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Francesco Forestiere
Le 18 poesie di Francesco Forestiere
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Folate di muschio,
narici in fermento,
profumi di buono,
di sano, d'antico.
Mi perdo a rasare,
con dita eccitate,
anfratti d'impudica pelle
che pulsa, come cuore all'attesa.
Socchiudi e dondoli il capo,
al suono di nenie
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| Amami spudoratamente,
senza ritegno alcuno,
nell'assioma d'integra fede,
di totale donazione assoluta.
Amami sarcasticamente
Perché mai alcun sentimento
Sopravvive alla triste realtà,
Dell'esser non aduso all'ironia.
Amami
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| Tremula la visione di Lei,
come un estremo diradarsi,
nell'improbabile orizzonte,
sconosciuto all'umana ragione.
Crudele e asintomatico al dolore,
l'accompagnava l'inquietante epilogo,
d'una fine paventata,
ancorché mai
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| Ho bisogno del mare,
del suo moto a risacca,
della vita che viene
e scompare tra i flutti.
E' carezza che inquieta,
mille spifferi e un tonfo,
già nell'onda che assale,
tra il precario e l'incerto.
E' giustizia sommaria,
senza
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| La tela è li….sul cavalletto,
a te di fronte… in sfida...
nella sua neutra tonalità.
Nell’attesa d’essere stupita,
lei, speculare vaso di Pandora,
l’isola dei sogni che non c’è.
Dita che scrocchiano nervose,
propedeutica mimica
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| Chissà…
Appena un sussurro…
Un lieve accenno ne l’aere
Tra nenie sinuose e indolenti
Preludio d’eventi sublimi...
La mente s’invola in farfalle,
in un bolero di fantasie...
T’abbondoni, lasciva e intrigata,
ad un vento di calde
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Non solo maschere...
donami un'immagine
ancorché orrenda di te,
ma che sia vera e reale.
Che si ponga fine,
all'arte del mistificare...
Fard e belletti
non mutano l'essere,
quanto l'effimero apparire.
Ma è lo sguardo a
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Quattro petali di rosa scarlatta,
inariditi e ingialliti
dall’oltraggio del tempo,
tra le pagine fecondi
di stagioni più liete.
Di fragranze inebrianti,
solo il mesto ricordo,
come il viso di lei,
tremulo miraggio,
di tramontate
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Riluce del moccolo,
intensa la fiamma,
non tremula e opaca,
ma vivida e fiera…
Proietta contorni
In morbidi aloni,
sei ancora più bella,
nei tuoi chiaroscuri…
D'antico e solenne,
profilo da dea…
assorta e pensosa
profumi
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Dove stai, dove sei…
Forse dentro me...
come acque carsiche,
negli anfratti del cuore.
Solstizio di stagioni
vissute all’unisono…
Fortuna che ci sei…
Sguardi che tessono
ricami di baci e carezze
nell’orlo damascato
del tempo che fu…
Una
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Cerca la poesia:
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Invia un messaggio privato a Francesco Forestiere.
Filari di spazio compressi in ascesa,
lancette impazzite nel quadrante del nulla,
nessuna franchigia a chi induce all'inerzia.
L'assoluto è alle porte del tempio silente.
E' mistero e prodigio c'attende chiarezza,
sprofonda in abisso chi
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D'ambra e di miele,
riflessi dorati...
comete di chiome,
dal vento cullate...
Tu danzi nel sogno
In quadri d'organza
Tra nenie ed essenze
D'Oriente, fragranze
Movenze sinuose,
dall'Eros dettate,
precettano i sensi
a lungo
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C'era persino un filo di luce
Nel tardo crepuscolo d'estate
Un quarto di luna rischiarava
Un'orizzonte d'un rosso incupito
Tardivi bagnanti centellinavano
In fondo momenti d'incanto
Solo lei sguardo nel vuoto,
il volto rigato da gocce di
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Reperti emozionali,
in sequenze ritmate,
sciorinano immagini.
Squarci di sereno,
di palpiti cadenzati,
di attimi condivisi,
nel senso e nel cuore.
Di sole e d'azzurro,
splendea natura.
Incerta la mano,
cercava la tua.
Poi tutto fu
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Seta che sfugge alla presa,
Mano che scivola via.
Non sento il consueto pulsare,
Ti adombri... ti eclissi,
Chissà dove vaghi.
Tu viaggi nel tempo,
In spazi non noti.
Hai chiuso le tende,
Non filtra la luce.
Non serve
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Rovente meriggio d'agosto,
Tormento d'afa e scirocco.
Di cicale rintrona una nenìa,
nell'aria schiumata d'arsura.
E' clessidra di piombo che scorre
Indolente è il tempo a fluire,
e sovviene pensiero ossessivo:
Mi manchi da una
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Aveva un cuore cosi piccolo
Che pulsava a ritmi elevati,
Per compensare il circolo.
Le mani cosi minute e sottili,
come il viso, il corpo, le gambe.
Eppure... quel suo sguardo...
Cosi penetrante, dritto e deciso,
Da rovistarti dentro,
In ogni
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Storie d'ordinario disagio,
di vite sfuggite alla norma,
sognate, agognate, sfiorite,
trattenute sul filo d'abisso.
E' la storia di Giorgio il diverso,
ripudiato dai suoi affetti più cari,
che si duole del suo amore sincero,
sbeffeggiato
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