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♦ Michelangelo Cervellera | |
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Mariano Ryan Mesti
Le 68 poesie di Mariano Ryan Mesti
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Fulgido incanto di un fugace sogno
potente, incostante
annebbiato al vespro
asfaltami ancora una volta le pupille
per favore
accarezzami queste fracassate costole
ancora un tocco di lancia per la nostra via.
Quanta porpora nel fruscio di queste
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Latente inarrestabile sensazione
mi culli al sorgere dei miei demoni,
comprimendomi petto e viscere, amico molesto
corrodi ogni mia superstite volontà
annichilisci i miei una volta caldi sensi,
fedele sei, non abbandonarmi
atterriscimi,
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Prosciugati, sventrati respiri
accartocciato il sole come mani alla gola
grigi brividi ogni notte
saettanti, sfibrati
succubi sciami
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Fiamme
Languide vesciche tra occhi e sogni
striduli striscianti sciami
nelle vene il passato
lugubre
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Inebriato
nella neve un viso annaspa
lampi, secoli sulle narici
stanche
appassite
sventrate pupille tra nubi
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Bisbiglia sinistro il mare
schiaffi tra i venti
di suoni o singulti
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Non una parola
mai più viscidi dardi alle spalle
scambi tra riflessi, acciaio e iridi
annegala!
Nel cinereo rosso della tua linfa
terminata,
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Frondose lame tra le nubi
incastrato
da svuotate pareti accerchiato
serrate le palpebre, segregato
buio
il tempo
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Annaspante crepa tra gli sguardi
spietati,
immobile
dalle una volta infuocate viscere plastificato
privo
costantemente acciaio privo
spirto
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Imprigionato
sconnesso relitto in una sudicia covata
striscia, annusa
come turpi sguardi sulle stanche viscere
voci sospiranti eppur pesanti
tra le
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E freme
risorge l'umida corolla
un contatto
tenue, ardente
di velate
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Mariano Ryan Mesti.
Quali dirupi!
Avvoltoi fracassano le nottate
sparsi aghi tra le coste
come conturbanti curve
nessuna stella, calore alcuno
ma
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Rallentando supersonico
il bagliore di un treno tra le foglie
come linee forza del nostro
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Senza riparo
api esplose, percosse
nelle viscere del futuro che fu
non esisto,
uomo
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E precipito
dal grigio cielo di ieri emergo
profumi soffici, non più straniati
come lame nel soffitto di ciò che fui
docili,
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Inattesa
come pallido brivido
senza sangue o stupidi veleni
al
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Per un istante ci intersechiamo
tra brevi soffi di una stagione
fluttuando come stridulo buio
leccami
trapassami
pellicola a
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Nuotando
annegato tra subdole ragnatele
echi gracchianti
a questa grigia ombra braccato
scalcia, urla
crocifisso
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Come pugnali scavati
martellati, sgozzati
affossati svaniscono i sorrisi
biancastri specchi appannati oggi
nella nebbia
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E con quei vecchi denti
stanchi ricordi sulle pareti schiacciati
eppure ansimante nuoti
sanguinante galleggi
nessuna pausa
tremando come paralizzato respiro
non una mano, non una carezza
tra aguzze belve fluttui
non sperare
neanche stanotte ti
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68 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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