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federica milič
Le 15 poesie di federica milič
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chiusi in sai
come l'incertezza
senza maniche
e senza ginocchia
incappucciati
nel mentre
che ci salutiamo
spingiamo le ciglia
un po' più in là
al passo
al piano giusto
con la coda dell'occhio
ti accarezzo
fin troppo
e
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Vestiti di pellicce
e baveri
si parte
per non tornare
sui propri passi.
A volte fa male
come singhiozzare in cuore,
perché tornare
non lo puoi vedere,
che un infame
vergogna sale,
e ti sfiora come
l'alito caldo
che trascina
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Il paniere della mia debolezza
è un'equilibrio di beni
appunto costanti
che affidabili si fa per dire
ci provano a stare
nel mio strano cielo arcuato.
A zonzo l'orologio
mi scivola
e la felicità di mezzogiorno
passa attraverso
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Occhi dentro occhi.
Di chi sono questi occhi fragili
che a guscio di mandorla
si mangiano tutto il mio palato
compreso di parole e paure.
Che un colore così come il tuo
non si spegne mai
e lo scuotere di fuocherelli pacifici
aumenta il
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E' notte
e tutto affabula
e convince
serva di questi tuoi mari
una barchetta
una piccola chiglia
chiude gli occhi
e pensa a te
forse per gioco
forse per pretesto
vuole vendersi
i sorrisi
in cambio
delle tue parole nuove
e di
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Ho un elicottero in testa
la mia lavatrice salta,
che un silenzio confonde si sa
ma frulla un po' tutto
questo fragore.
Come dieta
sto messa bene:
acque meste
con poco condimento
a cena.
Forse tutte queste ombre grasse
mi fan
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già sparsi morti
mischiati a lave
e ciglia invisibili
di un biondo
che mi lascia
di sasso
di un biondo
che non sa di niente
pensavo alla Spagna
e a perdermi
nel futuro comprare
un piccolo cinema...
eppure respiri
pensoso
qui
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L'aria colorava le suole
di purpuree stagioni
e sfumature malvacee,
sassi a grattugiare
pensieri che sembravano
una volta e una sola
affiorare per poi sparire
per poi tornare;
afferrare le mani gelate
e il vento pungente
di
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Lei camminava oltraggiosa
tra bulbi e semi
e rami carichi di pesi
e parole pesate
e attese senza pathos.
Lui mascherava
l'angoscia
e l'ammorbante
non sbocciare
nella sua testa
nel suo volere
ma era tanto bella.
Si guardavano
occhi
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Invia un messaggio privato a federica milič.
Nel dire
e non dire
fluttua Lara
galleggia.
Il momento di gloria
non le interessa,
è il punto vuoto
del bhò.
L'amore
che le appartiene
è fuoco!
E' strisce
asfaltate nel petto.
L'appartenenza
nel flebile
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sudava freddo
perché la pelle tirava
e la calma vibrava
e storceva le ossa
e marcava le soglie.
le soglie morbide
e nebulose
le mani nuove
e stese
come lenzuola
e tiepide vergogne.
sapeva e capiva
ma la voce le si mordeva
e
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Saranno come
piccole spine
avvolte a grappoli
in tenere foglie umide,
e pungeranno:
il male sarà piccolo
e a pizzichi,
sarà a fitte
come fastidi
e stupidi torpori.
Sarà come il pensiero
che si umilia nel buio;
e
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Psichedelica notte
dalle fragili forme battenti,
come finestre appese
e candelabri stanchi.
Cosa dimenticare
e cosa tenere
stretto
tra le meningi.
La giornata vuota
e i bicchieri ansanti;
l'essere vivi
o la paura del
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Son verdi i prati
di chiazze di trifoglio,
fresche e smeraldine,
soffici e giganti.
Son lilla i prati,
di steli paglierini
e profumati,
saponi galleggianti,
e gemme polverose.
Son caldi i prati
del raggio mattutino,
tiepidi come la notte
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E' così astratto,
il nulla spaventa
con niente.
Ciò che resta
è un metallico sapore,
un sussulto,
come il tuono
lascia dentro.
Suona la stanza
geme
e si proiettano ombre
come fuori,
come oltre di me.
La
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