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♦ Marina Demelas | |
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Daniele Piredda
Le 239 poesie di Daniele Piredda
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Fossi stato la falena impazzita
caduta per sbaglio
sopra al tuo foglio
o la luce che l’ebbe tradita
poggiata sul piano
a illuminarti le dita
la ventata
improvvisa
che la fece tremare
o la maniglia
che subito
andasti a serrare
la
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Ho visto i nostri spazzolini baciarsi
stamani,
mentre mi lavavo il viso
ed ho esitato,
giuro,
a separarli:
l'ho fatto solo dopo aver sorriso.
Poi,
col sapore di freschezza fra i denti,
è stato facile pensarti
e dirmi che ti avrei
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| Perché papà non mi capisci?
Non senti la mia voce interiore
domandarti parole?
Perché, se mi
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| Mai come ora, cercando in me,
ho cancellato tante parole.
Mai come ora, scrivendo di lei,
ho dubitato di saperci fare.
Perché ogni frase, la più eterea,
non sa imitarla, non può descriverla.
Perché ogni lettera diventa timida
e unirsi a
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| Lui guarda lei in fondo al cuore
con gli occhi a fare solo da canale
e pensa a quanto è infido l'amore
se riesce
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| D'incomprese gesta d'offerta
tappezzi i tuoi giorni,
e non conti ormai più nella tasca
i bucati ritorni.
Di gioia tutta tua tu ti elevi,
trascinando le mie perplessità;
e sorvoli le parole e gli sguardi
d'incatenate anime al
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| A volte mi giungi,
entri,
ti siedi
e mi fissi per ore
attraverso lo specchio;
ed io viaggio a ritroso,
a scovare il motivo
di quello sguardo severo,
di quell'arrivo improvviso.
Ma son tuo vecchio amico,
e non ti faccio domande,
non ti
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... e adesso non lo vedrete più
quando passerete per la piazza;
anche se non ve ne accorgerete,
non lo vedrete
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La vera verità passa raso al pavimento
e noi la calpestiamo, ognuno con il proprio passo;
con schieramenti opposti a urlare
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Così ho rivisto i miei vecchi amici;
non accadeva da anni.
Mi sono apparsi felici,
ammesso che il vino non
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Se ci avessero insegnato la follia,
magari al posto della religione,
forse adesso staremmo tutti un po’ più bene,
con i
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| Ecco che si avvicina
con in mano l’arma assassina;
ci guardiamo come in un duello:
lui è assai sporco e non è affatto bello.
Cerco di ridurre il passo a zero,
ma lo spazio è poco per davvero;
cerco d’imbruttire allora l’
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| Quanto ci somigliammo
nell’ora che accolse l’ addio;
le stesse righe negli occhi
e in testa lo stesso brusìo.
Nel walzer dei silenzi
fra ombre e pareti di fumo
nei desideri poi spenti
dai tuffi dentro l’oscuro.
Nel gioco delle accuse,
e nel breve
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| “Ma che m’è successo?”
-me chiedo mentre er sole
cala giù er più ber sipario rosso-
“ma che m’è successo,
si nun riesco a emozzionamme
manco più pe’ questo?”
Uno dentro l’artro,
li guai se so stipati
dar
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| A te che mi hai costretto
a stare zitto e fermo,
io non ti maledico:
ti sei già maledetto.
E a te, che sul letto giusto
mi hai liberato e sciolto,
io qui ti benedico
per il bene che mi hai fatto.
Te che mi hai minacciato
coi mostri e coi
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| Morir ch’è ancora buio non vorrei;
amo vegliar la notte;
e se solo potessi sceglierei
di farlo a mezzogiorno,
con il pollo nel forno,
la luce nel soggiorno,
le voci dal cortile
ed una sigla allegra alla TiVù.
E, cielo, se mi ascolti,
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In tema d'amore Autori Vari
Cinque temi, più di cento poesie in cui si esprime la passione amorosa in poesia: - Il primo amore - Le parole che non ti ho mai detto - Dammi la buona notte! - Uno sguardo per dirti “Ti amo” - Ti lascio un mio sospiro
Pagine: 156 - € 12.17 Anno: 2008 - ISBN: 978-88-95160-15-3
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Daniele Piredda.
| Ho spento il sorriso da mostro,
quello che è sempre d'accordo
pur di evitare il confronto
e cadere sempre all'impiedi.
