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Francesco Stifanelli
Le 18 poesie di Francesco Stifanelli
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Sono un pezzente
di stracci vestito,
lurido il volto e stanco il sorriso.
Mi trovi alle porte di ogni città,
non ti cerco né pane né carità.
Sono la fame più invisa dall'uomo,
sono il bisogno più vero, il
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| Non c'è spazio nel mio cuor...
esso è colmo del tuo respiro,
del desinar composto,
e degli occhi tuoi assonnati
al morir del nuovo giorno.
Non c'è pace nel mio cuor...
troppe parole s'agitano inquiete,
troppo dolor non vuol
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| Vago la sera...
fra imperituri corpi
di santità eccelsi:
mistici fiori spruzzati di peccato.
Le labbra sensuali,
tumide d'immortal desiderio
e l'ombra
permea di scure visioni,
di fatue promesse.
Gli sguardi s'incrociano,
insinceri
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Se vuoi saper il vero...
Amor di questo cuore;
sostanza della fratellanza;
apogeo della mia vita;
fierezza del mio sguardo;
ineguagliabile candor.
Puro sentimento
fin d'ogni carezza,
amara consolazione...
Truce visir di tenerezza attento.
E
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Non svanire sorriso radioso
di luce cosparso, di dolci essenze,
primavera che incalza,
vita spezzata dall'ombra funerea.
Non svanire speranza di vita,
calor di pace,
innocenza,
perduta in così breve momento.
Non trovar conforto
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Sono il fratello
che un giorno scacciasti;
Sono il dolore
che tanto paventi;
Sono la neve
che gela l'ardore
dei tuoi anni complice
sempre discreto.
Mi chiamo morte
e vesto di nero.
Sono la pioggia
che tanto detesti,
che bagna le gote
e
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Oniriche visioni...
sangue a fiotti e uomini dilaniati.
Donne che stringono forte
bimbi dagli occhi sconvolti
da troppo livore, da brute manovre
per impedir che la voce si levi,
che lo sguardo si alzi
e mai più a capo chino dover
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Ho visto un uomo piangere
perle di gran dolore.
Ho sentito il suo cuore
implorare misericordia al vento
che inclemente mugghiava presagi nefasti.
La bocca del leone
spalancata a divorar le carni
dell'uomo che non volle amare
e non volle
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Gocce di fatica sul tuo volto
stanco di specchi d'ingannevole procacia.
Mani instancabili anelano dolcezza
in un tempo di pace a lungo agognato.
Tu, ancor tenero virgultino,
a saggiar l'immane fio
di colpe non tue al cospetto del vero amore
di
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Luce abbagliante, pura beltà,
indomita forza riflesso del vero,
gnosi profonda di eccelsi misteri,
essenza benigna, sublime cantore.
Candore e innocenza avesti in dono
e l'amore avvolgeva lo spirito tuo
che di lodar e contemplar giammai
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Torna quell'uomo di tanto patire,
viene da re e non per perire.
Torna Colui dal cuore trafitto,
esposto, deriso e mai sconfitto.
Suonan le trombe, si alza il sipario,
inizia la pesa, comincia il calvario.
Gente che fugge, cadon gli orpelli,
nuda
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Sincera è la lacrima che riga le gote
nel gelido inverno dell'opinar mio,
balsamo lieve alle malinconie remote
di un tempo sperduto, dimentico e rio.
Soave carezza nel cuor martoriato,
breve sussulto di un organo spento,
brezza leggera
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Dolce natura, vecchia fiaba,
sinistro candore dal color vermiglio
appari nel cielo e come l'alba ridoni vita
a chi
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Freme il silenzio nell'indovinar colori,
sogni, speranze, profumo di fiori.
Vetusta melodia al comparir la sera
strugge l'anima in crudele chimera.
Avanza la notte, un presagio chiaro,
non c'è calor, conforto raro.
Giro lo sguardo,
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Volge altrove l'anima nel sarcofago smunto
dai miei pensieri ormai consunto.
Nel mio ansimare bramo il tuo respiro
traccia indelebile in ogni sospiro.
Scendo invero nella tua prigione
un dì lo fu per me greve magione.
cercavo il tuo
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Dubbio siffatto, cerulea danza...
arrivasti da me ormai vecchio in una stanza.
Dapprima ti vidi adorna com'eri
da mille strumenti, malanni di ieri.
Sapesti aspettare, ingrata padrona,
ch'io ebbi finito di rimirar la tua corona.
Le mani
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Nel roboante frastuono
scende la lacrima, catarsi del perdono
Ebbi una volta l'intimo ardire
d'accusare Te, perfin di tradire.
Turasti gli orecchi, offuscasti la vista,
pietà di me sacra ametista.
Le braccia allargasti, lo sguardo
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Copiose le acque, un impetuoso rumore,
a poppa dormiva il vegliardo pescatore.
Sorgi Signore, tutto è perduto,
gridò la ciurma dal credo sparuto.
Taci vento, placati mare,
intimò l'Amore dal tenero fare
Calmati uomo, non
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