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Le 69073 poesie pubblicate dagli autori del Club Scrivere |
Il mio vagare ha il cielo per traguardo
lungo è il cammino... passa per il cuore
ma parte dall’ingegno e il suo motore
se batte in testa giunge un po’ in ritardo.
Il mio vagare culla i suoi pensieri
rossastri come il sole del mattino
si invola col
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Quante cose in sospeso
tutto rimane lì alla polvere
aspettando momenti in cui
come un tempo
la voglia non si faceva attendere
tutte le scuse sono buone per rimandare
complicità pare essersi eclissata
seppure combattendo desiderio
un angolino
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Il nostro fiore è già appassito:
era sbocciato in primavera
quando il sole ancora esitava
e temeva le lunghe notti buie
perché sapeva di essere fragile
e cercava nel tramonto ogni seme
di una luce che poteva morire
o divenire speranza di
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Quando vieni a cercarmi
allora so cosa dire
ascolto il tuo due per tre
e so che ora sei per me
nell’’incerta espressione
consentì una ragione
anche nell’inverno spoglio
sussurri cosa è meglio
non sono poi così solo
mi abbracci nel tuo
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Si illuminano
i miei occhi
nella sera del suono,
della stella che si ferma,
in una stalla si sente
a Dio un canto,
torno povero io
e sono a casa mia
quella che vidi
e che credevo
mia per sempre,
ma chi mi prese per mano
in altre dimore mi
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| L’inverno è arrivato tra refoli di vento che come carezze
di vecchi amanti, aspettano gioiosi il gioco del tempo.
I miei pensieri si lasciano andare tra soffi suadenti tra rami
languenti .
Trame dorate di foglie intrecciate, che come orditi in
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| Chissà quanti intoppi troveremmo
a riavvolgere il nastro della vita
potrebbe essere un vero cataclisma
dal quale districarsi al più presto
per non incorrere in atti
alquanto difficili da sopportare
un fuggire con forza
ancora di salvezza con la
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| Lungo il fiume
tagliato dal vento
la luce trema.
Aspetto, nascosta tra i pioppi,
mentre tu, un’ombra,
sciogli il nodo della distanza.
Cappotto nero,
bavero alzato,
il volto teso.
Non il solito tu,
un’inquietudine nella postura.
gli occhi che
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| Chi si cura del mio stonato fardello,
defunto e dannato tra le sabbie nel deserto,
che d’intelletto stretto in loco oscuro
mi pone di sofferenza con le spalle al muro?
Un viso amico, tra quelle dune buie da scalare
e il viluppo intricato del mio
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L’incanto della sera
nel rosso del tramonto
dolce atmosfera
sfida il freddo che è già pronto,
gelido e tenace
deciso a dar conflitto,
ma non spegne in cuor la brace
di un fuoco coeso e fitto
acceso nel camino.
E la notte cupa si
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Luna di pioggia
il tuo profumo mi ha ucciso,
luna di temporale
la tua luce mi ha fatto male
e sento un grande dolore
qui nel petto
dove batte la nostalgia
per tutte le cose che ho amato.
Cielo di pioggia
dove sono le preghiere
che ho rivolto
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Si riposa la luna
nella sua veste di madre
là sui miei campi arati,
aspetta la mia semina
e mi lascia dormire,
lungo è l’inverno
il cuore si fa freddo
e lei questo non vuole,
così mi chiama
una stella cometa
che mi dia la strada
dove posso
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Voce che strilla nel silenzio
il buio nasconde parole e paure
è tempo di lasciare andare ogni nota stonata
di raccontare fiabe diverse,
di ascoltare musica sacra
in un mondo dove tutto sfugge
e non si riesce a mantenere legati sentimenti.
Padrona
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Ritorna con costanza quel numero
che invece vorresti cancellare
per quanto ha saputo elargire
suscitando soltanto pena
che tramandandola ai posteri
niente di buono continuerebbe a seminare
impossibile tenergli banco
ovunque memoria si
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Mari e monti scavalca questa attesa
che, presente da oltre duemila anni,
è ognor messaggio di pace e d’amore;
ma pace e amore non sono nel mondo.
Voglio un Natale diverso dagli altri,
un Natale senza guerre e rancori,
un Natale che dia gioia e
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Eppure ti sento ancora
ascolto i passi
i respiri nel buio
e qualche volta
mi sembra che il cielo
sussurri preghiere
qui vicino al letto
dove il tuo dolore
era diventato un altare.