Oggi avrò si meno amici,
ma sono amici sinceri,
perché poi l'ambiente somiglia
ai nostri reali
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| Scaraventato all’ improvviso in questa nuova realtà,
sto qua,
a rovistare vecchi pezzi di me,
per vedere se c’è qualcosa ancora di utile,
da portare con me,
in questo mondo disabile...
inabile...
diversamente visibile...
E trovo un
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Se tu fossi un file,
io sarei di certo un mouse,
e con un solo click
ti cancellerei.
Da troppo tempo ormai
io non ricevo più
gli aggiornamenti tuoi
e per ciò mi sento giù...
Come quando si blocca il wi- fi
e non vedo più gli amici miei:
come
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Stamo a scorticà er barile
dar fonno de n'amore
che nun vo' proprio capì
se rinasce o se morì.
Noi, che avemo letto storie
e seguito sceneggiati
dalle sere che le madri
ce tenevano dentro casa.
Ma mo', adesso che la
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| Si alza la mattina
con l’obiettivo chiaro
di catturar negli occhi
le vittime dell’ignaro
e di portare avanti
il resto del lavoro
con chi non è più vittima
ma complice del gioco.
In fondo ci vuole poco
a trovare materiale
dentro ad un
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| Ma quale poeta del cazzo,
io scrivo perché sono stronzo;
e poi sono pure vigliacco:
io scrivo, cosi non affronto.
Vorrei non avere più il tempo
d’ immergermi dentro i meandri
di questa mente di merda
che mente ogni volta che pensa.
Vorrei
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| Er Ducato era bucato
e così ho preso er Vito;
poi ho infrociato co’ ‘no Scudo
che m’ ha detto nudo e crudo:
"Aò, ma come cazzo guidi?
ma i cartelli, nun li vedi?
c’è ‘no stop come ‘na casa
su sta cazzo de discesa!"
"Sì, vabbè, te chiedo
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| Io non volevo nascere,
poi mi dissero "ma, dai,
la vita è un'occasione,
mica la sprecherai?"
Così gli diedi ascolto;
piansi qualche giorno,
mi guardai un po' intorno,
e poi mi rassegnai.
Io non volevo crescere,
ma
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| L’ignoranza mi uccide
perché mina il mio intento
di felicità.
Io non amo guardarti
mentre lotti coi denti
per non togliere punti
alla tua dignità.
Mentre c’è chi ha piazzato
uno schermo gigante
per vedere
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| Me so imbrutito
Come l’assenza de lavoro.
Come un sogno che nun s’è avverato.
Come na voce cacciata dar coro.
Come er tempo ch’è passato.
Come le tasche vòte.
Come un cervello troppo stanco.
Come la faccia d’ un maiale
a
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| Vorrei mangiare frappe a Natale
e fare un presepe a marzo o ad aprile;
aprire un uovo di cioccolata
quando la gente se ne va al mare
e come sorpresa vorrei trovare
un gratta e vinci non da grattare
ma da tenere affinché la speranza
sia
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| Hellen cantava guardando nel cielo
con un sorriso leggero leggero;
Suzan spostava i capelli dagli occhi
e in fondo al fiume gettava i suoi sassi.
Chi le vedeva sedersi vicino
pensava soltanto a un “peccato divino”;
chi le sentiva parlarsi
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| poi lei si sciolse i capelli
e non importa più il tempo
passato a non farlo;
non importa lo stallo.
Lei si sciolse i capelli
e si ripresero il ballo.
Si ripresero l'aria dalla finestra,
preziosa ed onesta,
tra le gambe e la schiena;
si
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Vabbè ch'ero uscito de casa annoiato,
alla ricerca de nuove emozzioni;
ma so' salito s' un autobus pieno
e nella carca quarcuno
m'ha'gguantato i maroni.
Ho sperato, a quer punto,
che 'n fonno a qu'a mano,
ce fosse la faccia de na
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239 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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