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Idalgo Visconti
Le 286 poesie di Idalgo Visconti
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Troppe le mie battaglie
troppi colpi ho parato
L'ultimo colpo lo scudo divelle
la guardia s'apre
micidiale l'ultimo fendente
lacera è la ferita
di sangue pregna
Feroce urla l'arena
dimentica ormai del mio valore
quand'ero
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Ormeggiato ormai è il legno
legato a quello scoglio
nel tratto arido, di pietra
Disarmato ho la vela
il mio fare, si è fatto stanco
fiaccato, capace solo a ricordare
non assaporo più neppure le parole
nessuno più
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Bugie di spasimanti versi
dove l'amore è dare
L'amore
felpato s'insinua
ladro
affamato d'ardore
Egoista nel prendere
vigliacco nel dare
del cuore si nutre
Il brillare degli occhi ruba
per il buio illuminare
Sapore dei baci
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Sotto una pensilina
illuminata
da una giornata di sole
...che non scalda
rumori tutt'intorno
annunci freddi
come premessa di un addio
Uno sguardo stordito e confuso
un sogno
una brama mancata
parole omesse
per inquietudine di un distacco
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Cammino fra moli profumati
di salmastro e pece
tra maestri d'ascia che modellano
sapientemente sinuose strutture
e calafati che le rivestono
imprimendo loro l'anima
Cresco, nuova forza cresce in me
che spinge la fantasia
in nuovi mondi,
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Amore,
parola abusata
parola lacerata
come un giardino calpestato
parola tradita
trasformata in bugia
parola deturpata
come un quadro sfregiato.
Parola sprecata
maschera
per innate passioni
parola violata
della sua verginale bellezza
parola
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| Tempo
atroce, impietoso, truce, efferato
inesorabile, tirannico elemento
Graziato da quell’ involontario oblio
perdendomi nei suoi occhi
e in quell’anima
che effonde i mille colori della vita
Immensa la voglia
piccola la sensazione
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Sotto un cielo scuro
dove sbocciano fiori in bianco e nero
sogna quella gioventù
dal sorriso amaro
inerpicandosi con speranza
su gradini di fango
e ad ogni passo
calpestano rigide foglie
facendo crepitare un destino amaro
Il volto è
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Vento antico
fugace, costante
carezza verdi fili d’erba
e giovani foglie
dove il piccolo mondo vibra
e veloce trascorrere
Improvviso, inevitabile
il rombo tonante che tutto divelle
ghermito
nel deserto assai vicino
dove granelli taglienti
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Bellezza pura
armonia, figura di marmo rosato
Scivola in morbide forme
la giovinezza
quando il cuore è abnorme e vibra di vita
Guizza ogni elemento
della corporea forma
in quell’irrequieta era
Ignara, correndo verso l’abisso
spesso incosciente
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Non intingo nelle parole
per dar vita al sentimento
la penna, non è strumento
l’anima, unico attore
a lei, suggerisce il cuore
con gli occhi e il suo riflesso
In quel mare azzurro voglio annegare
svanire, nuotare nello spazio temporale
cavalcare tra
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| Lento, cadenzato, inesorabile procede
il cammino nel quotidiano
seguendo giorno dopo giorno
inerpicandosi sugli scoscesi dirupi
dei molteplici affanni
percorrendo i tortuosi sentieri; gli anni
smarrita mai la meta
Attraversando affollate,
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Esplode il tamburo
ma non risuona più la rabbia
becera. starnazza
la tromba che l'accompagna
non più suoni di guerra
L'incitamento si tramuta
è solo uno schernire
In tutto quel clangore
unico
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Nessun passo guardingo
il bosco è incantato
Color d'autunno, di primavera
sognar di viver abbinato
Frustata d'azzurro
Guizza l'anima
al semplice stormir di foglie
Lacera il petto
il giovane profumo
Sale, sinuosa
nel silenzio
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Ne voce, ne eco risponde
nel vicolo grigio che sempre più scende
regno di solitudine
cinereo il suo colore
unico rumore, la pioggia che discende
si bagnano le pareti corrugate
che raccontano dolere
ormai raro, un bagliore
sparuto, il
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Fiore di pervinca
Squarcia la coltre
di grigia caligine, la dissolve
Pura luce d'azzurro
compagna di una lucente euforia
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Idalgo Visconti.