Eppure non mi sento solo
e ti parlo ogni
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E pe’ Natale tuorne ‘nchiett’a fede
ca cerca sulamente chi pruvvede
e a chesta vita ‘o poco ‘e verità
sapenno e nun sapenno addò starrà.
E c’ ‘o Natale fa schiuva’ ‘a speranza
ca pe’ na vota te cagnasse ausanza
mettenno dint’a sacca ‘o
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Dicembre
sei un mese triste,
la tua paura mi contaggia,
mi deprime e mi annienta,
sì, forse domani
una campana mi darà:
un ricordo di passione
che finirà debolmente
in un buio sentiero,
la luce che ti veste
lungo strade e vie
nelle tue
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È il cielo un parcheggio di nuvole
che il vento guida e sospinge
sembrano concerti di favole
una spremuta di pioggia le costringe
a dileguarsi tra monti e colline
mentre il cielo l’azzurro dipinge
muovi le palpebre dal ruo cellulare
non
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viaggiare insieme è come un tango come due strade che s incrociano
un po d’asfalto un po di fango verso l’aria della mia libertà
viaggio verso qualche cosa che è già dentro di noi
dentro tro gli sguardi e dentro le parole siamo sulla strada al freddo
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Nell’oltre andar vagando e navigando,
susseguon giorni amorfi e stanchi,
ed un pensier lascivo,
scivola, invola verso l’orizzonte.
L’oltre propaga avvenenza,
caparbia esuberanza,
in un angolo azzurro mare.
Oltre lo scorcio,
vita eleva in
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Quella fiamma che sembrava viva
ha attirato l’attenzione
procurando un senso di vicinanza
che ha fatto solo del bene
seppure il tempo volato via come fuscello
abbia riportato alla realtà
quell’istante dove prendere atto
di come siamo
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Entro senza far rumore
nel Tuo pensiero
o mio attento Dio
e mi sento di casa
simile ad un viandante
che ritorna alla sua meta
e mi riposo
e mi disseto
e mi alimento,
godo la Tua presenza,
fuori più guerre
che incontri di pace,
perché non ti
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Non sento più nulla
il freddo mi ha marchiato
col gelo dell’inverno
e il mio cuore stanco
è una scatola d’argento
che batte senza sentire
l’amore che rimane
nel vuoto del destino.
Non provo più niente
le nuvole del cielo
se ne sono andate
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Solo così potrai rimetterti in moto
non esistono altre vie da scegliere
per ritrovare quel minimo di volontà
onde portare avanti quei progetti
che ogni giorno si prospettano
panìco da non gettare
accarezzando calore
riesci ad immergerti con
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C’è un sorcio dietro l’aia della musa
che briga a far la tela notte e giorno
parando contumelie dentro il forno
con zampe peli e corna da medusa.
È un sorcio la cui mamma un po’ confusa
mettendo al mondo questo perdigiorno
si avvale del suo caso e
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Svolta
ancora una volta
lo spirito mio
è davanti alla cappella
del Cristo cadente,
non c’è un bastone
che lo sostenga,
né una pietra
con la ghiaia impastata,
a fare tappo,
tutto lì trema
mentre lo sguardo mio
vola là dove
infinite
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Stasera non chiederò il tuo amore
o fragile luna che abiti la notte
né pretenderò promesse inutili
che l’ombra non può mantenere
fra i sogni fragili di una carezza
e i baci dati a labbra socchiuse
con la paura di risvegliare i sensi
di una nuvola
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Muschio
eredità di ogni presepe,
con mio padre e i miei fratelli
con le giacche e coi cappelli,
a perlustrar sotto la siepe,
sulle pietre e nei canali,
negli spazi dove l’umido e la frescura
ne avevano gran cura.
Muschio sostanza del
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È alla sera, quando il buio
Prende il sopravvento
E l’aria si fa densa di paura,
È lì che ti ritrovo
In quell’angolo di me
Dove sovente ti nascondi
Quasi a mascherare il volto tuo
Con i contorni del tempo
Che implacabilmente va
Per i suoi
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oh dolcissimi nipoti vestiti di un affetto sacro di pioggia
io vi abbraccio stretto nelle rive del cuore orlate di lacrime
tu Sebastian vestito di un cuore aperto alla simpatia correlata alla tranquillità
tu Sofia vestita di un cuore che vive in
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69073 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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