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malaluna
Le 225 poesie di malaluna
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non chiude il tempo
quella fessura
dicendo
ecco il sole
vedi?
tanto assurdo spazio tutto da spremere
e toccare
(frastuono
asmatico)
più realmente non chiude
aprendo
a fare dolce qui vicino i passi
squillano dai cristalli sciami di
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Lungo collo di cigno un superbo stelo sostiene
aggraziato il volto di giglio, cromato da uno screziato vento.
"Bella che qui vieni"
significa il tuo nome, da lontano giungi
eternamente increspi come del mare piccole onde
le labbra
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Un tempo
sono forse passati
millenni?
un tempo dunque
erano le acque del tuo viso
a illuminare i confini del fiume delle perle
dove un tempo
fu lungobreve
estateinverno
dove un tempo
s'intrappolavano batuffoli di sogni
alla luce
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C'è uno strato di cera d'oro sulla tua bara
e mille papaveri rossi.
I cieli in piena si riversarono sopra di te
ti avevano prediletto.
Figlio del tuo tempo
generale di porte aperte
giaci nelle apparenze di angoli muti
in questa
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Ti gemo a fianco
in un sonno di mondi
e di selve in fiamme
nella stanza alta dei cieli
mi abiti
-intrecciati e sconvolti
in sussurri di nuvole-
sangue di
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Calma di luna nella notte stellata busserà al balcone
le aprirà una fata?
non so
perché tanto mi ci cascano gli occhi lì accanto quando il dolore
è una lama uncinata e attraversa il fianco
mentre si fa paranoico
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Ci sarà dunque un tempo
a sorgere e ri- sorgere su tutte le opere
di mani e di stelle?
fermento invisibile accarezzato mollemente
dalle prime luci in chicchi d'argento rimbalzanti
sulla pena assorta del nostro amore.
Rime spaccate che
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Ah, il diamante purissimo della luna!
giglio incorrotto nel rosso pulsare
degli universi perduti
schioda al sorriso della
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Allodola festosa di contro al vento
di tenerezza piega l'ali al volo
le braccia hanno timido intento
d' alberi nudi abbracciare
ci scorderemo di quaggiù
quando un infinito di stelle
ci fermerà un nodo in gola
si scioglieranno di
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con i suoi duri artigli da ponente
grattava il vento via la luna dai vetri
diventava uno sfumato silenzio
nel delirio di tutti gli angoli ottusi
dei miei pensieri segreti
ecco che
saltellando e rotolando, rotolando
e saltellando
spuntavano sogni a
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Resta solo la voce di Jimi a raccontare di fuochi in lingua madre
di quelli in croste dure che non tradiscono
e non guariscono
ma tu guarda e ascolta come un pazzo stregone sazio
d'erbe svaporate in nebbia viola
può biascicarsi il senso e non
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Ho solo bisogno di una spiegazione
in tralice,
col fiato abbassato
(quel tuo sorridermi alle spalle s'ovatta
come lampada soffusa sul comodino)
fiore di melo
dolce
nel mattino
a strabiancare di luna -che è tardi e va a dormire-
non fai una
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Balla
una danza di stella
un petalo piccolino nell’aria si trastulla
balla
un tango di malinconia ma qualunque
qualunque cosa sia mi sta volando addosso
rabbrividisce il sangue in eclisse oscura
troppi
davvero troppi i numeri dispari
che mi
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Serpenti di ghiaccio a svicolare fra inesistenti strade
sfolgorìo mentale con improvvise alienazioni di sole
tutto il creato immobile
col tempo che ci sferraglia in mezzo
blindato
devastazioni mielose in bocca pesta
con un tonfo sincopato
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Salimmo, intrecciando passi e capelli
con funi di sabbia
fino su dove gemono aperti i sogni
-sembrò senza sosta il tempo-
si dissolsero ondeggiando le funi,
come angeli ribelli precipitammo fino in fondo.
