani e stupidi
che a un certo punto votano
per gioia o
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Dei vivi che mi passeggiano davanti
m'inquieta quasi tutto
eppur io son loro
oppur lor sono me
un podestà finito
in un punto marginale
di una guerra salutare
per quelli che credeva i suoi vent'anni
siamo vecchi
dolce musa
del
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Il canto intonato dei passeri
benedice l'erba, poca
che mi nasce sulla pelle
Tolgo la sete
alle margherite
le radici che mi arrivano al cuore
si gustano le ultime gocce
di sangue
non ancora rappreso
Mangio i vermi
sono il
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Prego per la mia ossessione
che arrivi sana alla sera
e mi possa dire: eri vestito bene,
come un operaio degli anni cinquanta
o un calciatore con la chitarra,
un centrocampista che i fascisti ammazza
con timidezza.
Parlo, ma forse non
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Il mio tramonto riesce ancora a farti arrossire
giovane luna dei miei ultimi passi,
verso il
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Graffia
la pasta lavamani
graffia ed è essenziale
per levare una buona discreta percentuale
di metallo unto di olio
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Cerca la poesia:
Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a M Aprile.
Carne di un carnefice da giorni vegetariano
sembra malato in realtà è un poeta cui hanno abbagliato la sintassi;
la sua ultima raccolta tiene
fermo benissimo un bellissimo bicchiere
le sedicenni che sullo schermo giocano a palle di neve
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Non importa in quale stupido secolo tu sia stato generato
i classici russi ti hanno espulso comunque da pagine sempre dense
e ricche come la tua pancia qualunque, o molleggiato grasso
di vita sterminante, danzante su uno sterrato dove conti
i denti,
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Brioches in tasca fredde
come pistole
le mani strette l'una all'altro per rubarcelo
il coraggio
la guerra dentro, fuori, intorno
un vento debole in ginocchio
fresco per il basso ventre
Il passato era una spinta, maestra
sulla schiena
il
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Ricordati a Maputo
perdevi le tue scarpe quel giorno sulle ultrafertili terre
e camminavi comunque sorridente
raggiante rapita accecante, portando ai contadini soia OGM
Ricordati a Maputo
pioveva stranamente sul porto e non sul resto del mondo
e
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Soli a Varsavia
io e la mia ignavia
calze, matite e
congiuntivite, poiché
ti lasciai dentro un "perché?"
le suole fisse al
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infilerò me stesso
fin dove lo chiedi
su quella riva, dove il re cadde
e ci bagnino pure le punte
delle dita dei piedi
le ultime lacrime o le prime grida, non ricordo
fossero fredde o calde,
nello strascico dell'ombra
di una statua senza
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sei nuda dove ho fallito
dove vince la foga
di un tempo di qualsiasi cosa
in quella foto dove sembro
appena
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Case, ragnatele, passanti
com'è,una trappola?
mi reinseguo e poi mi ritrovo davanti:
descrivere una faccia,
quando quella asimmetria
è la tua unica
opera mortale,
le parole si nascondono
fra le carie e non escono
non sarà
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troppa gente in piedi, certo
non solo nella storia del mondo
ma pure in questo cinema all'aperto
dove mi sto perdendo
il film più orribile dall'inizio del secolo...
...l'uomo che mi ha sparato
aveva la faccia di chi pensa: "sto
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29 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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