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Jurij Zivāgo
Le 15 poesie di Jurij Zivāgo
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Costruisco coi pensieri le
catene che vorrei cucirti addosso
maglie sottili, ma fitte con
cui imboccarti
scoparti e pulirti come piccola
stupenda bambina ferma lì
a quegli alberi sulla sponda...
Amore mio è sopra
un tenero prato
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Tu che sei la mia rabbia
e carezza messi insieme
mi porgi nella notte
accanto a me il tuo amore in vena
o ruga, in sale sessuale
da inniettare a gocce in
tenere suzioni tra piccoli seni che
porgi al petto- al cuore,
forse in gola
in dolce
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Il tuo corpo mi pare il mio
muovendomi in esso
come bimbo nel ventre
mi tocco dentro e ti trovo
mi ri- trovo e mi ascolto
sento addosso me stesso
ansimo come fai tu in
piccoli gridolini
aggroviglio le coperte
piego le gambe,
ai tuoi
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Avvolgendoti- nella casa
del bosco nero, dove
-solo tu-
sei ninfa nuda
Amore tra le mie gambe
in docile attesa del guanto
rosso, sui tacchi
e sulla schiena
solamente a
bocca aperta, tra
le mie braccia,
tra spuma e gemiti
gettati, tra la
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Nel circondario dei sogni
è mio abbraccio che
ti avvolge
corolla del cuore
mentre
perdo i giorni
sui nostri passi
calpestando piccoli sentieri
sulla Collina del Tramonto.
Ti Amo mia compagna
da che mio Respiro
da che vivo Amore
nei
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Ti ho visto anni fa
bambina
con bocca di bronzo
e ora
mia sposa
-in mondo intimo e malato-
porti i giorni
in dono di metallo
su piccole mani
che mi porgesti
appena ieri,
nell'autunno
nascosto
sotto foglie cobalto
nei giorni
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La stanza ha parvenze
a tratto scuro
che desideriamo Noi come fosse
adesso, tra tende e laghi.
Siamo andati oltre e
forse sogniamo
di esser veri, ma
siamo sogno
come a letto
nell'amore.
In un parco
appena fuori Parigi,
corriamo per
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Sere di polvere e sole.
Distesi sulle lenzuola
madide e stanche, assonnate
con la mia Anima, inopia muta gridata
al dio del vento,
porgendoti
in volo di falena /amplessi colorati
sognati nella mente
resi ondeggianti dal calore a picco
su
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Ti cullo qui Amore.
Accanto:
frumenti bruciati, libellule
in volo sul loto bianco,
e tremori d'albe, sulle mie gambe
di legno e tempesta.
Ti accarezzo.
Acqua il tuo orizzonte:
segreto dei nostri corpi smorti,
distesi
nella stanza del cuore,
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Invia un messaggio privato a Jurij Zivāgo.
Ti ho stretto, raccolto
negli attimi rubati
al mattino, sotto un portico
in Rue Jeanne d'Arc che
quasi -piccolina-
scomparivi Amore
tra le mie braccia.
Dondolando legati, tra la gente
-quanta neve!-
camminiamo
tra la luna del cielo,
e la luna
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Tra le steppe
il bimbo corre,
tra gli occhi Tuoi e miei
ci insegue nell'unione
del sonno, è sogno
dell'anima nostra
come i tuoi occhi
che porta
tra i campi di Russia
occhi del mare oceano
che mutano- forse come stelle?-
tra me e
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Appari nel giardino d'edera
nei pomeriggi bui
tra noi distanti.
Io immagino, mia Amata
dietro nel chiostro
quei fiori di campo (che mi portasti al petto)
nei giorni passati
tra noi semplici,
- li vedi?
...hai!...
e il profumo mio... -
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Era a Moguer, l'ombra nascosta del ginepro rosso,
tamerischi accanto al patio,
eucalipti, pioppi neri appena fuori.
Tra gli aranceti in fiore
la sera, una falena rincorsa
annodava in volo
mani languide, dell'estate umida.
Ora, muri di
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Umori densi
steli rigidi
contengono
la nera faretra,
al mio possesso
sul dorso rigato,
bianco d'ebano
intatto, poi rotto.
Resina,
mia amata.
Agrodolce appiglio
al letto odoroso
estivo,
del nostro fradicio
schifoso,
goderci
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Un mare
d'avorio spumoso,
intatto,
mai deriso,
straziato
dai primordiali
assetati uomini,
naufraghi dimenticati
dalla coraggiosa fede.
Giacciono
bocconi,
donne in lacrime
su spiagge
o porti
senza più sorrisi,
e figli mai
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