Indirizzo personale di Idalgo Visconti: idalgovisconti.scrivere.info
Forbita la tavolozza di parole
in versi lui l'amore dipinge
con i suoi accenti cesella il sentimento
In strofe è scolpita la purezza
Bellezza
Candore fatto suono
Verbo, in cui è ingabbiata l'emozione
Piacevole
segregarsi in questa
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Ho contato gli anni
fin quando anacronistico è divenuto il parlare
il sognare
dentro, grida ancora di gioia di quel bambino
che veloce, sfoglia i giorni da assaporare
e nella quantità tramuta
Vive ancora l’anima che l’essenza vuole
ricerca, le
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Gocce di solitudine
sigillate in barattoli di vetro
Solo un fruscio serpeggia nella mente
mentre l’anima
incisa dai pensieri
stilla realtà minate
Cancellati i sogni, dissolte le speranze
anestetizzato ogni desiderio
vivere in un mondo
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Si affacciano mille stanze
nel corridoio spalmato nell'ombra
dove ormai prevale il grigio della notte
invitto, labile sporge l'ultimo pugno di luce
Come pigri felini si destano
si stiracchiano
le passate visioni
Scende un sorriso
brilla la
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Fende con color dell'oro
una lama di luce l'ombra
violando la meschinità del buio
risuona così l'armonia del silenzio
Mi copre la polvere del tempo
danza, si libra
come una ragazzina
volteggia, oscilla
con i suoi
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Fresco il mattino della vita
quando l’amore, la speranza
mai trova riposo
ed il pensiero è moto perpetuo
Giorno dopo giorno
come onda s’infrange
fino a smorzare il guizzo del dardo
Svanisce la tempra del diamante
un rovo imbriglia la
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Sfuma veloce il giorno
subito è il mattino
mentre già veloce s'insinua, e scivola la notte.
Gorgo d' impalpabili nubi bianche
il tempo
parodia del crine
assieme alla metamorfosi delle ossa
Solo l'inossidabile candore dello
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Vado incontro al vento
Procedo a ritmo di tamburo
affastellando i giorni
risuona il suo rumore
frenetico, sconclusionato
Cammino fiero, un far smargiasso
la realtà, che è solo chiasso
confondo l'illusione con la vita
Arrivo
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| Attraverso con la mente
il nero della luce
dove l'essere
percepisce del silenzio il rumore
vivendo, in questa illusione
quel vuoto
[che tutto accoglie]
Annulla i sensi
questa ignota dimensione
dove lo spirito è inganno
e l'anima
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Non voglio trangugiare la mia vita
nè azzannarla
o deglutirla, senza masticare
Ma come cibo raffinato
la voglio assaporare
aspirarne il suo profumo
il suo sapore, quello speziato
scoprire, imparare
riconoscerne l'essenza
far rotolar
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Ruzzola
nell'afoso deserto attuale
il resto di un miraggio
Cespuglio di rami secchi
travolto dal suo muro [d'acido]
a lui fatale
sfondato dall'assalto
di mille bugie
urlate dalle fetide, morenti diplomazie
Tenaci arpie
di tutto quel
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Finito il tempo
vivo l'ultima ora
non cuoce più il pane nella cenere
calcato ho i piedi nella terra rossa
di questo deserto vivo
Ormai deboli si sono fatte le gambe
non corro più sotto la pioggia
fioca diviene la luce, lontana
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Si Scioglie l'onda nel suo finale
è sull'arenile, l'ultimo suo sussulto
il vecchio muro grigio gli fa corona
mentre un vento salmastro lo schiaffeggia
scavato il suo intonaco
[graffia la pelle]
Lacrime di pioggia acida
su quei
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Spettro
Negate verità da orbite cave
ingegni cupi, semplice frutto d'inesplorato orgoglio
bocche cucite, che ignorano la protesta
[Libri bruciati, cenere]
Madre di gelide menti
Lume spento, domina la notte
fruscii di esseri impauriti
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286 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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