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Peann Tobair
Le 64 poesie di Peann Tobair
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Quell’uomo si volse
un’ultima volta ancora,
gettando uno sguardo
dietro a sé
che cadde nel vuoto,
prima di chiudere gli occhi
per sempre adesso.
Vide Assenza e Nessuno
quale unici amici e presenza,
nemmeno la carità
seppur di
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Nuvola rossa
di pensieri a ricciolo,
caparbi come se fossero
nel crogiolo d’età,
la tua scoperta in divenire
quale cornice d’espressione
in broncio di serietà
pur se instancabile indagatore.
Dallo sguardo quieto,
seppur di rara
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C’è un soffio di un vento
ma non importa chi egli sia,
oppure a quale origine appartenga.
Pur se parla idiomi diversi,
è solo grazie a quello da cui nacque
quella voce cangiante.
Che può narrare il racconto compiuto,
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Volo d’aria in movimento,
sono i corpi d’intreccio
in moto sospeso anch’essi.
Poi si stemperano in quelle tracce
d’armonia e dallo slancio perfetto,
compiuto e intrecciate in subitanei passi disciolti.
Avvinti di note in florilegio di
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Accade...
che la Vita
con l’Amore,
compiano ciascuno
il proprio viaggio,
se nel suo frattempo
misteriose traiettorie,
portano a itinerari nuovi
ma scoperti di percorrenza.
Accade...
che la Vita
sappia d’essere l’ Amore,
nel soffio
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Amaro aroma di legno arso,
fattosi fuoco dapprima impetuoso
e poi libero fumo di sé che fugge via.
Nel gelo di freddo d’un mattino
apparso d’intorno all'inverno,
quando la luce incede restia e lontana.
Quasi al di là ancora dal
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Voci antiche sono suoni lontani,
d’un tempo da molto trascorso
ma solitario seppur invano.
Rami di ferro corrusco
dalle vesti di mura,
nell’abbandono smarrito.
Solo il vento gioca con loro,
come fosse libero di mancar
del proprio
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Vite respinte perché
d’appartenenza ingiuste,
al proprio circostante.
Sono verdetti adulti,
dall’Anima perduta
in rivali principi.
Esistenze sterili,
spese all’insegnamento
dallo sguardo cieco.
Solo perdoni incapaci,
di sapersi
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Storia prostituta
d’una vita
spesa
senza più sorrisi
ma bruciata
nel tempo lontano,
dell’inutile fuga
da un passato
annientato
nell’amore negato.
Al cospetto
di speranze giocate
come pedine
di scelte fatali
e perverse,
d’Anime
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Solcando l’aere
nel libero cielo,
la padronanza tersa
di un volo
incessante.
Gelida sia
l’atmosfera,
limpida
ma degna
del proseguo d’innanzi.
In un cristallo
come fosse limpido,
diamante
ma del più puro
e intatto.
Tra
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Celarsi
nella propria Anima,
come fosse terra
d’accoglienza.
Soffice sia dunque
la coltre bruna,
perché si faccia
luogo di requie.
Come ferreo scrigno
ma solo
d’inviolabile
custodia.
Così che ora
la memoria
più
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Peann Tobair.
Nebbia di foschia
sei limite misterioso,
quando nascondi
ciò che la natura
con gelosia assoluta,
cela agli occhi
della mia Anima.
Quello che solo
alla luce
sia dato sapere
e conoscenza
ma poi come se fosse
un sipario
di lieve
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Anime a passeggio,
sono vaghi incroci
di traiettorie
compiute nei passi
da loro racchiuse.
Scie lievi
come l’emozione
di sensazione sbocciata,
nel florilegio di pensieri
seppur annunciati
Ma vivi,
solo nelle parole
che affollano
la
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Scrittura di mano,
redatta invano
dal tempo
che scorre,
lambendo
sul foglio
le righe sbiadite
d’inutile attesa.
Incompiute parole
tracciano
segni di pensiero
inespresso,
come cenni d’Anima
e percezioni,
lasciate al vuoto
di respiri
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Scie
di note
e d’armonica provenienza,
scaturiscono
dall’Anima,
per compiere
intatti percorsi.
Lungo traiettorie,
misteriose
forse perché
solo invisibili,
agli occhi
ma non
alla percezione.
Come se l’aria
che le
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Saldezza d’abbraccio,
la sola àncora
e scoglio
che sappia opporre
la propria forza
alla solitudine.
L’autentica marea
nella quale
la vita esprime
la propria presenza,
quale muta
illusione.
D’un frangersi
che possa
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Quell’uomo
visse la scrittura,
come se questa
fosse la sua unica vita
tra ogni altra.
Quando giunse
all’ultimo
dei suoi giorni,
L’Angelo Custode
della sua Anima
gli fece
il solo dei doni
possibili.
E gli concesse
che divenisse egli
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Pensieri,
lievi corrono
ma non troppo,
mentre
si addensano.
Siano
nubi di percezione,
come se recassero
la memoria
dei ricordi.
Forse
trascorsi,
o invano
trattenuti
costretti.
Si facciano
quale unica
speranza,
di seguire
la sola
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Paura
sei fantasma di presenza
nell’inutile affanno
per la ricerca
della fuga,
quale via sicura
ma avversa.
Ogni tempo
ritorna
nel beffardo appuntamento,
irridente
persino dell’Anima
come vano rifugio
o speranza.
Divieni
fatale
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Orizzonti limpidi
lontani,
seppure appaiono
quasi al tocco
vicini.
Desideri
di mani curiose
e sguardi
che indugiano
quieti.
Nuove percezioni
pudiche
ma di rispetto
nel timor d’essere
importune.
Nella pace
violata
e in silenzi
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64 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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