-Ci sorrise, sprezzante la
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Navigando a vela sfiorare labirinti collinosi
- forse avanzando quanto è lungo il sempre-
barca di nubi viola, sogno che s'adegua
lieve, lieta sul mare d' erbe vetrose
immaginare la casa rosada
immensa
crescere ancora: ampliarsi a
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Forse mi nasci d'occhi limpidi
fiume inquieto inaspettatamente
morbido
da una voce di madreperla ucciso
t'immagino
per fiato d'onde maschio
curvo
sulla linea dell'amore rivolta
a schiena libera
potresti essere
dolore dell'inverno sbattuto di rami
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Piogge tiepidecalde
vuoti di meraviglia in scelte varie risucchiati
omissioni contorte
dentro quella casa in sapore d’università
in cui distrattamente suggevamo
libri di testo condivisi e spini di ficodindia
e il sonno
-il sonno-
che blaterava in
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Pressata di rosso mi porgi l'alba
nelle tue mani a coppa
in un silenzioso progredire di secoli
fino a raggiungermi
qui.
Accoccolati a leggerci Linus sul divano
distratti
da giri rapidi di piogge.
L'inizio del mondo.
Noi.
Insieme.
Camminiamo su
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Tempo fa
ho molato lenti magiche
quando sentivo il bisogno di una schiena nuova
per non incurvarmi troppo ad osservare
come in questi ultimi anni
siano tutti scomparsi dai campi di grano
papaveri e fiordalisi
tempi nuovi
già
non ci
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Ignorando dimensioni caotiche
di qualche silenzio addietro
comprese tutte le perpendicolari
declinazioni dell'amore: mute
poggio
più o meno consapevolmente
su piccole rughe di ruggine
fuggite a stento dal blaterare del mare
rimettendole a
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Emerge verde la notte
lasciando tracce di giglio fra i capelli
e filamenti di soli fioriti sul turgore dei seni
a colmarli di rugiada
nuda
la pelle si fa dì luna, arde desideri
la tua bocca è un ragno d'oro
percorre intimamente
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L'urto della notte
smuove gli aromi nel limoneto
gemiti e sospiri dentro al letto
cristallo denso ai suoni
la grandine sorprende.
Sull'argento di Selene
si spenge la bufera sulle foglie.
Soppiatto
entra d'amaranto un lampo
ferma
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Disperdo
il fottuto silenzio
-Mio, tuo... non so-
sotto un tocco doucedouce
di numerocinquechanel
- o era meglio l'Arpège?-
profumi vecchiotti, dai,
meglio un "Dolce and Gabbana"
con negli occhi Capri e la faccia di Gandy
(e
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Le lune s’infrangono di schizzi luminosi sull’alto del monte
come i canti della giovinezza nel tempo
e le mandole quando nei lieti giorni sanno far fuggire le risa
dalle loro bocche rotonde.
Quelle sere arrossate passate di baci al balcone sul
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- I -
Mai sentite le nuvole?
se non quando
sbattute le finestre
s’intrometteva il cielo
a raggiungerci, con uno sguardo tossico
minacciandoci
a urlo sibilavano
ricurve
(ma forse
era solo il vento)
Mai ascoltate le nuvole?
A sciogliersi
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Nel pioppeto si frantuma la sera
spiovono d'oro gli ultimi raggi di sole
assorbiti dalla porpora grave dei prunus
in fiore
un pensiero mi tocca che già avevo avuto
tempo fa
ma non si era concluso
da tempo e tempo ti devo parole
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Bussa la tua chitarra alla mia finestra che sbadiglia
ha intrappolato le note nel cerchio di luce della lampada
la mattina si frange contro le bacche del laburno
apro gli occhi a un onda deliziosa sul prato di brina lucente
m’abbandono a te
”
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Forse è meglio aggiungere qualcosa,
non la presa di coscienza, non l'ultima vertigine
ma un maciullare secco di ogni ombra (che forse non
c'era, ma si riproduce in tagli acuti: le tue spire
di blues cadute con la cenere a morsi
sul
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ma quando m'ingoio il colore dei tuoi occhi
e fa rumore la ganascia d'acciaio
d'una cicala sopra un ramo, sembra sudare
l'eliotropo volto al tramonto
affaticato
d'aver seguito il sole tutto il giorno.
E seguo te
volgendo il pensiero ai tuoi
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225 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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